La Beata Fasce è un modello da imitare: il messaggio della Priora

A Cascia la festa per i 25 anni della Provincia Agostiniana d’Italia e la Beata Teresa Fasce

Padre Alipio Vincenti è tornato alla casa del Padre

Le voci dei volontari delle Rose di Santa Rita

Auguri nonni: seme, sole e acqua dell’umanità

Madre e nonna: la Beata Fasce è il nostro modello

Diventa volontario delle Rose di Santa Rita

La Beata Fasce ci invita alla carità: il messaggio della Priora

Festeggiamo l’Alveare conoscendo la Beata Fasce

Tre anni fa le monache inauguravano il nuovo ospedale di Cascia

Il messaggio della Priora

Oggi qui a Cascia inizia la festa dei 25 anni della Provincia Agostiniana d’Italia, la grande famiglia che unisce noi monache e frati agostiniani. La festa culminerà martedì 12 ottobre col giorno solenne della nostra Beata Madre Maria Teresa Fasce.

Come Santa Rita, anche la Beata Fasce è un modello da imitare. Lei ci invita ad impegnarci per cambiare in meglio la nostra vita e quella di chi incontriamo. Ci dice di non arrenderci mai davanti ai problemi, ma di fidarci e affidarci al Signore.

Nelle scelte di ogni giorno, allora, pensiamo come la Fasce, che non si è arresa alla malattia o agli ostacoli che ha incontrato, ma anzi con la fede ha trasformato il dolore e i problemi in forza e ha costruito opere che ancora oggi vivono.

Auguro a tutti voi di seguire il suo esempio, così la sua festa non sarà un puntino nella storia, ma un punto di unione e costruzione.

Suor Maria Rosa Bernardinis,
Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia

DOMENICA DALLE 17:30 UNISCITI A NOI
IN DIRETTA AI VESPRI E ALLA SANTA MESSA

Per chi sarà a Cascia o sta programmando il suo pellegrinaggio, da sabato 9 ottobre nella Basilica di Santa Rita si terrà la festa per i 25 anni della Provincia Agostiniana d’Italia, che si chiuderà martedì 12 ottobre con la solennità della Beata Madre Maria Teresa Fasce.

Vi invitiamo ad unirvi a noi per questi giorni di preghiera, comunione, meditazione e cammino sulle orme di Santa Rita e San Nicola da Tolentino, i santi patroni della Provincia Agostiniana d’Italia.

Il programma degli eventi

SABATO 9 OTTOBRE

Ore 11.00 – Arrivo del Corpo di San Nicola da Tolentino
Ore 12.00 – Celebrazione S. Messa P. Luciano De Michieli Rettore della Basilica di Cascia
Pomeriggio di preghiera e celebrazioni secondo l’orario del Santuario
Ore 18.30 – Catechesi-meditazione: In ascolto della santità di Rita da Cascia e Nicola da Tolentino. Madre Maria Rosa Bernardinis, Priora del Monastero Santa Rita da Cascia e P. Giustino Casciano, Priore Provinciale d’Italia
Ore 19.15 – Canto dei Vespri
Ore 21.15 – Adorazione eucaristica e canto di Compieta

DOMENICA 10 OTTOBRE

Giornata della Famiglia Agostiniana d’Italia (Monache, Suore, laici ag.)
Ss. Messe secondo l’orario della Basilica (al termine di ogni S. Messa preghiera in onore di Santa Rita e San Nicola da Tolentino)
Ore 11.00 – Rosario meditato per il cammino sinodale della Chiesa Cattolica
Ore 12.00 – Celebrazione S. Messa P. Giustino Casciano Priore Provinciale d’Italia
Ore 15.30 – Catechesi-meditazione: Un cammino sinodale di comunione e missione sulle orme dei santi. Suor Elisabetta Tarchi Agostiniane San Giovanni Valdarno
Ore 17.00 – Adorazione e Canto dei Vespri
Ore 18.30 – Concerto di canti religiosi “A.R.C.UM – Associazione Regionale Cori dell’Umbria”

LUNEDÌ 11 OTTOBRE

Giornata della Provincia Agostiniana d’Italia
Ore 8.15 – Canto delle Lodi
Ore 11.00 – Rosario meditato per il cammino sinodale della Chiesa Cattolica
Ore 12.00 – Celebrazione S. Messa P. Joseph Farrell Vicario generale OSA
Ore 15.30 – Catechesi-meditazione: Speranza e profezia: Il carisma agostiniano nel cuore del cammino sinodale. P. Joseph Farrell Vicario generale OSA
Ore 17.00 – Adorazione e canto dei Vespri

MARTEDÌ 12 OTTOBRE

Festa della Beata Maria Teresa Fasce
Apertura dell’anno che celebrerà ad ottobre 2022
i 25 anni della beatificazione

Ore 8.15 – Canto delle Lodi
Ore 11.00 – Rosario meditato per il cammino sinodale della Chiesa Cattolica
Ore 17.00 – Catechesi-meditazione: Madre Maria Teresa Fasce: la luce della vita contemplativa nella società e nella Chiesa. Prof. Mauro Papalini
Ore 18.00 – Celebrazione S. Messa Mons. Renato Boccardo Arcivescovo di Spoleto-Norcia

MERCOLEDÌ 13 OTTOBRE

Ore 8.15 – Canto delle Lodi
Processione lungo il viale e partenza del Corpo di San Nicola

Oggi, a 86 anni, il Signore ha chiamato a sé Padre Alipio Vincenti.

Il funerale sarà in Basilica domani, 7 ottobre, alle ore 16.00. La salma di Padre Alipio sarà portata questa sera in Basilica e alle ore 21:00 la Famiglia Agostiniana di Cascia, di cui è stato un membro storico quanto prezioso, si unirà per il Santo Rosario per la sua pace eterna. La salma rimarrà poi nella cappella del Santuario, dove si potrà andare per una preghiera, fino alla celebrazione delle esequie.

La comunità dei padri di Cascia, con al centro Madre Natalina Todeschini, Vicaria del Monastero, nel giorno del suo 50° anniversario di professione religiosa, il 4 settembre scorso. Padre Alipio è il primo in basso a sinistra.

Nel suo lungo servizio a Cascia, Padre Alipio è stato vice postulatore della causa di beatificazione di Madre Maria Teresa Fasce. La sua opera è stata determinante per la proclamazione a beata della storica Badessa del Monastero Santa Rita.

Scrittore e grande studioso dell’altro beato casciano, il Beato Simone Fidati le cui spoglie sono conservate nella nostra Basilica Inferiore, Padre Alipio per anni è stato anche insegnante presso le scuole di Cascia.

In ogni suo passo ha sempre espresso il grande amore che aveva per Santa Rita, per il Signore e per il prossimo.
Ora, siamo certi, continuerà a farlo dal Regno dei Cieli.

Le testimonianze dei volontari delle Rose di Santa Rita sono tante. Ma, tutte sono accomunate dalla generosità e dalla voglia di fare qualcosa di concreto per aiutare le Apette, le bambine e le ragazze che le monache crescono a Cascia nell’Alveare di Santa Rita, progetto per il quale l’evento nazionale organizzato dalla Fondazione Santa Rita da Cascia raccoglie fondi ogni anno.

Parte di una grande famiglia

Quando, alla fine della giornata, torni a casa con le scatole che sono vuote, dove prima c’erano le piantine di rose, senti il pieno di felicità nel cuore. Sai che hai contribuito a una causa buona e reale. Io sento di essere parte di una grande famiglia mossa dalla carità e dall’amore per Santa Rita”. A parlare è Giovanna Volpe di Roma, che nell’evento ha coinvolto anche due care amiche e colleghe.

Antonella Boni volontaria di Brescia

Per il futuro dei bambini

Antonella Boni di Brescia, che col suo gruppo partecipa dalla prima edizione, dice: “Più cresciamo come volontari, più possiamo aiutare le Apette di oggi e di domani. Tutti i bambini hanno diritto a una vita serena e purtroppo di famiglie in difficoltà ce ne sono sempre più, in Italia”.

Strumento di felicità nel nome di Santa Rita

Vedevo la felicità delle persone che ho incontrato e a cui ho regalato le rose. Mi dicevano: ‘Ma sei arrivata in un momento in cui ne avevo bisogno, in questo periodo di tribolazione’. Io rispondevo: ‘Non sono io, è Santa Rita’”. Questo è il racconto di Rosangela Tuccone di Budoni (Sassari). Nel 2019, ha deciso di prendere lei stessa le piantine di Rose, donando il contributo necessario a sostenere le Apette, per poi regalarle a conoscenti e amici.

Vittorio Coratti

Il mondo ha bisogno di carità: io seguo l’esempio della Beata Fasce

La devozione guida Vittorio Coratti, che ha 78 anni e vive a Monte San Giovanni Campano (Frosinone). Insieme ai figli e ad altri giovani della sua parrocchia è uno dei volontari storici dell’evento ed è già pronto per l’edizione 2022.
“Il mondo ha bisogno di carità e per noi è come dare una mano alla Madre Fasce (la Badessa del Monastero che nel 1938 ha fondato l’Alveare), che pur non avendo nulla e in tempo di guerra ha accolto delle bambine in difficoltà. Dobbiamo seguire il suo esempio che è valido, soprattutto oggi”.

DIVENTA VOLONTARIO ANCHE TU

Sabato 30 aprile e domenica 1 maggio 2022,
portando le piantine di Rose nella tua città,
aiuti le nostre Apette a coltivare le loro speranze.


Il messaggio di auguri di Madre Natalina

Oggi, nel giorno dei Santi Angeli Custodi, l’Italia festeggia i nonni.

Gli anziani e i nonni sono il passato, ma non sono “passati” per usare un’espressione moderna. I nonni sono, anzi, un prezioso bagaglio di esperienze, conoscenze, memorie, emozioni e storie, che sono indispensabili al presente e ancor più al futuro.

Nulla cresce, infatti, in un terreno arido e i nonni, in questo senso, sono il seme, il sole e l’acqua dell’umanità. Lo sono soprattutto per i nipoti, con i quali sempre più spesso crescono insieme. Così, i nonni scoprono una nuova vita e compiono grandi opere. Perché voi nonni siete le risposte alle domande dei giovani, quelle importanti che parlano del domani del mondo.

Benedetti siano i nonni, allora, oggi e ogni giorno! Siano essi nel pieno delle forze o in fragilità, vivono per le famiglie e possono darvi molto.

Tanti auguri nonni, anche da noi monache e
che Santa Rita vi sia sempre vicina.

Madre Maria Natalina Todeschini,
Vicaria del Monastero Santa Rita da Cascia

DOMENICA DALLE 17:30 UNISCITI A NOI
IN DIRETTA AI VESPRI E ALLA SANTA MESSA

Mamme e nonne, a seconda dell’età, non si è solo quando si hanno figli o nipoti di sangue, ma anche quando dedichiamo il nostro tempo e il nostro amore a chiunque ci è accanto o incrocia il nostro cammino.
Noi monache lo sappiamo bene: generiamo non nel corpo ma nello spirito e riversiamo il nostro amore nelle nostre sorelle e nei nostri fratelli, soprattutto chi è nel bisogno, ogni giorno.

Tra tutti, un posto speciale nei cuori di tutte noi lo hanno le nostre Apette, le bambine e le ragazze che accogliamo nell’Alveare di Santa Rita, progetto nel quale cresciamo giovani che arrivano da famiglie in difficoltà.

“La Madre”: il nostro esempio

Non a caso, Madre, era ed è tuttora l’appellativo della Beata Maria Teresa Fasce, la storica Badessa del Monastero Santa Rita, che nel 1938 accolse la prima Apetta e fondò l’Alveare.

La Fasce, però, era “mamma” ancor prima, perché le monache e anche la popolazione di Cascia per lei erano delle figlie e dei figli. Con tutti era comprensiva ed esigente, dolce e autorevole, proprio come un genitore.

A lei, insieme a Santa Rita, noi guardiamo come modello di vita.

Una “Nonna” per le Apette

Tutti i genitori, anche i più severi, una volta diventati nonni, si trasformano. La stessa cosa è avvenuta alla Beata Fasce.

“… si faceva bambina con loro.” Così dice Suor Caterina Santoni nella sua testimonianza al processo di beatificazione. La Fasce, infatti, quando era con le bambine e le ragazze aveva un atteggiamento diverso. Il suo era un affetto incontenibile e la dolcezza era la regola principale.

Le Apette che l’hanno conosciuta mettono sempre in evidenza il comportamento materno della Beata Maria Teresa.
Questo è normale: le nonne, prima di essere tali, sono madri e Madre Fasce non fa eccezione.

CONOSCI MEGLIO LA BEATA FASCE

Nel vocabolario, il volontario è chi si impegna a fare qualcosa di propria volontà. La definizione è corretta, ma non ci spiega il perché…

Per quale motivo si diventa volontari?

Le risposte ci arrivano dai volontari delle Rose di Santa Rita, l’evento nazionale della Fondazione Santa Rita da Cascia che raccoglie fondi a favore dell’Alveare del Monastero Santa Rita da Cascia: la struttura in cui le monache, accolgono e crescono da oltre 80 anni bambine e ragazze, che provengono da famiglie in difficoltà economica e sociale.

Sabato 30 aprile e domenica 1 maggio 2022, le Rose di Santa Rita tornano nelle piazze di tutta Italia proprio grazie ai tanti volontari, che mettono a disposizione il loro entusiasmo e il loro tempo per allestire i banchetti delle rose, fiore simbolo della santa degli impossibili.

Per portare l’amore e la pace di Santa Rita

Angela Concistrè di Sibari (Cosenza), è volontaria dal primo anno e a Cascia è di famiglia. “Fin quando avrò forza mi impegnerò in questa iniziativa, anche per dare una testimonianza a chi si avvicina al banchetto. Dentro alla rosa, infatti, c’è il regalare gioia e amore a tante bambine e ragazze che sono meno fortunate, ma anche portare la pace di Santa Rita a famiglie e persone disperate. Chi prende la rosa si ricarica di fede e speranza”.

Per insegnare che fare del bene è una gioia

Giulio Gallina di Tricesimo (Udine), è un innamorato di Santa Rita e ha sposato l’iniziativa con i suoi figli adolescenti: “È un’attività che devono fare anche bambini e ragazzi – dice – perché è una grande festa, che è educativa per loro nel capire che tendere la mano al prossimo è un divertimento”.

Queste sono le risposte di Angela e Giulio, che sono volontari anche per il 2022. E tu, vuoi diventare volontario per le Rose di Santa Rita?
Unisciti a noi, ti aspettiamo.

DIVENTA VOLONTARIO ANCHE TU

Entra nella grande famiglia dei volontari delle Rose di Santa Rita

Il video della Priora

È una bella coincidenza che oggi sia la giornata mondiale dei sogni, perché voglio proprio parlarvi di un sogno. Quello di Madre Maria Teresa Fasce, storica Badessa del nostro monastero, che è Beata e che tanti anni fa ha realizzato il sogno dell’Alveare di Santa Rita. Si tratta di un progetto che accoglie minori da famiglie in difficoltà economica e sociale, che tutt’ora il nostro monastero porta avanti.

Proprio ieri, noi monache insieme alle Apette e ai Millefiori, così chiamiamo le bambine e i bambini e anche con la direttrice e le educatrici, abbiamo festeggiato gli 83 anni dell’Alveare. Infatti, era il 24 settembre del 1938, quando la Madre Fasce ha accolto la prima bambina, che sua mamma vedova non poteva più crescere.

La storia poteva finire qui, con una suora che fa del bene, ma la nostra storia è molto di più. La Fasce ha creato una casa e una famiglia per tante bambine, che crescono nell’amore, per un futuro migliore.

Attraverso l’Alveare, la Beata Fasce ci invita ad aprire oggi le nostre porte a chi è nel bisogno, come ha fatto lei guidata dall’esempio di Santa Rita. E a non accontentarci di aiutare solo una persona, ma di guardare ad un bisogno più grande. Apri anche tu il tuo cuore e entra in questa storia di carità, che insieme possiamo ancora scrivere.

Suor Maria Rosa Bernardinis,
Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia

DOMENICA DALLE 17:30 UNISCITI A NOIIN DIRETTA AI VESPRI E ALLA SANTA MESSA

Oggi noi monache festeggiamo gli 83 anni dell’Alveare di Santa Rita. Il progetto di accoglienza per bambine e bambini che arrivano da famiglie in difficoltà economica e sociale e che, con l’aiuto di educatrici professioniste, cresciamo nell’amore, per costruire un futuro migliore. Proprio il 24 settembre 1938, la prima bambina venne accolta dalla Badessa, Madre Maria Teresa Fasce, oggi Beata, che ha fondato l’Alveare, segnando la storia.

Innamorata di Santa Rita

Maria nasce il 27 dicembre 1881 a Torriglia, provincia di Genova. La sua è una famiglia borghese, molto religiosa. Ha 19 anni quando “incontraSanta Rita, da poco dichiarata santa. Per lei è un colpo di fulmine: matura definitivamente il desiderio di diventare suora e, anche contro la sua famiglia che la voleva vicina, sceglie il monastero di Cascia, proprio per seguire i passi di Rita.

Badessa per 27 anni

Il Monastero Santa Rita da Cascia accoglie Maria a 25 anni, quando inizia il noviziato nella notte di Natale, prendendo il nome di Suor Maria Teresa Fasce. Un anno dopo, nella stessa Solennità, sancisce coi voti religiosi la sua consacrazione. Attraversando prove e difficoltà, Suor Maria Teresa fortifica la sua vocazione e nel 1912, fa la professione solenne. Poco dopo, viene nominata Maestra delle Novizie, per le quali è una perfetta guida spirituale. Al termine di questo incarico, è scelta come Vicaria e, infine, nel 1920 è eletta Badessa, ruolo che ricoprirà per 9 volte di seguito, ben 27 anni, fino alla morte. Perciò, è conosciuta come “La Madre”.

Preghiera e azione

Per lei affidarsi alla Provvidenza non significa aspettare, ma pregare e agire. Durante gli anni bui della guerra, per tutti i bisognosi è una madre affettuosa, sempre presente e forse attraverso di loro, comprende quanto sia importante diffondere ancor di più il culto di Santa Rita nel mondo. Grazie alla sua tenacia, riesce così a realizzare opere che esistono ancora oggi a Cascia, come la Basilica, costruita con le offerte che chiedeva tramite Dalle Api alle Rose, la rivista che ancora oggi è per tutti la voce di Santa Rita. E poi, l’Alveare di Santa Rita, nel quale esprime tutto il suo speciale spirito materno, cambiando la vita di tante bambine.

La malattia e la beatificazione

Da quando diventa Badessa, la Fasce viene colpita da un tumore al seno, una malattia che affronta come un dono, proprio come Rita con la stimmata, e lo chiama “il mio tesoro”. I problemi di salute sono tanti ma il suo spirito non si è mai spento, neppure dopo la morte che arriva il 18 gennaio 1947. Le sue spoglie benedette riposano nella Basilica Inferiore di Cascia. Nel 1997, San Giovanni Paolo II la proclama beata: è il 12 ottobre, giorno in cui ricorre ogni anno la sua festa.
Nel 2022, celebreremo i 25 anni della sua beatificazione!

ENTRA NELLA NOSTRA FAMIGLIA

Il 22 settembre 2018, il Monastero Santa Rita da Cascia realizzava il suo progetto per tutelare il diritto alla salute. Infatti, oggi ricorre l’inaugurazione del nuovo Ospedale di Cascia, che ci ricorda quanto è importante l’attenzione alla carità e all’umanità.

Garantire il diritto alla salute dopo il sisma

Un grande progetto sociale, che le agostiniane hanno avviato, con l’Usl Umbria 2 e il Comune, dopo che il sisma del 2016 ha distrutto il vecchio ospedale di Cascia e anche quello di Norcia, lasciando tutta la zona senza un centro vicino nel quale ricevere cure e assistenza medica. Il primo finanziamento è arrivato dalla Fondazione Francesca Rava – NPH Italia onlus, che grazie al contributo di Fondazione Vodafone Italia ha sostenuto il progetto.

GRAZIE ai benefattori

La volontà delle monache è stata grande e tenace, ma nulla avrebbero potuto fare senza il prezioso e immenso sostegno economico di tanti benefattori e devoti. Alcuni erano presenti alla storica giornata di festa di tre anni fa a Cascia, che si è concluso con un bellissimo spettacolo sul Sagrato della Basilica.


Nicola Ambrosini dall’Abbruzzo c’era. Lui ha vissuto la paura e la devastazione del terremoto, e gli enormi disagi che sono venuti dopo: “Il Monastero di Cascia per me rappresenta una seconda famiglia, ma oltre questo legame il mio gesto è stato mosso dall’aver provato, in prima persona, quanto sia negativa per una comunità la mancanza di quei punti di riferimento che vengono meno dopo il sisma, primo fra tutti il servizio sanitario, indispensabile alla vita”.

Un ospedale di eccellenza nazionale, per “tornare alla vita”

In concreto, il progetto consisteva nel riconvertire in ospedale la Casa Esercizi Spirituali del monastero, che si trova accanto al Santuario di Santa Rita. Qui, da tre anni quindi, si trova il Centro di Riabilitazione Intensiva, per persone affette da patologie neurodegenerative (dalla sclerosi multipla all’ictus), ortopediche (come i traumi da incidente) e reumatiche. Inoltre, c’è il polo dedicato agli anziani che necessitano della Residenza Sanitaria Assistenziale. Con l’arrivo del Covid-19, inoltre, la struttura tratta la riabilitazione di persone colpite dal virus, che a Cascia imparano a tornare alla vita.

OPERIAMO GUIDATI DALL’AMORE PER SANTA RITA

Scopri tutti i progetti nei quali la Fondazione Santa Rita da Cascia onlus ha sostenuto e sostiene le monache, per aiutare le persone più deboli e bisognose.

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