La fratellanza è un miracolo quotidiano

La fraternità è un diritto e un dovere

Il grazie della Priora ai volontari delle Rose di Santa Rita

Diventiamo missionari di speranza e amore

A Cascia il convegno degli Amici di Sant’Agostino

500 volontari per l’edizione 2022 delle Rose di Santa Rita: grazie!

La famiglia è un dono e insieme una conquista

La Priora ci invita ad essere carità nell’azione

Ultimi giorni per diventare volontari delle Rose di Santa Rita

Oggi è la festa della Beata Maria Teresa Fasce

Secondo Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita, tutti abbiamo la grande responsabilità di accogliere il prossimo come nostro fratello. Come sperimenta sempre nel vivere la sua vocazione e l’accoglienza spirituale qui a Cascia, per l’agostiniano la fratellanza è un “miracolo” quotidiano.

Umiltà per aprirsi al prossimo

“Il nostro Santuario – dice il Rettore – è luogo di incontro dove le persone giungono con il loro pesante carico. Vengono per incontrare Santa Rita e, in lei, il Signore. Questo atteggiamento umile e bisognoso apre all’incontro, pone una fiducia nuova verso le sorelle e i fratelli che accolgono, siano monache, frati, volontari, negozianti o albergatori”.

È un dono essere fratelli e sorelle ogni giorno

Per il Rettore, così come per gli altri padri e le monache, la fratellanza è un impegno giornaliero e continuo. “Le persone aprono il cuore, ci affidano fiduciose il loro fardello di gioie o dolori, e ci chiedono di portarlo ai piedi di Rita, al cuore di Dio. Questa è la fraternità che emerge dalla nostra esperienza, un miracolo di unità e condivisione, un sentire che l’altro può capirmi e mettersi al mio fianco per accompagnarmi o per portare insieme ciò che da soli sembra insopportabile. È il dono, inaspettato, che il Signore fa crescere per insegnarci che siamo profondamente uniti”.  

Rompere l’indifferenza che è un veleno

“Siamo tutti fratelli e sorelle in cammino – conclude il Rettore – cercatori di Dio alla scuola dei santi che ci indicano la strada. Rompiamo ogni isolamento, perché la preghiera squarcia i cieli, e lo Spirito che il Padre buono dona, ci inserisce in un popolo, in comunione con Lui e tra noi, spazzando via ogni veleno, soprattutto quello dell’indifferenza”.

LEGGI DALLE API ALLE ROSE

Trovi l’articolo completo del Rettore nel numero 1-2021.

È passato un anno da quando Papa Francesco ha pubblicato l’enciclica “Fratelli tutti”, sulla fraternità e l’amicizia sociale. Con la sua lettera apostolica, il Santo Padre ci invita a lavorare per cambiare la logica con la quale guardiamo alla vita e agli altri, per cambiare così anche il mondo. Perché la fraternità è un diritto ma anche un dovere di tutti.

Il bisogno dell’altro ci salva e ci unisce

La pandemia ci ha portato via molto, ma ha anche ricreato la coscienza di necessità essenziali, come il bisogno dell’altro. Per dirla con il Papa, “nessuno si salva da solo”. L’unione, allora, è la strada del futuro e lo ‘strumento’ per unire l’umanità è la cultura della solidarietà e fraternità, perché come fratelli e sorelle possiamo sostenerci e metterci al servizio.

La ricchezza dell’incontro

Santa Rita, con la sua vita, ci insegna ancora oggi l’importanza del dialogo e dell’accoglienza. Viviamo, invece, una crisi di fratellanza e ognuno di noi la deve affrontare partendo dal suo quotidiano. Fraternità, infatti, significa che come cristiani e, ancora prima, come esseri umani siamo chiamati a vivere in comunione, oltre ogni diversità e non lasciando nessuno indietro.

Come essere “fratelli tutti” nella pratica?

Quella che ci propone il Papa è una sfida culturale universale. “Sono tempi cattivi, dicono gli uomini. Vivano bene e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi, dice Sant’Agostino (Discorso 81). La responsabilità è anche nostra, nel nostro piccolo. Usciamo da noi stessi e scopriamoci davvero l’un l’altro, spogliandoci di paure e pregiudizi dannosi. Papa Francesco dice che dalle differenze si impara, arricchendosi a vicenda.

Gentilezza e amore: strade di fraternità

Il Papa parla di “miracolo della gentilezza”, perché la gentilezza ci libera dalla crudeltà, rompe l’indifferenza e ci apre al confronto, ci fa vedere gli altri non come ostacoli da superare, ma come opportunità di crescita.

Infine, il patto di fraternità che il Papa ci chiede si basa sull’amore, perché la vera misura della vita non è il profitto, né il potere, ma l’amore. Amandoci e amando, allora, faremo ciò che è meglio per noi e per l’altro, che non sentiremo poi così ‘altro’ da noi.

LEGGI L’APPROFONDIMENTO SULLA NOSTRA RIVISTA
DALLA API ALLE ROSE

Nel numero di gennaio-febbraio 2021, trovi il dialogo sull’enciclica papale, con l’agostiniano Padre Vittorino Grossi, direttore responsabile di Dalle Api alle Rose.

Il video di ringraziamento e benedizione della Priora agli oltre 500 volontari delle Rose di Santa Rita

L’evento delle Rose di Santa Rita torna nelle piazze d’Italia sabato 30 aprile e domenica 1 maggio 2022.
Noi monache, con la Fondazione Santa Rita da Cascia, stiamo preparando tutto perché anche questa sesta edizione sia un successo di carità e amore. Se finora è stato così, il merito è dei volontari che mettono nell’iniziativa tutta la loro passione e gioia, e si stanno già dando da fare per il 2022.

Siamo una famiglia che cresce ogni anno di più. Ai volontari storici, infatti, in questi mesi si sono unite tante nuove persone, che per la prima volta saranno al nostro fianco.

Tutti insieme, porteremo speranza e amore alle nostre Apette, le bambine che arrivano da famiglie in difficoltà e crescono nel nostro Alveare. Al loro futuro e ad altri nostri progetti per l’infanzia, infatti, vanno i fondi raccolti.

Voglio, quindi, dire grazie dal profondo del cuore a tutti i volontari delle Rose di Santa Rita. Siete indispensabili per seminare la speranza di Santa Rita e per garantire a sempre più bambine e bambini serenità, fiducia nella vita e una famiglia che li ama! Dio vi benedica!

Suor Maria Rosa Bernardinis,
Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia

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Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato

Atti degli Apostoli 4,20

Domenica 24 ottobre, la Chiesa celebra la Giornata Missionaria Mondiale, dedicata a rafforzare fraternità e comunione e insieme ad alimentare la forza della propria missione. La giornata, infatti, si rivolge a tutti i cristiani perché ognuno di noi ha una sua missione da compiere, oggi più che mai.

Testimoni e profeti dell’Amore di Dio

Quando sperimentiamo la forza dell’amore di Dio – dice Papa Francesco – quando riconosciamo la sua presenza di Padre nella nostra vita personale e comunitaria, non possiamo fare a meno di annunciare e condividere ciò che abbiamo visto e ascoltato”. Così, il Pontefice ci dice che tutti, anche i più fragili, possono essere missionari del bene, perché chiunque avverta la forza dell’amore di Dio non può che annunciarla e condividerla.

Apriamo i cuori: la missione è anche vicino a noi

L’invito del Papa è quello di non vivere la nostra fede chiusi dentro di noi o in piccoli gruppi, ma di aprirci per raggiungere e abbracciare tutti. La nostra vita di fede sarà allora forte, capace di gratitudine e di annunciare la salvezza del Regno di Dio.

Come cristiani non possiamo tenere il Signore per noi stessi”, ci ricorda il Santo Padre. “La vacazione alla missione è una chiamata che Egli rivolge a tutti, seppure non nello stesso modo. Ricordiamo che ci sono periferie che si trovano vicino a noi, nel centro di una città, o nella propria famiglia”. Proprio qui possiamo fare la differenza con la nostra missione d’amore e speranza.

In preghiera per le nostre consorelle nelle Filippine

Domenica, noi monache di Cascia vi invitiamo a pregare insieme per tutte le persone che con la loro vita sono testimoni del Signore. In modo speciale, pregheremo per le nostre consorelle missionarie del Monastero “Mother of Good Counsel” a Bulacan, regione delle Filippine.

Qui, da trent’anni la loro comunità opera con coraggio, fiducia e amore per non far mai mancare ai tanti poveri il buon volto di Cristo, che si concretizza nella guida spirituale, ma anche nell’assicurare medicinali, cibo e vestiti, per costruire un luogo di vera gioia e speranza.

SCOPRI DI PIU’ SULLA NOSTRA MISSIONE NELLE FILIPPINE

Si svolgerà a Cascia da sabato 30 ottobre a lunedì 1 novembre il convegno degli “Amici di Sant’Agostino” dal titolo “Gesù di Nazareth: dalla religione alla fede”.

Il relatore è Don Luciano Locatelli, dalla Diocesi di Bergamo, che guiderà le tre giornate e in particolare gli incontri, di confronto e dialogo presso l’Hotel delle Rose.

Il programma

Sabato 30 ottobre
8:00 Preghiera delle Lodi (Basilica Inferiore)
9:30 Incontro con Don Luciano Locatelli
12:30 Pranzo
15:30 Incontro, dialogo, proposta di vita
18:30 Riconciliazione
19:30 Cena
21:00 Cascia-Roccaporena: le tappe faticose della vita. (Il Mulino e lo Scoglio della preghiera)

Domenica 31 ottobre
8:00 Preghiera delle Lodi (Basilica Inferiore)
9:30 Incontro con Don Luciano Locatelli
Sarà con noi per tutto il giorno in dialogo fraterno l’amico Tarquinio Furio
12:00 Liturgia della Domenica
15:30 Incontro, dialogo, proposta di vita
19:30 Cena

Lunedì 1 novembre
8:00 Preghiera delle Lodi (Basilica Inferiore)
9:30 Incontro conclusivo con Don Luciano Locatelli
13:00 Pranzo e saluti

Per informazioni: [email protected]

Abbiamo concluso la campagna di ricerca dei volontari, che hanno risposto sempre più numerosi al nostro appello di impegno e carità, facendo crescere la nostra già grande famiglia.

Tanti sono con noi fin dalla prima edizione, altri sono nuovi e parteciperanno per la prima volta all’evento del prossimo anno: quello che è certo è che tutti gli oltre 500 volontari delle Rose di Santa Rita sono già pronti a dare il loro contributo sabato 30 aprile e domenica 1 maggio 2022.

Grazie a loro, infatti, l’evento nazionale delle Rose di Santa Rita, fiore simbolo della santa degli impossibili, alla sua sesta edizione sarà presente in oltre 500 località, in tutta Italia.

La Priora, Suor Maria Rosa Bernardinis, Presidente della Fondazione Santa Rita da Cascia onlus, ha accolto con enorme gioia questo importante risultato. Tra qualche giorno condivideremo proprio un suo speciale messaggio di ringraziamento a tutti i volontari!

Attraverso l’iniziativa, ogni anno la Fondazione Santa Rita da Cascia onlus raccoglie fondi per aiutare le monache di Cascia e i loro progetti per il mondo dell’infanzia, tra cui le Apette, bambine e ragazze che le agostiniane crescono nell’Alveare di Santa Rita.

Sabato 30 aprile e domenica 1 maggio 2022, i volontari e le Rose di Santa Rita vi aspettano in tutta Italia!

Tra non molto entreremo nell’atmosfera del Natale, una festa che più di altre ci parla del grande valore della famiglia. Per viverla al meglio, allora, dobbiamo prepararci bene. Ma, cosa significa essere famiglia oggi?

Lo abbiamo chiesto a Don Fabio Rosini, direttore del Servizio per le Vocazioni della Diocesi di Roma, che abbiamo intervistato nel numero di novembre-dicembre della nostra Rivista, Dalle Api alle Rose.

Maria e Giuseppe sono un modello di famiglia

Per capire l’importanza della famiglia, partiamo dalla ricerca di figure che possono guidarci come punti di riferimento. Per Don Fabio Rosini “Maria e Giuseppe rappresentano degli esempi per il loro aspetto umano, la solidità, l’accoglienza, la cura della vita, l’amore per il bene”.

Da S. Giuseppe al ruolo del padre oggi: attenzione ai figli

Giuseppe è garante e custode della grandezza di Gesù – dice don Fabio. La prima cosa che l’Angelo chiede a Giuseppe, oltre che di prendere con sé Maria e il Bambino, è di dare il nome, deve dire a Gesù tu sei la salvezza. E dare il nome è il modo per consegnare ai bambini, bambine e giovani di questa generazione, la loro importanza, la loro verità. Tornando a San Giuseppe, è anche colui che al momento giusto sa fare un passo indietro, sparire. Ed è questo il compito del padre, a un certo punto deve permettere al figlio di diventare il centro”.

La famiglia: vocazione e confronto

Per don Rosini, la famiglia è un dono di Dio, ma anche una conquista che dobbiamo realizzare e guadagnare giorno dopo giorno. “La famiglia è una vocazione perché parte da un’opera di Dio. L’attuale fallimento delle famiglie è il fallimento delle fondamenta, partendo da noi stessi. Per contro, è una cosa che si fa ogni giorno. É un po’ come la storia della terra promessa, che è sia un dono che una conquista; Dio ce la dà, ma noi ce la dobbiamo prendere. Così è la vocazione: Dio ce la consegna, ma noi dobbiamo coltivarla”.

L’esempio di Santa Rita e un consiglio per le famiglie: forti ma con Dio

Secondo don Fabio Rosini, Santa Rita “sapeva bene che la Provvidenza guida i fatti. Quindi il ‘segreto’ sta nell’alleanza con Dio, nel vivere in Dio le cose della vita. Noi siamo quel che siamo ma con Dio. L’avventura di Santa Rita è quella di tanti santi, che in mezzo a prove spaventose scoprono che si è forti con il Signore”.

LEGGI L’INTERVISTA A DON FABIO ROSINI SU DALLE API ALLE ROSE

Sfoglia e leggi in anteprima l’ultimo numero della nostra rivista, che arriverà nelle case ad inizio novembre.

Il video della Priora

Oggi, alla fine di questa settimana nella quale abbiamo celebrato la nostra spiritualità agostiniana e la Beata Maria Teresa Fasce, sento rafforzato il desiderio di essere carità nell’azione. Intendo dire che per vivere la nostra fede non può bastarci la preghiera, che simbolicamente è la teoria dell’Amore di Dio, ma sempre più dobbiamo impegnarci per passare alla pratica di quell’amore, compiendo quanti più gesti di carità possiamo.

Come cristiani, allora, siamo chiamati a vigilare su come ci comportiamo. Stiamo attenti, ascoltiamo tutto ciò che ci circonda e interveniamo oggi agendo per amore. Tutti lo possiamo fare, ce lo dimostrano con l’esempio concreto delle loro vite la nostra Santa Rita, la Beata Fasce, e tanti altri, religiosi e laici.

Madre Alessandra Macajone, monaca agostiniana morta nel 2005, ha scritto: “ogni giorno si può rinascere, si può ricominciare, si può vivere di più perché si può e si deve amare di più”.

Suor Maria Rosa Bernardinis,
Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia

DOMENICA DALLE 17:30 UNISCITI A NOI
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Santa Rita mi ha aperto il cuore e mi ha fatto scoprire la bellezza di fare qualcosa per gli altri”.
Sono le parole di Emilia Ramona Timis, di Codogno (LO), che insieme al compagno e ai loro due figli è volontaria delle Rose di Santa Rita fin dall’inizio ed è pronta per la sesta edizione di sabato 30 aprile e domenica 1 maggio 2022.

Lo faccio per dare una possibilità alle Apette

Con l’evento delle Rose di Santa Rita, la Fondazione Santa Rita da Cascia raccoglie fondi per aiutare le monache a crescere le Apette, bambine e ragazze che sono accolte a Cascia nell’Alveare, uno dei progetti per l’infanzia delle agostiniane.
Per Emilia, aiutare l’Alveare è una missione: “Sono mamma e ho cresciuto mia figlia da sola, quindi quando è nata l’iniziativa delle rose ho voluto fare la mia parte per dare una possibilità in più alle Apette”.

Santa Rita modello spirituale e di vita

Seguendo Rita, Emilia non ha posto limiti al suo amore e alla sua carità. “Santa Rita è il mio punto di riferimento. La conosco da 10 anni e sono ortodossa, ma è lei che si è manifestata a me in un momento difficile della vita in cui avevo bisogno di un’amica alla quale affidarmi. Perché lei non ha confini e viene per tutti senza differenze, a proteggerci. Senza lei, non ce l’avrei fatta”.

È una festa per me e mi fa stare bene

Le Rose di Santa Rita – racconta ancora Emilia – è l’evento più importante dell’anno per me, perché mi fa stare bene, è una vera festa”.
Dice bene Emilia, è una festa del cuore, capace di donare amore e speranza.

DIVENTA VOLONTARIO

Sabato 30 aprile e domenica 1 maggio 2022, come Emilia puoi diventare volontario delle Rose di Santa Rita. Hai ancora un po’ di tempo per chiedere di partecipare anche tu all’iniziativa!

Lo voglio benché costi, lo voglio perché costa, lo voglio a qualunque costo

Questo è stato il motto della Beata Maria Teresa Fasce, monaca agostiniana vissuta nel Monastero Santa Rita da Cascia nella prima metà del 1900. Per ben 27 anni, fino alla morte, ha guidato la comunità come Badessa, lasciando un segno indelebile nella storia.

Le mani piene di gesti d’amore

Il 12 ottobre 1997, Papa Giovanni Paolo II durante la cerimonia di beatificazione della Fasce, riferendosi al suo motto, disse: “costituisce la sintesi più significativa dei suoi giorni trascorsi nella laboriosità, nella sofferenza offerta al Signore e nell’esperienza mistica. Possano queste sue parole guidare le scelte di vita di ognuno di voi. Che come lei possiate presentarvi di fronte a Dio con le mani piene di tanti gesti d’amore”.

Cosa ci dice la Fasce con questa frase?

Per lei queste parole sono state un vero stile di vita. Donna misericordiosa e libera in Cristo, la Beata Fasce ci sta dicendo che quando ci poniamo degli obiettivi non dobbiamo arrenderci al primo ostacolo, ma capire le difficoltà. Il costo al quale si riferisce, infatti, non è il prezzo materiale ma quello dell’impegno, che determina il vero valore che diamo a ciò che facciamo. Così, la Fasce è riuscita a creare tante opere. Tra tutte, la Basilica e l’Alveare di Santa Rita, dove tutt’ora portiamo avanti il suo insegnamento crescendo molte giovani provenienti da famiglie in difficoltà.

Insieme verso i 25 anni della beatificazione

Oggi, nel suo giorno solenne, apriamo l’anno in cui prepararci a celebrare il 25° anniversario della beatificazione della Fasce, che festeggeremo nell’ottobre 2022.

Auguri di buona festa a tutti e
buon anno in compagnia della Beata Fasce!

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