Comandare o servire? Il nuovo numero di Dalle Api alle Rose
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Malati, medici e famiglie: l’alleanza vincente della Casa di Santa Rita
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Buona Epifania del Signore!
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Epifania del Signore: avviciniamoci a Gesù
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“Per la Casa di Santa Rita partirei anche domani”
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Buon 2022 e che il Signore vi accompagni sempre
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La famiglia non può mancare ai malati
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“Buon anno e buon cammino: decidiamo nel cuore la meta”
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“Voglio esserci sempre per mia figlia”
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Dedicarsi al prossimo è uno dei messaggi più forti che arriva dalla Parola di Dio. Nel Vangelo, infatti, ci viene ricordato che per il Signore non ci sono primi o ultimi, perché siamo tutti figli suoi, amati senza discriminazioni.
Siamo noi che, invece, spesso facciamo distinzioni, mettiamo le persone in categorie che dividono. Mentre si vince solo se restiamo uniti e aiutiamo chi è meno fortunato. Perciò abbiamo raccontato storie di persone che la società definisce “ultimi” nella Rivista “Dalle Api alle Rose”, tramite la quale vi invitiamo a un cambiamento fondamentale che ci avvicini alla paternità di Dio e alla fraternità di Gesù, che abbracciano tutti.
Vite appese
È questo il titolo dell’articolo di Rita Gentili che ha testimoniato come il Vangelo diventa azione concreta nella chiesa di S. Lucia al Gonfalone di Roma. Qui, da oltre 20 anni, il sacerdote Padre Franco insieme a volontari e benefattori, offre servizi essenziali ai bisognosi: dal sacchetto pranzo all’ascolto.
“Immigrati, senza fissa dimora, disperati senza casa né famiglia, persone che hanno perso il lavoro o che cercano solo un aiuto per non abbandonarsi e provare a ricominciare. Per lo più stranieri, ma anche molti italiani”. Dice così Rita Gentili che ci racconta storie di persone che possiamo ritrovare anche vicino a noi e per le quali possiamo fare la differenza.
La valigia
di Marta
“Marta (nome di fantasia) è una ragazza molto giovane, di origini sarde e di professione sarta; ha perso il lavoro a causa del Covid e,
complice la scelta di non vaccinarsi, fa fatica a ricollocarsi sul mercato. Una
ricarica telefonica e dei vestiti sono ciò che le serve per poter di nuovo
disfare le due valigie in cui ha
racchiuso temporaneamente tutta la sua vita”.
Marta è una delle persone che Rita Gentili ha incontrato tra gli “ultimi”, persone che aspettano un gesto di umanità e carità. Un gesto che tutti noi possiamo compiere!
“Comandare o servire?” Questa domanda è il titolo del primo numero del 2022 di “Dalle Api alle Rose”, la rivista di Santa Rita da Cascia, che ogni due mesi arriva nelle case dei devoti d’Italia e del mondo. Il nuovo anno per noi monache inizia proprio da questa domanda, che facciamo a tutti, invitandovi a ricercare la vera grandezza, seguendo il modello di Dio.
La ricetta della grandezza
“Dio non è rimasto lassù nei cieli, a guardarci dall’alto in basso, ma si è abbassato a lavarci i piedi. Dio è amore e l’amore è umile, non si innalza, ma scende in basso”. Con queste parole di Papa Francesco, si apre l’editoriale di Suor Maria Giacomina Stuani, direttore della rivista, che riflette sul nostro modo di fare: “Solitamente seguiamo come modelli di grandezza coloro che la società identifica come i primi. Un titolo che viene stabilito quasi unicamente sulla logica del profitto, del successo e del potere”.
Suor
Giacomina, invece, ci dice che è importante spostare l’attenzione su “cosa” le
nostre azioni producono. Perché è qui che sta la differenza se vogliamo cambiare e seguire la vera grandezza che ci
indica Dio.
“Il
Santo Padre dice di passare da emergere
ad immergerci, da comandare a servire… questa è la ricetta della grandezza
del Signore, che anche noi possiamo conquistare seguendo Gesù, che non solo ci dice di guardare agli ultimi, ma si è fatto
piccolo tra i piccoli. E, con questo numero della rivista, vogliamo fare
come Lui, portandovi con noi”.
Aspiriamo ad essere santi, tra e per gli
altri
Secondo
Suor Giacomina, “la santità riflette la grandezza di Dio alla quale noi
possiamo aspirare. La nostra Rita ce
lo dimostra: non si è messa in cattedra,
ma è andata tra la gente bisognosa. Lì ha trovato Cristo e la strada della
santità, raggiunta ‘sul campo’. Perché la
santità non è una posizione privilegiata o un titolo, ma una missione rivolta
agli altri, con gratitudine, compassione e amore, come fa il Signore”.
“Affrontare la malattia da soli è drammatico. Se non hai incoraggiamenti è quasi inutile fare riabilitazione. Le terapie costano ugualmente tanti sacrifici ma, se hai vicino chi ti ama e ti fa andare avanti, è la voglia di stare meglio che aumenta e hai risultati migliori”
Queste sono le parole del dottor Fabrizio Salvi, neurologo e responsabile del Centro Il BeNe per la diagnosi e la cura delle malattie neurologiche rare e neuroimmuni dell’Ospedale Bellaria di Bologna, che ha dato parere favorevole alla Casa di Santa Rita. Il progetto delle monache che vogliono creare un luogo dove accogliere gratuitamente le famiglie dei malati, lontani dalle loro case perché ricoverati all’Ospedale di Cascia per la riabilitazione. Così nessuno di loro si troverà più solo ad affrontare il percorso di cure, spesso lungo e faticoso.
La famiglia è una marcia in più
“Riabilitarsi vuol dire abilitarsi di nuovo – ha detto ancora il dottore – ma senza gli stimoli giusti è difficile. La famigliati dà la motivazione per riaffermare la tua voglia di vivere. Una persona depressa che non ha nessuno pensa ‘perché devo guarire?’ Se si sente spinta, invece, cambia tutto”.
Con la Casa di Santa Rita lottiamo per la vita
Il
dottor Salvi è convinto che per i malati la vicinanza dei propri cari faccia
una differenza fondamentale. Per lui, infatti, si tratta del diritto alla vita e dell’opportunità essenziale di
avere accanto chi può darti le forze per
vincere la tua battaglia, insieme al medico.
“La vita vale sempre la pena di essere vissuta e la malattia va accettata, manon come una resa. Anzi devi combattere e da soli non si vince. Infatti, non c’è più solo il rapporto medico-paziente ma vanno aggiunti anche i familiari, che sono fondamentali per attivare una vera alleanza terapeutica, l’approccio che può cambiare le cose. In questo senso penso che la Casa di Santa Rita sarebbe parte integrante della riabilitazione: permetterebbe all’alleanza terapeutica di realizzarsi e di combattere meglio la malattia”
La Fondazione Santa Rita da Cascia onlus sta
raccogliendo i fondi per sostenere i lavori di ristrutturazione che permetteranno
alla Casa di Santa Rita di aprire le sue porte al più presto.
Oggi, giorno dell’Epifania del Signore, la Chiesa celebra la manifestazione di Gesù al mondo. Il Vangelo di Matteo ci dice che i Magi entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Domandiamoci, allora: cosa noi offriamo a Gesù?
Lui ci offre la luce, quella che dal giorno di Natale, con il solstizio d’inverno, progressivamente sta crescendo e oggi raggiunge il culmine. Nei vostri cuori è avvenuto lo stesso? Io ve lo auguro con tutta me stessa. Questo è il regalo che chiedo per voi. Che la luce di Cristo e la sua grazia vi raggiungano e crescano in voi di giorno in giorno fino al loro apice, per diffonderle anche tutto intorno a voi.
Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia
Oggi la Chiesa, lavata dalla colpa nel fiume Giordano, si unisce a Cristo suo sposo, accorrono i magi con doni alle nozze regali e l’acqua cambiata in vino rallegra la mensa, alleluia
Dalla liturgia
“Il detto dice che l’Epifania tutte le feste si porta via – dice Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita da Cascia – e in effetti questa bellissima festa in un certo modo le raccoglie tutte. Infatti, si festeggia la ‘Manifestazione’ del Signore, che è il significato della parola ‘Epifania’. Per questo celebriamo, il Battesimo di Gesù, l’arrivo dei Magi per adorare il Signore e le Nozze di Cana. Tutti luoghi evangelici ove Gesù si è manifestato al mondo come Dio”.
Gesù è venuto per
tutti
“Per l’Epifania – continua il Rettore – siamo soliti
ricordare l’arrivo dei Magi e nei
presepi vengono aggiunte le statuine dei tre ricchi pellegrini provenienti da
terre lontane. Questi saggi scrutatori del cielo, giunti da diverse parti del
mondo, rappresentano tutta l’umanità che
si accosta al piccolo Gesù per adorarlo, come Signore e Re dell’universo”.
“Davvero Gesù è venuto per tutti! La sua vocazione
universale si manifesterà in pienezza al termine della sua vita proprio sulla
croce. Il Re dei giudei, il Signore Gesù, il Cristo crocifisso, ‘attirerà tutti
a sé’ donando ‘sangue ed acqua’, i sacramenti per la salvezza di ogni uomo che a lui si accosta con umiltà e cuore
sincero”.
Avviciniamoci anche noi
“Siamo tutti ‘mendicanti d’Amore’, ci ricorda il Santo Padre
Agostino. Anche noi accostiamoci perciò quest’oggi al piccolo Gesù donandogli dal nostro cuore l’oro, perché è il nostro Re, l’incenso, perché è il nostro Dio, la mirra, per quel corpo che ha offerto
per noi sulla croce meritandoci la salvezza”.
“Se
fosse già possibile essere accolte nella Casa di Santa Rita, con mia figlia
Maria, partirei anche domani! Mi auguro che si realizzi presto e che tante
persone generose aiutino per i lavori di ristrutturazione”
Così ci ha risposto Geltrude, per tutti Gina, quando ha saputo del nuovo progetto del Monastero Santa Rita da Cascia. Si chiama la Casa di Santa Rita e accoglierà gratuitamente le famiglie dei malati ricoverati all’Ospedale di Cascia, centro di riabilitazione d’eccellenza a livello nazionale.
Il più grande rimorso di Gina
Gina è della provincia di Agrigento e Maria, che ha 33 anni, è affetta da una malattia genetica, la sindrome di Williams: ha un ritardo nel parlare e per camminare su lunghi tratti ha bisogno della sedia a rotelle. I suoi genitori hanno fatto tutto quello che potevano per garantirle le terapie e la riabilitazione e per seguirla sempre, anche se il centro più vicino alla loro casa si trova a ben due ore di macchina.
“Per anni ho fatto la pendolare da sola, perché mio marito lavorava, poi non ce l’ho fatta più e ora andiamo una volta l’anno. Il mio più grande rimorso è che se avessimo potuto raggiungere altre strutture, magari ora Maria sarebbe più autonoma”.
Diamo una risposta concreta
Per chi, come Gina, spera di veder migliorare le condizioni di salute di un suo caro sapendo di avere una casa anche quando si è lontani dalla propria, desideriamo rendere quanto prima possibile realtà la Casa di Santa Rita, unappartamento di 240 mqal 2° piano dell’Ospedale di Cascia. Qui, sono ricoverati pazienti con malattie neurodegenerative, che per la riabilitazione arrivano da tante città d’Italia. La Fondazione Santa Rita da Cascia onlus sta raccogliendo i fondi per sostenere i lavori di ristrutturazione, che renderanno l’appartamento sicuro e accogliente per tante famiglie.
“Quando hai una persona cara vicina la malattia diventa un po’ più leggera. Perché si ha bisogno d’amore prima di tutto”.
Aiutaci a raggiungere ilprimo obiettivo: raccogliere 130.000 euro per mettere a norma gli impianti e installare il riscaldamento. Grazie ad ogni contributo, anche piccolo, ce la faremo.
Con l’inizio del nuovo anno, abbiamo
davanti 365 nuovi giorni, durante i quali vi auguro di vedere realizzato ciò che
custodite nel cuore. Chiedo al Signore di sostenere ogni vostro passo, per non
farmi mai temere o rinunciare alla conquista della felicità. Sono sicura che
anche la nostra amata Santa Rita vi sarà sempre accanto!
In questi giorni, dopo la nascita di
Gesù, il Vangelo ci dice che Maria custodiva la gioia e lo stupore, che tutti
provavano per quel bambino, meditandole nel suo cuore. Ecco, un modo nuovo per
iniziare l’anno, sia esso ricco di sorprese o imprevisti, e per restare sempre
nella pace: custodire e meditare nel cuore la parola di Gesù. Lui che è la
Pace, non ci farà mancare il suo aiuto e il suo consiglio.
Buon 2022, da me e da tutta la comunità!
Il Signore vi accompagni sempre nei vostri propositi!
Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia
La riabilitazione e la fisioterapia sono un salvavita, devo farle sempre. Mi chiamo Patrizio, ho 29 anni e sono di Cascia. Ho una neuropatia, che comporta il danneggiamento delle cellule dell’equilibrio e compromette i miei movimenti.
Patrizio è giovane ma ne ha passate tante e sa bene quanto sia importante la presenza dei propri cari, soprattutto durante un percorso di cure. A lui non è mai mancata la presenza di sua mamma e suo papà, nonostante i tanti sacrifici.
Purtroppo, non sempre è così per chi, come lui, gira l’Italia per centri di riabilitazione. Infatti, anche Patrizio conosce la solitudine, attraverso le vite di coloro che ha incontrato all’Ospedale di Cascia, centro di riabilitazione d’eccellenza a livello nazionale, dove sono ricoverati tanti malati da fuori regione.
Tanti malati sono soli
“Ricordo una signora di
Teramo, in Abruzzo: la sua famiglia non
aveva trovato un appoggio e si vedevano solo ogni 15 giorni. La signora mi
diceva che avere almeno suo marito vicino le avrebbe dato più forza, perché stava perdendo la fiducia nella ripresa”.
“Ho
conosciuto anche una signora molto
anziana, che aveva rotto il femore ed era a Cascia per la riabilitazione.
Tutti i giorni, suo marito faceva avanti
e indietro in macchina per 180 km. Una volta, era così stanco che si è addormentato in auto al parcheggio
dell’ospedale”.
La Casa di Santa Rita: per garantire ai malati la vicinanza della famiglia
La famiglia è un valore aggiunto, è una possibilità in più che si dà al malato per portare avanti il suo cammino. La famiglia è una grande spalla che, a tutte le età, ci deve o per lo meno ci dovrebbe essere sempre.
Anche secondo le monache di Santa Rita la famiglia non può mancare ad un malato. Perciò hanno pensato di creare la Casa di Santa Rita, un appartamento che si trova al 2° piano dell’Ospedale di Cascia e che accoglierà gratuitamente le famiglie dei malati ricoverati.
La Fondazione Santa Rita da Cascia onlus sta raccogliendo i fondi per i lavori di ristrutturazione necessari. Per farcela abbiamo bisogno del sostegno di tanti!
Nel tempo che scorre abbiamo bisogno di momenti nei quali mettere un punto… e girare pagina. Capodanno è un po’ così. Il susseguirsi dei numeri degli anni nel calendario ci ricordano che il tempo passa, ma il ricominciare dei giorni ogni mese ci promette anche la possibilità di nuovi inizi.
Inizia così il messaggio di Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita da
Cascia, che desidera inviare a tutti i suoi auguri per un buon 2022!
Come sarà il prossimo anno?
“Questa è la domanda che tutti ci facciamo. Sarà un regalo da scartare, una sorpresa da abbracciare. Il cristiano sa da dove viene e soprattutto verso do va. Sant’Agostino ci ricorda che non conta tanto il porto dal quale siamo partiti: ciò che più importa è che nella navigazione conosciamo la meta e ad essa ci orientiamo con decisione. Insomma, quando ci si mette in cammino è importante sapere ‘verso dove’“.
“Decidiamo nel nostro
cuore la meta”
“Come dice il Vangelo: Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia (Matteo 7,25). Sarà un buon anno se so verso dove andare e cercherò di costruire in quella direzione“.
“Questo è il mio augurio: decidiamo nel nostro cuore la meta e incamminiamoci per il ‘santo viaggio’. Le avversità, come sempre non mancheranno, ma è ‘nella perseveranza che saremo salvati’”.
Le certezze che ci
guidano
“Iniziamo l’anno con la certezza che il Signore ci è venuto incontro, per stare con noi. Lui si è fatto Via, Verità e Vita, e ci ha aperto le porte della sua casa, perché attaccati al ‘legno’ della croce potessimo attraversare il mare che ci sta di fronte senza soccombere. Ma piuttosto trasformandolo in opportunità, capaci di raggiungere la meta.
Beato l’uomo che trova
in te il suo rifugio, ha le tue vie nel suo cuore. Passando per la valle del
pianto la cambia in una sorgente; anche la prima pioggia l’ammanta di
benedizioni. Cresce lungo il cammino il suo vigore, finché compare davanti a
Dio… (Sal 84, 6-8)
Buon anno a tutti e buon cammino… insieme, con un cuor solo ed un’anima sola verso Dio!
“Sono
la mamma di Rosa Valentina. Quando è nata ci
hanno detto che non avrebbe vissuto, ma oggi ha 30 anni. Lei è cerebrolesa
e il suo danno è irreversibile, però, grazie alla riabilitazione neurologica ha
acquistato un po’ di autonomia, sensoriale ed emotiva”.
Fabrizia abita a Norcia (provincia di Perugia) ed è una donna forte, eppure non essere vicino a sua figlia la terrorizza, soprattutto durante un percorso di cure ospedaliere, che sono sempre un momento delicato.
“Stando da sola potrebbe decidere di smettere di lottare per la sua vita… ecco perché voglio esserci sempre per mia figlia”.
Tra corpo e spirito: il
valore in più della Casa di Santa Rita
Secondo
Fabrizia, creare la Casa di Santa Rita, che
ospiterà le famiglie per stare vicino ai loro malati ricoverati per la
riabilitazione all’Ospedale di Cascia, è una grazia immensa! Per il corpo,
ma anche per lo spirito…
“La riabilitazione sicuramente è più efficace per il malato, perché sa che c’è una persona che lo aspetta, lo accoglie e lo abbraccia e gli dice che è stato bravo o che comunque non si deve preoccupare perché domani andrà meglio. E poi, nella città di Santa Rita… anche questa è una ricchezza in più! La forza della spiritualità, non è comune a tutti i luoghi”