No ai favoritismi: nella casa di Rita accogliamo tutti
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La Priora sulla domenica della Parola di Dio
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La Beata Fasce a “Di Buon Mattino” su TV2000
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Servire vuol dire regnare: il messaggio della Priora
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“Ho scelto lo stile di vita di Gesù”
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Anche dal Monastero e
dalla Basilica Santa Rita da Cascia arrivano gli auguri a Sergio Mattarella,
riconfermato Presidente della Repubblica per il secondo mandato. Sottolineando
il grande senso di responsabilità e servizio dimostrati, riponiamo grande
fiducia nella sua guida per il futuro dell’Italia.
Mattarella a
Cascia: un giorno storico
Tutta Cascia, e anche le
monache e i padri agostiniani, ricordano come una giornata storica la visita di
Mattarella dell’8 novembre 2017,
seguita al terribile sisma dell’ottobre 2016. Per
la prima volta la città di Santa Rita ha accolto un Capo dello Stato e il suo Santuario
ha avuto l’onore di ospitare un così speciale devoto.
Dopo il benvenuto delle autorità, il Presidente
Mattarella aveva inizialmente incontrato gli studenti delle elementari e medie,
che in quell’occasione gli hanno regalato
lo stendardo di Santa Rita realizzato dai bambini della primaria. Lo stesso
che portano alla storica processione dello Stendardo, replicata ogni anno dal
1731 la domenica prima del 22 maggio, proprio per ringraziare la santa per la
protezione dai terremoti.
Il Presidente da Santa Rita
Tra
i giovani, tra cui anche le Apette
dell’Alveare del Monastero, progetto che accoglie minori in difficoltà, continuò
la visita del Presidente Mattarella al Santuario di Santa Rita, dove anche
molti cittadini e fedeli lo hanno atteso. La visita è poi terminata all’interno
della Basilica, dove Mattarella ha ricevuto un dono speciale da Sara, una delle ragazze dell’Alveare, che gli ha consegnato un’apetta,
uno dei prodotti d’artigianato solidale “Fatto per amore”, realizzati a mano
proprio dalle Apette.
In conclusione, nella Basilica il Presidente
ha incontrato la famiglia agostiniana di Cascia, padri e monache di clausura, e
si è fermato a pregare davanti al corpo
di Santa Rita, per poi porre la sua firma e un messaggio sul
registro del Santuario. Uno speciale pellegrino che ha lasciato il segno!
Il video messaggio della Priora
Oggi, voglio parlarvi del più grande
tra i doni che il Signore ci ha fatto, lo Spirito Santo. Per noi è come un
compagno che c’è sempre, ma per sentire la sua presenza dobbiamo essere umili. Così
lo Spirito lavorerà nel profondo di noi per farci fare cose ancora più grandi,
come ha detto Gesù. Non parlo di imprese spettacolari, ma delle cose di tutti i
giorni.
Lo Spirito agisce sempre: sta a noi
imparare a riconoscere il suo intervento e lasciarci guidare per dare un senso
diverso a ciò che ci accade. Lo Spirito è con noi quando doniamo amore al
prossimo, quando ci impegniamo per la pace e quando soffriamo e cerchiamo la
carezza di Dio. Lo Spirito si manifesta anche con le persone che incontriamo,
magari per caso, eppure riportano il sorriso in una giornata storta.
Attraverso la preghiera, quindi, entriamo più in contatto con lo Spirito Santo. Così avremo sempre un buon maestro, anche nei piccoli gesti. Perché tutto quello che ci dilata il cuore fa una grande differenza nella qualità della nostra vita.
Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia
Servizio Civile Universale al Monastero Santa Rita da Cascia per il progetto “Itinerari dello spirito”, nel campo dell’educazione e della promozione culturale. Presentazione delle domande su: domandaonline.serviziocivile.it alla piattaforma DOL (domanda online), unico strumento attraverso il quale è possibile presentare la domanda di partecipazione.
Per informazioni è possibile chiamare il numero: 3385752399
Il 27 gennaio 2005 tornava alla Casa del Padre Madre Alessandra Macajone. Dal 1989 fino alla morte è stata badessa dell’eremo agostiniano di Lecceto (Siena), che dopo anni di abbandono, grazie al suo lavoro è tornato a nuova vita, diventando oasi di contemplazione e accoglienza.
Testimone della spiritualità agostiniana
Nata a Gela, provincia di Caltanissetta, il 12 luglio 1931, Madre Alessandra è entrata nel Monastero Santa Rita da Cascia il 25 marzo 1963. Anche se negli anni successivi, la vocazione l’ha portata ad altri servizi, il legame con le monache di Cascia non si è mai spezzato.
Porta il suo nome la Casa d’Accoglienza che le missionarie del Monastero “Mother of Good Counsel” hanno realizzato nel 2006 a Bulacan, nelle Filippine.
Per diciotto anni è stata Presidente della Federazione dei monasteri agostiniani d’Italia “Madonna del Buon Consiglio”, ruolo nel quale si è molto impegnata, diventando per tutte le consacrate agostiniane una guida e un importante punto di riferimento.
Preghiamo in memoria di Madre Alessandra
Perciò, nell’anniversario della sua salita al Cielo rendiamo grazie al Signore per il dono che ci ha fatto. E lo facciamo con il testo di una preghiera, composta nel 1983 da Madre Alessandra per i beati di Lecceto.
O Beati Fratelli di Lecceto, voi avete santificato con la vostra vita questo Eremo, e lo avete reso un canto di lode, un’oasi di silenzio e di contemplazione. Noi raccogliamo la vostra eredità e vi preghiamo: otteneteci di amare come voi la ricerca di Dio senza sosta, la continua preghiera, il silenzio, l’umiltà e la semplicità di vita. Tutto questo lo mettiamo a servizio della Chiesa, di ogni uomo, che approderà quassù in cerca della pace Dio.
La
scorsa settimana abbiamo ricordato e celebrato i 75 anni dalla morte della
nostra Beata Maria Teresa Fasce, la storica badessa del Monastero Santa Rita da
Cascia, che è stata beatificata da Papa Giovanni Paolo II nel 1997. Quest’anno,
saranno molti i momenti dedicati alla Fasce, poiché celebriamo il 25° anniversariodella sua beatificazione.
Speciale Madre Fasce
Anche
“Dalle Api alle Rose”, la rivista di Santa Rita da Cascia, creata
proprio dalla Fasce nel 1923, esprime lo spirito di celebrazione che
caratterizza tutto il 2022. Infatti, sfogliando la rivista di gennaio-febbraio
trovate quattro pagine dedicate
interamente alla Beata Teresa Fasce, da tutti conosciuta ieri e oggi come la Madre
perché per 27 anni è stata Badessa del monastero.
All’interno di ogni numero della Rivista, lo speciale presenterà la figura, il pensiero e le opere della Beata Fasce, raccontando la storia di una donna, una monaca, che ha segnato il passato, il presente e il futuro di Cascia e di ogni persona che l’ha incontrata e di chi ancora oggi si avvicina a lei.
Tanti saranno i temi attraverso i quali, tramite la Rivista, vi parleremo della Fasce. In questo primo speciale abbiamo approfondito un aspetto fondamentale della sua vita, ovvero il rapporto con la politica. Con le autorità, infatti, la beata si confrontò sempre con tenacia e carattere, sia a livello locale che nazionale. Questo portò tanti buoni frutti, tra cui la costruzione della Basilica di Santa Rita.
“La Beata Maria Teresa – scrive nell’articolo dello speciale lo storico Mauro Papalini – era donna di grande contemplazione con il cuore in cielo, ma era estremamente pratica e concreta, con i piedi per terra. Specialmente dal 1925, quando si cominciò a progettare il nuovo tempio di Santa Rita, era importante avere buoni rapporti con le autorità politiche, data l’estrema difficoltà dell’impresa. Il suo atteggiamento era di grande rispetto verso le autorità, mai di adulazione”.
Fratelli miei, la vostra fede sia immune da favoritismi personali. Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», non fate forse discriminazioni?
Vangelo di Giacomo 2,2-5
Partendo da queste parole del Vangelo, Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita di Cascia, ci parla della vera accoglienza, che è priva di discriminazioni e favoritismi. Questo è il tema del suo ultimo articolo su “Dalle Api alle Rose”, la rivista del monastero, che arriva nelle case dei devoti d’Italia e del mondo.
Le tante
sfaccettature dei pellegrini
“L’ invito dell’apostolo Giacomo a non fare favoritismi è un tema delicato in un Santuario come il nostro dove, grazie a Dio, vengono persone da ogni parte del mondo, con sensibilità e culture diverse, e di ogni ceto sociale. Inoltre, molti hanno esperienza di fede, mentre altri, turisti e curiosi, non conoscono ancora il Signore”.
“Questa umanità bella e diversa – continua
Padre Luciano – va ricevuta con gentilezza e comprensione, perché desideriamo che tutti si sentano accolti
nella casa del Signore e di Rita. Nonostante le buone intenzioni, non siamo
sempre capaci di farlo e confidiamo nella vostra pazienza. Ma è un esercizio
importante, perché siamo l’abbraccio accogliente del Padre, chiamati a facilitare l’incontro personale con il
Signore tramite Santa Rita, perché lei possa sussurrare al vostro cuore le
parole di vita di cui avete bisogno”.
C’è chi soffre e chi ha il peso della responsabilità
“Un’attenzione particolare l’abbiamo verso
chi è più sofferente e chi ha grandi responsabilità, davanti a Dio e agli
uomini. Perciò nelle celebrazioni o nell’entrare all’Urna di Santa Rita,
cerchiamo di dare i primi posti o il
permesso a chi più soffre o a chi ha il
peso di una carica istituzionale, sperando che la vicinanza con Rita illumini loro il cuore all’Amore di Dio”.
Guardiamo il cuore
prima dell’aspetto
“Per noi, ciò che conta – conclude il Rettore
– è portare tutti a Cristo, considerando il cuore più che l’aspetto, il servizio più che
la gloria, la comunione più che il primeggiare”.
Domani è la domenica della Parola di Dio, voluta dal Papa. È importante, infatti, essere protagonisti e testimoni della Parola di Dio, perché la Sacra Scrittura non è qualcosa di lontano da noi e il suo valore non si ferma alle pagine scritte.
La Parola di Dio è viva, attuale e
presente, e ci permette di leggere in modo più chiaro quello che ci succede
nella vita. E, a seconda della persona che la accoglie, la Parola dà risposte e
frutti diversi, ma che donano sempre vita e santità.
Quindi, se non lo fate già, vi invito da oggi ad iniziare la giornata leggendo il Vangelo del giorno e lasciando che porti un segno concreto dentro di voi. Perché in quelle parole potete trovare le risposte, i consigli, le certezze, le ispirazioni e le speranze di cui avete bisogno. Rendiamo viva la Parola di Dio, come ha fatto la nostra Santa Rita e cammineremo con la Chiesa, fratelli e sorelle insieme.
Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia
Domani mattina, martedì 18 gennaio,
Di
Buon Mattino il noto programma di TV2000,
dalle 9:00 alle 9:45 circa, dedicherà un ampio spazio alla Beata Madre Maria Teresa Fasce.
Un appuntamento da non perdere, sul canale 28 del digitale terrestre, 157 di Sky o 18 di Tivùsat.
Storia
di una donna che ha lasciato il segno
Domani ricordiamo i 75 anni dalla salita al Cielo della
Madre Fasce, che nella prima metà del 1900 è
stata per 27 anni badessa del Monastero Santa Rita da Cascia. La sua vita
sarà raccontata dal programma televisivo con ospite in studio l’agostiniano
Padre Pasquale Cormio.
Non mancheranno collegamenti in diretta da Cascia con
il Rettore della Basilica di Santa Rita da Cascia, Padre Luciano De Michieli e
la Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, Suor Maria Rosa
Bernardinis.
Il Rettore sarà davanti alle spoglie della beata,
conservate nella Basilica inferiore, mentre la Priora si collegherà dall’Urna di Santa Rita, a testimoniare
il grande legame tra le due donne benedette.
E, ci sarà anche la testimonianza della signora Antonietta,
di Somma Vesuviana (Napoli) che nel 2018 ha avuto uno speciale incontro con la Fasce.
Madre Fasce: un anno di ricorrenze
Con il suo carisma e le sue opere, la Fasce ha impresso un segno indelebile nella storia, tanto importante che nel 1997 è stata proclamata beata e quest’anno celebriamo il 25° anniversario della beatificazione.
Inoltre, il 18 maggio prossimo ricorderemo anche i 75 anni della consacrazione a chiesa della Basilica di Santa Rita, costruita proprio dalla Beata Fasce, che voleva creare un luogo dove accogliere tutti i devoti della sua amata Rita.
Oggi voglio parlarvi dell’umiltà di Gesù. Come Figlio di Dio avrebbe potuto dominare tutto e tutti, come spesso vogliamo fare noi oggi. Lui, invece, sceglie di essere servo e ci chiede di seguirlo in questa scelta di vita.
Dopo aver festeggiato col Natale la venuta di Gesù che si è fatto uomo, infatti, ora spetta a noi camminare al suo fianco per vivere insieme la sua lieta notizia. Come? Entriamo nella logica del servizio al prossimo e scopriremo il senso di ogni cosa.
Gesù ha manifestato la sua identità di Servo fin dall’inizio: ha obbedito al Padre ma non per dovere, anzi per amore, facendo propria la Sua volontà. La missione a Gesù era chiara, non altrettanto ai discepoli, che discutevano su chi fosse il più grande tra loro! Gesù dirà: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”.
Perché, servire vuol dire regnare davvero. Vi invito a meditare su questo aspetto della vita di Gesù e a concretizzarlo nella vostra vita.
Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia
L’impegno verso le fasce più deboli e più
povere, mi sembra il miglior modo per vivere il mio essere prete
Questa
è una delle prime frasi che don Luciano
Locatelli, operatore della Caritas Diocesana di Bergamo, ha detto nell’intervista
pubblicata sul numero di gennaio-febbraio della Rivista di Santa Rita, “Dalle Api alle Rose”.
Nell’articolo,
Marta Ferraro ci racconta l’impegno
di don Luciano che ogni giorno è vicino
adanziani,
malati, bambini, senza tetto, richiedenti asilo e tossicodipendenti.
In Caritas, infatti, si occupa di servizi
a sostegno della persona, come l’ascolto, l’accoglienza e la gestione del
dormitorio.
Il desiderio di dedicarsi a servire il prossimo in don Luciano Locatelli nasce dalla volontà di seguire gli insegnamenti di Cristo. “Lui ha sempre privilegiato le persone che non hanno voce, che non contano. È per questo che io ho scelto il suo stile di vita. Accanto al grosso carico di sofferenza con cui ogni giorno vengo in contatto, c’è la bellezza di scoprire angoli della vita inaspettati”.
La felicità dell’altro prima di tutto
Quando Marta Ferraro gli chiede: perché tutti dovremmo fare volontariato? Don Luciano risponde così: “Credo che fare volontariato voglia dire scegliere lo stile di vita di Gesù, perché credere in Gesù non è aderire a un sistema dottrinale, ma assumere nella propria carne il suo modo di fare, che è completamente orientato alla felicità dell’altro”.
Santa Rita ha lasciato il segno
Al
termine, don Luciano ha parlato anche nella nostra Santa Rita, dicendo: “mi
piace perché è una santa normale, una donna della sua epoca che ha illuminato il suo tempo come ha
potuto, ma ha lasciato il segno proprio per questo. Mi piace questa sua normalità, perché
non è una luce che acceca, è piuttosto una luce soffusa che arriva
dappertutto”.