Anche un ramo secco può fiorire e portarci nuova speranza
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Settimana Santa 2022 nella Basilica di Santa Rita a Cascia
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Dall’imprevisto può nascere nuova speranza
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La Pia Unione Primaria Santa Rita, insieme a Cascia da tutt’Italia
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Rita e la vocazione: un cambiamento vero
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La Fondazione Santa Rita da Cascia onlus incontra il Centro La Semente di Spello al monastero di Cascia
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La vocazione è il coraggio di scoprire il progetto di Dio per te
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A Cascia, incontro degli Amici di S. Agostino nella Settimana Santa
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Rita vedova ci dice che solo amando non siamo più soli
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Preghiamo con il Papa il Cuore Immacolato di Maria
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Nel
9° giovedì, Rita è messa alla prova nell’anno di noviziato, innaffiando un
legno secco, che è diventato una vite e ogni anno porta ancora frutti. Un
miracolo e un simbolo che ci ricorda quanto sono importanti insieme la
determinazione e l’umiltà per realizzare i nostri sogni. L’una senza l’altra
può farci perdere la strada.
Succede
che quello che desideriamo non va secondo i nostri piani: arriva qualcosa che
ci spiazza e ci sembra di tornare indietro. Solo se la nostra volontà rimane ferma,
non ci arrenderemo davanti a nessun ostacolo. Questo, però, non vuol dire che dobbiamo
fare tutto da soli o peggio passare sopra gli altri. Infatti, l’umiltà è
essenziale, perché ci permette di fidarci e affidarci alle persone, ascoltare i
consigli e vedere quella che oggi sembra un’umiliazione o una sconfitta come
una ricchezza per arrivare ai nostri obiettivi, anche se non capiamo come.
Rita obbedisce alla Superiora e innaffia quel legno, perché si fida e perché la sua meta è Dio, e a Lui non si arriva seguendo la logica, ma l’amore. Così, ci dice che i nostri sforzi non sono mai vani se rivolti al bene e anche un ramo secco, cioè quello che nella vita non va come vogliamo, può fiorire e portarci nuova speranza.
Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia
Nel nono giovedì, vediamo Rita durante il noviziato in monastero, messa ancora alla prova. Chiedendole di innaffiare un ramo secco, la Madre Badessa di allora testa la sua fiducia in Dio, l’umiltà e la determinazione, qualità ancora oggi essenziali per ogni percorso di vita. Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita da Cascia, ci inviata a riflettere su questo.
Quando arriva l’ostacolo,
come rispondiamo?
“Le prove non finiscono mai – dice il Rettore – e una delle cose più difficili della vita è accettare l’imprevisto. Avevamo progettato che le cose andassero in un certo modo e magari ci avevamo anche investito tanto in desideri e attese… e poi accade l’imprevisto… siamo costretti a rinunciare, adattarci, ripensare, o, ancor più difficile, a seguire il progetto di altri. Chissà se Rita ha vissuto questo, quando le è stato comandato d’innaffiare quel bastone. Certo non sarà stato facile rispondere di sì. Eppure aveva imparato che tutto, ma proprio tutto, concorre al bene per coloro che amano Dio. La strada che suggerisce è fatta di umiltà e sacrificio. Non è semplice, ma è l’unica che rende tutto realizzabile e ci avvicina a Dio”.
La fiducia in Dio è libertà e impegno
Rita dice sì a quella ennesima prova, affidandosi al Signore, ma non lo fa passivamente. “Anche le cose più insulse – continua Padre Luciano – Dio le fa diventare materiale da costruzione, anzi, pietra angolare. Lui ci educa ad accettare il progetto che ha per ognuno di noi: Lui sa il perché e il come, il da dove e il verso dove. Ma, questa grande fiducia non ci esime dal discernere, dallo scegliere, dal prendere decisioni… anzi, ci chiede la libertà e la disponibilità all’ascolto: della sua voce nella preghiera, del leggere i fatti e il cambiare delle persone. Ci chiede di mettere il cuore, la passione e l’affetto in ciò che facciamo, ma non il possesso, il protagonismo, la rigidità. Uno semina e un altro raccoglie, ma è Dio che fa crescere, dice la Parola”.
C’è sempre nuova vita
“Il bastone secco che mette germogli e diventa una vite rigogliosa, tra lo stupore di tutti, è segno che i nostri sforzi non sono mai vani quando sono offerti a Cristo e fatti con l’amore e la dedizione di cui siamo capaci. Ancora una volta Rita ha sperimentato che ciò che sembra irrimediabilmente ‘secco’, come a volte è il cuore dell’uomo, può tornare a vivere. Dio può operare questo miracolo anche oggi, anche per te, ma non senza la tua collaborazione, il tuo impegno, la tua umile obbedienza, vissuti nelle vicende concrete della tua storia. Così, arriverà quel segno che aspetti e nulla andrà perduto del bene creduto e donato con perseveranza”.
Vi ricordiamo che, nella Settimana Santa di Pasqua, il 10° giovedì di Santa Rita sarà celebrato eccezionalmente martedì 12 aprile.
Nonostante
il freddo per il ritorno improvviso della neve, l’appena trascorso fine
settimana a scaldare Cascia ci ha pensato la sempre più numerosa famiglia della Pia Unione Primaria Santa
Rita, che si è ritrovata per l’annuale incontro generale. Grazie alla loro
presenza, in Basilica, ma anche in tutta la città, si è respirata un’indescrivibile
aria di amore e fede, nel nome di Santa
Rita.
Ben
43 gruppi provenienti dal nord, centro e
sud Italia, isole comprese, per un totale di oltre 1000 persone, hanno partecipato ai vari appuntamenti nelle
due giornate casciane, organizzate quest’anno dai gruppi della Sicilia.
Tra i momenti più ricchi di devozione, preghiera, gioia e anche commozione nel ritrovarsi, l’Adorazione di sabato, a cui hanno preso parte anche le monache agostiniane, e la processione di domenica, al termine della Celebrazione Eucaristica. Aperta dalla bellissima statua di Santa Rita, proveniente da Menfi (provincia di Agrigento) la processione finalmente è tornata a svolgersi per le vie di Cascia, vedendo anche la partecipazione della comunità locale e del sindaco con l’amministrazione.
Il bilancio dell’incontro non poteva essere più positivo, avendo visto anche ben 7 nuove affiliazioni: Cellino San Marco (provincia di Brindisi), dalla provincia di Agrigento, Aragona, Ravanusa e Lucca Sicula, poi ancora Nicolosi e Biancavilla (provincia di Catania) e Terrasini (provincia di Palermo). Sette nuovi gruppi che entrano ufficialmente a far parte della grande famiglia della Pia Unione!
L’appuntamento, ora, è per l’Incontro Generale del prossimo anno, che si terrà a Cascia il 15 e 16 aprile 2023. Il testimone dell’organizzazione passa alla regione Puglia, che è già all’opera per fare in modo che anche il prossimo incontro segni la storia della Pia Unione Primaria Santa Rita.
L’8° giovedì è una svolta nella vita di Rita, che entra qui nel Monastero di Cascia, diventando monaca agostiniana. Quanti di noi, soprattutto in un periodo di difficoltà, desiderano una svolta! Un desiderio che, dopo le morti del marito e dei figli, era nato anche in Rita, ma non per scappare dalle sofferenze e dalla solitudine. Perché non ci sono scorciatoie. Il dolore per essere superato va vissuto, scavando dentro di noi e nella nostra realtà. Rita, infatti prima di trovare la pace consegnando la sua vita a Dio, ha riconciliato la famiglia del marito e la città, che volevano vendetta.
Questo ci dice che per superare ciò che ci affligge dobbiamo affrontarlo e cambiare le cose alla radice. Solo così ritroveremo noi stessi, anzi una versione migliorata di noi, perché quel dolore ci farà crescere. Così è stato per Santa Rita che nei suoi 40 anni in monastero ha fatto un cammino, spirituale e umano.
Ha dilatato il suo cuore per amare senza misura, perciò ancora oggi tanti si sentono uniti a lei. Questo è il cambiamento vero, una vocazione per la vita, a cui tutti dobbiamo aspirare.
Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia
Un’occasione per portare la missione di sostegno ai più fragili verso nuovi traguardi
“Aver incontrato
nel nostro monastero i ragazzi del Centro La Semente di Spello ha emozionato
noi monache, soprattutto perché avremmo voluto farlo prima ma il covid ce l’ha
impedito. Il legame con questa bella realtà umbra che si occupa di autismo, è
nato nel 2020 in piena pandemia, quando abbiamo teso loro la mano per garantire
il servizio anche a domicilio, chiedendo alla Fondazione Santa Rita da Cascia
onlus di intervenire. Oggi, conoscerli c’ha fatto vedere i frutti della nostra
donazione e capire quant’è importante continuare a cercare nuovi bisogni,
vicini e lontani, a cui rispondere concretamente con l’amore che Rita ci
insegna”.
Così Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia e Presidente della Fondazione Santa Rita da Cascia onlus commenta l’incontro di ieri (31 marzo) con il Centro diurno La Semente di Spello (PG), gestito da ANGSA Umbria – Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici, con l’Assessorato alla Sanità della Regione Umbria. A Cascia, ragazzi e operatori, hanno respirato quella spiritualità che si fa aiuto tangibile.
“Il momento con
La Semente, alla luce della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo
del 2 aprile – ha detto Roger
Bergonzoli, Direttore Generale della Fondazione Santa Rita da Cascia onlus – testimonia
la centralità di un impegno all’avanguardia e non solo assistenzialistico sull’autismo.
Una centralità, emersa subito quando due anni fa ho parlato con la Priora, che
ha chiesto alla Fondazione di mettere a disposizione le nostre professionalità
e i nostri mezzi per una raccolta fondi. Inoltre, la collaborazione con
organizzazioni virtuose, segna per la nostra Fondazione, a 10 anni d’attività, una
fase di crescita rivolta ad uno sguardo sempre più presente nelle aree di
fragilità, per generare impatto sociale”.
L’AIUTO DATO ALLA SEMENTE
Il lavoro della Fondazione Santa Rita da Cascia onlus nel 2020 ha permesso alle agostiniane di devolvere 50.000 mila euro al Centro diurno La Semente di Spello. “L’aiuto ricevuto – ha dichiarato Paola Carnevali Valentini, Presidente di ANGSA Umbria – ha fatto davvero la differenza quando il nostro impegno ventennale in sostegno ai giovani adulti autistici e alle famiglie, propedeutico all’inserimento nel mondo del lavoro, rischiava di fermarsi a causa del covid. Invece, abbiamo superato la crisi e nel 2021 sono stati realizzati anche nuovi servizi, come psicoterapia e ippoterapia. Perché quando la fede si concretizza in atti d’amore reali, il mondo diventa un posto migliore dove continuare a sperare”.
I PROGETTI DEL PRESENTE: LA CASA DI SANTA RITA
Per portare sempre più la carità ritiana nella società e rispondere a nuovi bisogni, da Natale 2021, la Fondazione Santa Rita da Cascia onlus ha lanciato la raccolta fondi per La Casa di Santa Rita, progetto d’accoglienza delle monache rivolto alle famiglie dei malati dell’Ospedale di Cascia. Qui, nel centro di riabilitazione, polo d’eccellenza nazionale, sono ricoverate persone da tutt’Italia che sono sole ad affrontare le cure. Per i loro cari si vuole trasformare un appartamento di 240 mq in una seconda casa. Ad oggi, grazie alle donazioni di tanti, è stato raggiunto il primo obiettivo: 130.000 euro per i lavori di messa a norma degli impianti e installare il riscaldamento. Questi interventi, però, sono solo l’inizio.
Nell’ottavo giovedì, vediamo Santa Rita consacrarsi a Dio, diventando monaca agostiniana. Così scopre la sua vocazione: continuare ad amare sopra ogni cosa. Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita da Cascia, riflette sulla scelta di Rita e su cosa questa dice a tutti noi, quando siamo davanti a decisioni e cambiamenti importanti.
La vita è una
risposta
“Cercare la propria vocazione – dice il Rettore – vuol dire scoprire ciò a cui siamo chiamati da Dio, che ci ha creati, voluti e amati da sempre. Lui ci ha donati ai nostri genitori perché si prendessero cura di noi aiutandoci a realizzare la nostra vocazione, non ci ha pensati come fogli bianchi, ma come unici e irripetibili. Perciò il Signore conosce i nostri limiti e le nostre potenzialità, le fragilità e il dono che siamo. Per tutti noi ha un progetto, che possiamo scoprire parlando con Dio, attraverso fede e preghiera.
Ci sono sempre
prove da superare
“Rita ha vissuto le sue scelte – ricorda Padre Luciano – chiedendosi a cosa Dio la chiamava: ha custodito quel progetto d’amore, nel quale solo Lui poteva accompagnarla. Ma, per entrare in monastero prima ha dovuto portare pace intorno a sé. Infatti, se non hai la pace dentro non potrai certo vivere una nuova vita. Lei è stata in prima fila e c’ha messo la faccia, le parole e il cuore. Così, mentre per tutti la pace era impossibile, la fede di Rita, le sue capacità, l’intercessione dei santi che amava, hanno aperto le porte allo Spirito di Dio per la riconciliazione”.
Non si può scappare dal mondo, ma
scegliere di amarlo di più
“Decidere di consacrarsi a Dio in un monastero di clausura – osserva il Rettore – è una decisione coraggiosa, che si prende solo se stai sperimentando nel cuore un amore per Dio che non sai contenere. Sarebbe sciocco pensare che una donna così coraggiosa come Rita, a 36 anni, scelga il monastero per scappare dal mondo delusa da tutto. Un monastero è sempre il cuore di una cittadina. Un luogo di aiuto e preghiera, in cui tante persone consegnano le proprie pene, cercando consiglio e conforto. Rita, allora, entra in monastero perché ama la vita, ama la sua gente, non vuole smettere di amare, ma vuole anzi offrire tutta se stessa”.
Imparare a lasciarsi
plasmare dal Signore
“Rita
– conclude il Rettore – invita tutti noi a gettarsi come lei nella fornace ardente dell’amore di Dio
per lasciarsi riplasmare. Così, da sposa e madre di famiglia, lei è arrivata
ad essere ancora adesso madre e sorella
di ognuno di noi. Una famiglia che
non ha confini, se non quelli dell’infinito amore di Dio”.
“L’Amore è inizio e futuro al mondo”,
questo è il titolo e il tema intorno a quale si svilupperanno le tre giornate
che gli “Amici di Sant’Agostino”
stanno organizzando a Cascia, dal 14 al
16 aprile.
Nel
cuore della Settimana Santa di Pasqua, l’incontro nella città di Santa Rita, si
preannuncia come una ricca esperienza di comunione e fede, per esplorare
insieme i nuovi tempi dell’ecumenismo e contemporaneamente vivere la speranza e
la gioia della Risurrezione.
A
guidare gli incontri, che si terranno presso l’Hotel delle Rose, sarà la pastora battista Lidia Maggi, teologa, in
servizio a Varese, che si occupa di formazione e dialogo ecumenico.
Il programma
13 aprile Arrivo e sistemazione in serata (cena ore 20.00)
14 aprile – Giovedì Santo Ore 8.00 – Preghiera delle Lodi Ore 9.30 – Incontro con la Pastora Lidia Maggi Ore 11.00 – Lavori di gruppo Ore 12.30 – Pranzo Ore 16.00 – Incontro con la Pastora Lidia Maggi Ore 18.00 – In Basilica: Messa“In Coena Domini” Ore 18.30 – Ogni gruppo prepara la Veglia di Preghiera Ore 19.00 – Cena Ore 21.00 – In Basilica: Veglia di Preghiera (*)
15 aprile – Venerdì Santo Ore 8.00 – Preghiera delle Lodi Ore 9.00 – Incontro con la Pastora Lidia Maggi Ore 11.00 – Cascia-Roccaporena. Il Sentiero di Santa Rita, richiamo testimoniale a cammini di misericordia Ore 12.30 – Pranzo al sacco Ore 14.00 – Via Crucis Ore 17.00 – In Basilica: Liturgia “Nella passione e morte di Gesù” (*) Ore 19.00 – Cena Ore 21.00 – Tradizionale Processione del Venerdì Santo e serata d’addio
Nel 7° giovedì vediamo Rita nella solitudine della vedovanza, durante la quale ha affrontato un vero calvario. Infatti, per chi non ha più accanto le persone care ogni progetto, ogni speranza si azzera e niente è più lo stesso.
Ma non è tutto perduto, perché la vita continua ad essere un dono ed è questo che Rita ci dimostra, non perdendo mai il coraggio. Grazie alla fede, ha trasformato il dolore in un nuovo frutto, ha trovato la forza di ripartire ogni giorno e rimettersi in gioco, più di prima.
Ha
fatto la volontà del Padre, cioè ha amato come ama Dio. Solo amando, infatti, non
siamo più soli. E poi, con noi opera lo Spirito di Cristo. Fidatevi di Lui.
Santa Rita vi invita, con la preghiera, a restare aperti al disegno divino che sicuramente darà un senso tutto nuovo alle vostre giornate. Non è facile ma così si può tornare a vivere. Trasformate la morte in Risurrezione e date un nuovo senso alla vostra esistenza. Potete ancora dare molto. Vivete amando chiunque incontrate e facendo opere di bene, così costruirete una vita e una società migliore, per voi e per tutti.
Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia
Le Comunità Agostiniane di Santa Rita a Cascia invitano tutti i devoti oggi, venerdì 25 marzo, a partecipare alla Santa Messa delle 17:00 al termine della quale reciteranno in contemporanea con Papa Francesco una speciale preghiera per consacrare e affidare tutta l’umanità, in particolare la Russia e l’Ucraina, al Cuore Immacolato di Maria.
Ecco
il testo della preghiera che sarà recitata venerdì 25 marzo, anche nella
Basilica di Santa Rita a Cascia.
ATTO DI
CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
O
Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione,
ricorriamo a te. Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di
quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato
la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu
sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace.
Ma
noi abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle
tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre
mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e
stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani. Ci siamo
ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo
lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo. Abbiamo
preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare
l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo
custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Abbiamo dilaniato con
la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del
Padre nostro, che ci vuole fratelli e sorelle. Siamo diventati indifferenti a
tutti e a tutto, fuorché a noi stessi. E con vergogna diciamo: perdonaci,
Signore!
Nella
miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità
del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona,
ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui
che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la
Chiesa e per l’umanità. Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più
angusti della storia ci conduci con tenerezza.
Ricorriamo
dunque a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in
ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora
buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono
forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro
cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi
che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche
e vieni in nostro aiuto.
Così
hai fatto a Cana di Galilea, quando hai affrettato l’ora dell’intervento di
Gesù e hai introdotto il suo primo segno nel mondo. Quando la festa si era
tramutata in tristezza gli hai detto: «Non hanno vino» (Gv 2,3). Ripetilo
ancora a Dio, o Madre, perché oggi abbiamo esaurito il vino della speranza, si
è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità. Abbiamo smarrito
l’umanità, abbiamo sciupato la pace. Siamo diventati capaci di ogni violenza e
distruzione. Abbiamo urgente bisogno del tuo intervento materno.
Accogli
dunque, o Madre, questa nostra supplica.
Tu,
stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra.
Tu,
arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione.
Tu,
“terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo.
Estingui
l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono.
Liberaci
dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare.
Regina
del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare.
Regina
della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità.
Regina
della pace, ottieni al mondo la pace.
Il
tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai
versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E
mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace.
Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle
bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le
loro case e il loro Paese. Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci
sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata.
Santa
Madre di Dio, mentre stavi sotto la croce, Gesù, vedendo il discepolo accanto a
te, ti ha detto: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26): così ti ha affidato ciascuno di
noi. Poi al discepolo, a ognuno di noi, ha detto: «Ecco tua madre» (v. 27).
Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia.
In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha
bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo
ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il
tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla
fame, dall’ingiustizia e dalla miseria.
Noi,
dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo
Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la
Russia e l’Ucraina. Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e
amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal
tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che
ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà. A te dunque consacriamo
l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le
angosce e le speranze del mondo.
Attraverso
di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della
pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo
Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro
cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù,
fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade,
guidaci sui sentieri della pace.
Amen.
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