Con la spina Rita voleva l’Amore: il pensiero della Vicaria

La spina non è qualcosa da cui fuggire

Le Rose di Santa Rita tornano in tutta Italia e anche online

Maggio Ritiano e Festa di Santa Rita 2022

Gemellaggio di fede e pace con Cracovia, nel nome di Santa Rita

Buona Pasqua, con gli auguri della Priora!

Il giorno del grande Silenzio

La Croce non è la fine

La lavanda dei piedi ci ricorda l’uguaglianza e il servizio

Il segreto per rialzarci e ricominciare sempre

Nell’11° giovedì Rita chiede a Dio di partecipare alla Passione e una spina della corona di Gesù le si conficca in fronte per 15 anni. La vita non le aveva risparmiato dolori e finalmente avrebbe potuto avere pace. Allora, perché l’ha fatto? Perché lei voleva di più delle sofferenze, voleva l’amore che Gesù ha provato per noi quando ha affrontato la morte.

Il suo non era sacrificio o eroismo, ma sete di vita e amore, perché nessuna sofferenza se vissuta in Cristo resta vuota. Con quel dono, infatti, il Signore ha colmato Rita del suo amore perché potesse riversarlo su tutti, e lei lo fa tutt’ora.

E noi, che possiamo fare? Possiamo essere parte anche noi del mistero del dolore offerto, perché la Passione di Cristo vive ancora in noi quando soffriamo o siamo malati. Non disperiamoci e non ci ripieghiamo su noi stessi. Prendiamo, invece, per mano Cristo e scopriremo il valore della nostra sofferenza, l’amore vero che dona la vita liberamente fino in fondo per gli amici e i nemici, per i vicini e i lontani.

L’amore di Dio è follia per la nostra mentalità. Offrendo il nostro dolore, possiamo però comprenderlo.

Suor Natalina Todeschini,
Madre Vicaria del Monastero Santa Rita da Cascia

DOMANI ALLE 18 UNISCITI A NOI ALLA SANTA MESSA DELLA DOMENICA

“Con l’undicesimo giovedì entriamo in uno dei misteri più grandi della vita di Rita”. Inizia così la riflessione di Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita da Cascia, che ci porta a capire cosa ci comunica la stigmata che Rita ha chiesto a Gesù crocifisso, ottenendo di condividere il suo dolore per ben 15 anni, portando la spina sulla fronte.

Lo scandalo nella stigmata: il dolore è parte della vita

“Oggi – sottolinea il Rettore – la nostra società vuole rimuovere la sofferenza, ma così ogni dolore diventa sempre più insopportabile per chi è costretto a viverlo nella solitudine, nell’isolamento e nell’emarginazione. Con la sua stigmata, invece, Rita ci ricorda lo ‘scandalo’ della sofferenza e ci costringe a rivedere i nostri criteri, a considerare il dolore come parte della vita. Uno dei momenti più delicati e preziosi, il luogo privilegiato dove la superbia e l’autosufficienza umana vengono disarmate, per scoprirci amati e irrimediabilmente assetati d’amore, felicità ed eternità”.

Trasformare la sofferenza in amore

Per Cristo – continua Padre Luciano – i poveri e i sofferenti sono i prediletti del Signore. Lui stesso ci ha mostrato come la sofferenza a volte è l’unica strada. Una via nella quale dobbiamo però camminare, non fermarci alla penitenza o alla rassegnazione.
Anche Santa Rita ci dice questo, perché la spina per lei è un ‘dono’ e un invito di Dio. È un invito ad amare come Cristo, una condivisione di sofferenza e amore, che solo le anime più belle possono vivere e comprendere. Così, le ferite di Cristo divengono feritoie di luce e grazie che illuminano ogni tempo e noi possiamo diventare sorgenti viventi di Grazia divina!

Anche tu puoi trasformare le tue pene – ricorda, infine, il Rettore – condividendo con Gesù la sua lotta contro il male e continuando ad amare nonostante la sofferenza. Un malato che ama offre se stesso, si preoccupa degli altri più che di sé, è un dono di Dio al mondo. Il Signore ha nascosto la sua potente misericordia e forza di guarigione, proprio nella sofferenza accettata e offerta per amore”.

DOMANI 21 APRILE ALLE 18:00 PARTECIPA IN DIRETTA ALLA CELEBRAZIONE SOLENNE DELL’11° GIOVEDÌ DI SANTA RITA

Sabato 30 aprile e domenica 1° maggio in oltre 500 località e da oggi anche online

Da Torino a Napoli, da Parma a Cagliari, da Verona a Roma, e ancora Firenze, Bari, Potenza e Palermo, sono solo alcune delle oltre 500 località, sparse in ogni regione d’Italia, dove sabato 30 aprile e domenica 1° maggio fioriranno “Le Rose di Santa Rita”: così si chiama l’evento nazionale organizzato dalla Fondazione Santa Rita da Cascia onlus per sostenere i progetti del monastero delle agostiniane di Cascia in favore del mondo dell’infanzia.

Chiunque vuole sostenere la causa, portandosi a casa o regalando una piantina di rose a fronte di una donazione minima di 13 euro, da oggi trova pubblicata sul sito rosedisantarita.org la mappa per cercare tutti i luoghi in cui saranno presenti i volontari dell’evento, oppure può ordinare subito online le piantine, per riceverle entro il mese di maggio.

Trova il banchetto più vicino a te, oppure ordina online le Rose di Santa Rita

Giunta alla 6° edizione, l’iniziativa vede protagoniste le piantine di rose, simbolo universale della santa degli impossibili, che trasmettono la sua speranza: ai volontari che allestiscono i banchetti o distribuiscono le rose porta a porta; a chi dona ricevendo in cambio i preziosi valori della santa; e ai numerosi minori che grazie ai fondi raccolti vedono possibile un domani migliore.

IL SOSTEGNO AL MONDO DELL’INFANZIA

“Ogni piantina di rose è preziosa perché porta con sé l’amore della nostra santa – dice Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia e Presidente della Fondazione Santa Rita da Cascia onlus – e insieme rappresenta il seme del futuro di tutti noi, quello che è racchiuso nei bambini. Grazie all’evento, infatti, rispondiamo ai bisogni del mondo dell’infanzia, attraverso progetti concreti. Tra questi c’è l’Alveare di Santa Rita, che si trova accanto al nostro monastero, dove da oltre 80 anni accogliamo e accompagniamo nella crescita tante bambine e ragazze che arrivano da famiglie in difficoltà economica e sociale”. I loro sorrisi sono impressi nelle Rose di Santa Rita, che gli garantiscono la serenità, la felicità e l’amore a cui tutti i bambini hanno diritto.

I VOLONTARI SONO IL VOLTO DI SANTA RITA

Dietro alle piantine delle Rose di Santa Rita ci sono oltre 1500 volontari, che sono il cuore e il motore del successo dell’evento. Si tratta di donne, uomini e ragazzi di ogni età, che a nome della Fondazione Santa Rita da Cascia onlus, testimoniano e seminano concretamente l’amore e la carità di cui la santa è ambasciatrice da secoli. Sono il volto di Santa Rita oggi, vivendo in prima persona i suoi insegnamenti, e diffondendoli con l’esempio attivo del loro agire. Negli anni hanno dato vita ad una grande famiglia che, nell’edizione 2022 ha battuto ogni record di partecipazione. Tanti sono volontari dall’inizio, altri sono nuovi, molti hanno sentito la spinta a impegnarsi in prima persona dopo aver donato per le piantine e conosciuto l’iniziativa in un’edizione precedente. Tutti, allo stesso modo, sono pronti a dare il proprio contributo con gioia per aiutare chi è nel bisogno e fare la differenza nelle loro vite e anche in quelle di tutti noi.


Scopri il programma di tutti gli eventi di maggio nella Basilica di Santa Rita a Cascia, che culmineranno nella Festa della Santa degli Impossibili!

MAGGIO RITIANO

DOMENICA 1 MAGGIO, FESTA DELLA FAMIGLIA
Ore 18.00 – BASILICA DI SANTA RITA
Ricordo degli anniversari di matrimonio (1, 5, 10, 15, 20, 25, 30, 35, 40, 45, 50 e singoli anni successivi – Prenotarsi allo 0743.75091). Al termine di ogni Santa Messa della giornata, una parola su Santa Rita per i più piccoli e benedizione dei bambini

DAL 12 AL 20 MAGGIO, NOVENA DI SANTA RITA
Animata dalle comunità cristiane della Diocesi
Il programma di ogni giorno al quale possono unirsi anche altri pellegrini, prevede:
Ore 16.00Visita del Monastero e racconto della storia e del messaggio di Santa Rita
Ore 17.00Percorso guidato in Penitenzieria e possibilità di confessarsi Ore 18.00Eucaristia animata dalle comunità ospiti e, al termine, passaggio accanto all’Urna di Santa Rita

DOMENICA 15 MAGGIO, PROCESSIONE DELLO STENDARDO
Ore 21.00 – PIAZZA DANTE
Processione per le vie della città fino alla Basilica di Santa Rita e affidamento del Comune di Cascia e frazioni a Santa Rita con il tradizionale stendardo. Vogliamo ringraziare per la protezione ricevuta dalla santa nei secoli dalle molte calamità e invocare il dono della Pace e del Perdono nelle famiglie e abitanti del Comune

FESTA DI SANTA RITA 2022

VENERDÌ 20 MAGGIO
Ore 21.00 – ROCCAPORENA
Arrivo della Fiaccola della Pace e del Perdono accesa a Cracovia. Preghiera e salita allo Scoglio della preghiera con la Fiaccola

SABATO 21 MAGGIO
Ore 10.00 – SALA DELLA PACE
Testimonianza e presentazione delle donne che ricevono il “Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2022”: Chiara Castellani, Maria Antonietta Rositani, Silvia Battini, Tina Zaccaria. Presenta Luca Ginetto, caporedattore TGR Umbria
Ore 12.00 – ROSETO DI CASCIA
Messa a dimora delle rose da parte del Sindaco e delle autorità civili e religiose e delle donne insignite con il “Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2022”
Ore 16.30BASILICA DI SANTA RITA
Celebrazione Eucaristica degli Agostiniani, presieduta da Padre Alejandro Moral Antòn, Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino
Ore 17.30Consegna del “Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2022” e messaggio della Priora del Monastero Santa Rita, Madre Maria Rosa Bernardinis
Ore 18.00 – Solenne celebrazione del Transito di Santa Rita
Ore 20.30 – PIAZZA GARIBALDI
Raduno dei Gonfaloni dei Comuni della Valnerina, delle autorità civili, religiose e militari e della delegazione di Cracovia. Corteo verso il Santuario di Santa Rita
Ore 21.30 – VIALE DEL SANTUARIO
Accoglienza della delegazione di Cracovia e delle donne premiate. Scambio dei doni tra i comuni gemellati e accoglienza della Fiaccola della Pace e del Perdono
Ore 22.00 – SAGRATO DELLA BASILICA
Accensione del tripode e inizio ufficiale ai festeggiamenti ritiani 2022. Quindi, ingresso nella Basilica per una preghiera conclusiva di affidamento alla santa

DOMENICA 22 MAGGIO, FESTA DI SANTA RITA

Ore 6.00 – Suono festoso delle campane
Le Sante Messe saranno celebrate in Basilica e/o Sala della Pace alle ore: 6.00, 7.00, 8.00, 9.00, 10.00, 12.00, 16.00, 18.00, 19.00
Ore 8.00 – SALA DELLA PACE
Concelebrazione presieduta da Padre Alejandro Moral Antón, Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino
Ore 9.00 – Concelebrazione presieduta da Padre Giustino Casciano, Priore Provinciale degli Agostiniani d’Italia
Ore 10.00 – VIALE DEL SANTUARIO
Arrivo del Corteo storico dei personaggi della vita di Santa Rita e Processione proveniente da Roccaporena
Ore 10.30 – Solenne Pontificalepresieduto dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede
Ore 11.30 – Supplica a Santa Rita e Benedizione delle Rose
Ore 19.00 – BASILICA DI SANTA RITA
Celebrazione Eucaristica per i benefattori del Santuario, presieduta da Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita

Aspettando la Festa di Santa Rita, un’unione per diffondere il messaggio della santa, guardando anche all’Ucraina e all’Europa

“Accenderemo a Cracovia la Fiaccola della Pace e del Perdono di Santa Rita, con il forte augurio che la luce e il calore del suo fuoco, simbolo della vittoria sulle tenebre che la nostra Rita è capace di portare in ogni cuore, raggiungano anche la vicina Ucraina e siano faro di dialogo, speranza e pace per questa terra martoriata dalla guerra e per tutta l’Europa che piange insieme al suo popolo. Invitiamo tutti a unirsi spiritualmente a questa importante missione”.

Parla così Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita da Cascia, pensando al Gemellaggio con Cracovia, dove il 22 aprile avverrà l’accensione solenne della Fiaccola della Pace e del Perdono, simbolo dei festeggiamenti in onore di Santa Rita e dei suoi insegnamenti sempre vivi.

GEMELLAGGIO DI FEDE E PACE CON CRACOVIA

“Quest’anno – ha aggiunto Mario De Carolis, sindaco di Cascia – dopo un lungo periodo di difficoltà legate alla pandemia, il nostro viaggio prevede l’incontro con una popolazione che ha una grande devozione per la nostra santa. È un viaggio che racchiude in questo momento un profondo significato di pace. Un cammino di fede e di speranza che percorriamo insieme a Santa Rita”.

Ogni anno, infatti, in occasione del 22 maggio, Cascia unisce la sua voce a quella di una città del mondo in cui è presente la devozione, per divulgare insieme il messaggio di pace e dialogo incarnato dalla santa degli impossibili. Per celebrare questo legame, che quest’anno unirà Cascia con Cracovia, la delegazione formata dalla famiglia agostiniana di Santa Rita tra cui Padre De Michieli, dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco De Carolis e dal “Comitato Cascia per Santa Rita”, partirà alla volta della Polonia mercoledì 20 aprile. Il 20, 21 e 23, la delegazione visiterà la città, nota per il suo centro medievale e il quartiere ebraico, il Museo di Auschwitz-Birkenau e la miniera di sale di Wieliczka. Ma sarà la giornata del 22, a un mese esatto dal 22 maggio, a segnare la celebrazione del gemellaggio, prima con l’incontro con le autorità cittadine polacche e poi con la Santa Messa, nella quale sarà accesa la Fiaccola della Pace e del Perdono di Santa Rita, che sancirà l’unione. A maggio, infine, un gruppo da Cracovia sarà a Cascia per la festa di Santa Rita. In particolare, le due realtà gemellate si ritroveranno il 21 maggio sera sul viale del Santuario ritiano per accogliere insieme il ritorno della Fiaccola che accenderà il tripode sul sagrato della Basilica e darà il via ufficiale ai festeggiamenti ritiani 2022.

È Pasqua, rallegriamoci ed esultiamo! È il giorno che il Signore ha fatto per noi, per ricordarci che anche quando tutto sembra finito arriva la sua rivoluzione: Gesù è risorto, l’amore è più forte della morte! La risurrezione, infatti, è una certezza che non vale solo per Cristo, ma soprattutto per noi che ce l’abbiamo dentro e dobbiamo riconoscerla, accoglierla e viverla. Come? Facciamo risorgere Gesù dentro di noi! Ecco il mio augurio: che possiate credere che anche la nostra risurrezione è possibile, costruendo gesti, scelte e occasioni che sanno di vita e amore e che sono più forti della morte. So bene che in questo tempo travagliato, purtroppo tanti mali e troppe morti ci opprimono e rischiano di renderci sterili. Ma non c’è male da cui Dio non sappia trarre un bene più grande e possiamo essere i semi della sua opera meravigliosa.

Quella domenica di Pasqua, la storia dell’umanità è cambiata. Oggi può accadere lo stesso perché il Signore vuole risorgere e fare Pasqua con noi!

Ci chiede di vivere una vita nuova con Lui e di non dimenticare che ogni domenica, ogni giorno può essere Pasqua!

Suor Maria Rosa Bernardinis,
Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia

OGGI ALLE 18 UNISCITI A NOI ALLA SANTA MESSA SOLENNE DI PASQUA

Dopo aver vissuto il dolore della Passione, con il Sabato Santo arriva il giorno del silenzio, nel quale non ci sono liturgie. Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita a Cascia, ci invita a meditare insieme sul valore di questa giornata.

Il senso dell’attesa

“Tutto tace, tutto è spoglio, anche gli altari. Nelle chiese – dice Padre Luciano –  non c’è la presenza di Gesù Eucarestia: i tabernacoli sono vuoti, come le acquasantiere. Questo silenzio e questo vuoto, però non devono spaventarci, perché sono un simbolo che ci ricorda che, per trasformare il dolore in dono di salvezza, tutti abbiamo bisogno di percepire l’assenza, spogliarci di noi stessi e delle nostre false sicurezze fondate su ciò che passa. Questa, è l’attesa che ci purifica dal superfluo. Ci sentiamo impotenti, ma così capiamo che il dono tanto atteso non è mai scontato”.

Preparati all’immortalità: dal silenzio alla grande gioia

“Il Sabato Santo – sottolinea il Rettore – sostiamo presso il sepolcro del Signore, meditando la sua Passione e la sua morte, e aspettiamo la Risurrezione, nella preghiera e nel digiuno. Ma è nella notte, la veglia delle veglie, che tutto rinasce. Non c’è celebrazione più importante per il cristiano della Veglia Pasquale. Là nasce la vita alla quale la Chiesa attinge ogni suo gesto, nessuno dovrebbe mai mancare.

Luce, parola, acqua, Eucarestia sono le quattro colonne portanti. Ma il culmine è l’Eucarestia: la mensa a cui sedersi con Dio Padre come figli e fratelli, il pane che ci fa un unico corpo in Cristo, il sacrificio che ci invita a morire a noi stessi per trovare vita nel sevizio come dono totale di sé, il vero farmaco che ci guarisce per l’immortalità.

Dal grande silenzio all’urlo di gioia che squarcia le tenebre con il nuovo giorno: Cristo è risorto! Sì è veramente Risorto!”.

Stasera dalle 21:00 unisciti a noi alla Solenne Veglia Pasquale in diretta dalla Basilica di Santa Rita a Cascia

Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di Lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti
Isaia 53,5

Nel Triduo Pasquale, il Venerdì Santo è la giornata del ricordo della Passione e morte di Gesù. Riviviamo quel momento ripercorrendo la via Crucis e adorando la Croce.

Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, ci ricorda che questa giornata, però, non deve fermarsi al dolore, bensì prepararci ad accogliere il dono della vita vera. Già in antichità, infatti, i cristiani videro nella croce del Signore e in Gesù crocifisso la vita stessa, il principio vitale della vita dell’universo e dell’uomo.

Cosa ci dice la Croce?

“Come diceva Paul Claudel: ‘Dio non è venuto a spiegare la sofferenza: è venuto a riempirla della sua presenza’. Il Vangelo – sottolinea la Priora – ci insegna che anche se il cristiano non conosce alcuna strada che aggiri il dolore, conosce però una strada per attraversarlo, insieme al Signore. Ecco il vero messaggio che ci dà la Croce, che non è simbolo di agonia ma di amore, quello infinito che Gesù ci ha dimostrato offrendo la sua vita per noi, per la nostra salvezza.
Oggi, perciò, riviviamo la Passione condividendo soprattutto quest’abisso di amore, cercando di capire lo sguardo di Gesù in quella notte… allora non ci peserà nessun sacrificio, nessuna privazione e saremo davvero liberi nella Grazia”.

Non è la fine, ma il fine

“Come ha fatto anche la nostra Santa Rita – conclude Madre Maria Rosa – troviamo il tempo per restare in contemplazione e adorazione davanti a Gesù Crocifisso. Però non limitiamoci a compatirlo. La sua morte non è la fine, ma un passaggio (questo è il significato del termine Pasqua) che ci porta al fine per cui l’uomo è stato creato da Dio.

Davanti alla Croce, allora, chiediamo allo Spirito Santo di aiutarci a comprendere quanto siamo stati amati da Gesù e dal Padre celeste, per aver obbedito a una morte così infamante, per riscattarci dal peccato e dalla morte stessa e donarci così la libertà dei figli di Dio.
E come Lui, impariamo ad amarci e ad amare il prossimo. Solo così potremo aspettare con fiducia l’arrivo della vita nuova, dono e mistero insieme!”.

Viviamo insieme oggi alle 18:00 l’Adorazione della Croce nella Basilica di Santa Rita a Cascia

Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. 
Dal Vangelo di Giovanni

Oggi, con il Giovedì Santo, si conclude la Quaresima e prende il via il Triduo che ci porta alla Pasqua. Uno dei momenti più intensi di questa giornata è la lavanda dei piedi nella Messa della Cena del Signore. Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita a Cascia, ci porta alla scoperta di questa celebrazione liturgica molto particolare.

Ripetiamo oggi quel gesto rivoluzionario

“Il Giovedì Santo – inizia il Rettore – fa memoria dell’Ultima Cena di Gesù, che anticipa già il significato salvifico della sua morte in croce. Lo fa con il dono dell’Eucarestia, Pane di vita eterna. Il sacrificio Eucaristico ci viene spiegato con un semplice ma potente gesto: Gesù, il Maestro e Signore Dio, lava i piedi ai discepoli. Inaccettabile per la mentalità del tempo, un atto rivoluzionario col quale Gesù offre l’esempio a tutti noi cristiani, chiamati oggi più che mai alla generosità, all’umiltà, all’accoglienza dell’altro, anche se considerato inferiore”.  

Riscopriamo il potere che sta nel servizio

“Cristo ci ricorda – continua Padre Luciano – che davanti a Dio siamo tutti uguali e che Lui ‘non è venuto per farsi servire, ma per servire’ (Vangelo di Matteo 20,28). Questa è la regalità di Dio e dell’uomo: il servizio! Dio ci ha donato la libertà dal peccato perché possiamo essere liberi di servire, donare la vita, amare senza limiti. Egli ci nutre di sé per farci uno in Lui e darci la misura del suo amore, la stessa che veneriamo nella vita della nostra Santa Rita”.

Riconoscerci fratelli, dono reciproco

“Al termine della celebrazione, l’Eucarestia viene posta su un altare addobbato, chiamato ‘altare della reposizione’, perché là Gesù eucarestia, vivente in eterno, viene riposto per l’adorazione intima e silenziosa di ognuno. Illuminati dalla luce di Cristo che non verrà mai meno e ci accompagna nelle tragedie umane, contempliamo l’Eucarestia-Comunione, per riconoscerci in Lui tutti fratelli, e per metterci al servizio soprattutto dei poveri e dei sofferenti accanto a noi.
Così, le nostre scelte profumeranno d’eterno e vivremo già da risorti!”.

Oggi alle 18:00 partecipa all’Eucarestia della Cena del Signore in diretta dalla Basilica di Santa Rita

Il decimo giovedì, che nella Settimana Santa celebriamo domani, ci fa scoprire nel profondo l’animo di Rita. Donna di penitenza e preghiera, lei ha trovato il meglio sia nel dolce che nell’amaro della vita. Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita da Cascia, si chiede qual è stato il suo segreto, che anche oggi possiamo attuare.

Come non perdersi mai d’animo?

Il Rettore risponde così: “Le ‘armi’, che sono state di Rita e possono essere anche nostre, ce le ha indicate questo tempo di Quaresima: sono penitenza, preghiera e carità.
La penitenza e il digiuno sono la nostra saponetta contro ogni sporcizia dell’animo, quei chili persi che rendono agile il nostro fisico spirituale.
La carità è il ricostituente, le vitamine, il respiro libero, il cuore tonico, la vista profonda e attenta.
La preghiera è la cartina, la bussola, il traduttore in terra straniera, l’enciclopedia della vita vera, il telefono per parlare con l’Unico che sa dove, come e perché.
Così, ogni giorno avremo il necessario per quel giorno. Il resto è promessa, speranza e fiducia”.

Alleniamo lo spirito

Per Santa Rita la preghiera è stata una grande palestra che le ha portato molti frutti. “Una vita senza preghiera – specifica infatti Padre Luciano – vuol dire stare senza quel dialogo incessante con Dio. Anche se pensiamo di conoscerlo già, non dobbiamo mai smettere di cercarlo, perché c’è sempre da scoprire nella sua infinita libertà. Perciò, una vita senza preghiera è una vita di silenzio e cieca, priva di sensi… e di senso. Non ci possiamo mai sedere e l’allenamento dello spirito è fondamentale almeno quanto quello del corpo”.

Trasformare le nostre croci in salvezza

“Mi chiederete, a che scopo fare tutto ciò? Per amare. L’unico motivo per cui vale la pena vivere. Le prove, che non mancheranno mai, non ci devono fermare anzi ci diranno come abbiamo lavorato. Sono il fuoco che vaglia la purezza dell’oro del nostro cuore.
Rita ha imparato da Gesù che è sempre possibile rialzarsi e ricominciare finché ci è donata vita, perché Lui sulla croce ha vinto la morte, e così le tue croci possono diventare con Lui luogo di salvezza, inaspettate sorgenti d’amore”.

DOMANI 12 APRILE ALLE 18:00 PARTECIPA IN DIRETTA ALLA CELEBRAZIONE SOLENNE DEL 10° GIOVEDÌ DI SANTA RITA

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