Professione Solenne di Padre Gennaro Lione: “Vivo questo momento con forte sentimento di paternità”

“Suor Pierina è sempre stata originale”: una vita passata in Monastero, da Apetta a monaca

Celebriamo Simone Fidati: il beato che ci insegna a fare vera esperienza di Cristo

Atleti di Cristo verso la Pasqua: con le Ceneri inizia l’allenamento

Giornata Mondiale del Malato: “La Casa di Santa Rita è il nostro baluardo contro la solitudine dei malati”

Nuova vita per le scuole superiori di Cascia, ospiti del Monastero

Il Sentiero di Santa Rita è interamente percorribile: il messaggio della Priora

Padre Gabriele Pedicino: nuovo Provinciale degli Agostiniani

4° domenica di Avvento: c’è bisogno di te!

“Santa Rita incarna il Natale”: testimonianza di una devota

Domani, sabato 2 marzo alle 12.00, vi invitiamo a vivere con noi monache e padri agostiniani di Cascia e d’Italia, la Professione Solenne nell’Ordine di Sant’Agostino di Padre Gennaro Maria Lione, che si terrà nella Basilica di Santa Rita a Cascia, anche in diretta streaming. Presiede la Celebrazione Eucaristica il Priore Provinciale dell’Ordine, Padre Giustino Casciano.

Festeggiamo insieme il dono di questo nostro confratello, a cui si stringe la nostra famiglia in questa gioiosa occasione di conferma e crescita nel cammino della vita e della fede, raccontandovi un po’ di lui e della sua vocazione.

Una vita per Dio, nata da radici forti

Padre Gennaro è nato a Cernusco sul Naviglio, nella provincia di Milano, nel 1976. “La mia infanzia – ricorda – è stata sempre vissuta all’interno della comunità parrocchiale, dove a 7 anni ho iniziato a fare il chierichetto. In me c’è stata sempre una grande devozione verso il Signore, fin da bambino. Tanto che a 11 anni chiesi ai miei genitori di poter andare in seminario, perché desideravo diventare sacerdote”.

Spinto dall’esperienza del servizio all’Altare, dall’esempio di tanti sacerdoti e parroci e appoggiato dalla famiglia, modello di umanità e di fede, Gennaro entra così in seminario. Il suo percorso formativo, però, procederà poi all’esterno, pur essendo partecipe di incontri comuni.

Gennaro cresce e la sua vita scorre “normale”, tra studi di ragioneria, servizio civile nelle Misericordie in provincia di Firenze e, poi, il lavoro come operaio-magazziniere e tre fidanzamenti. In questi anni, il desiderio del sacerdozio si affievolisce, pur mantenendo uno stretto legame con la realtà parrocchiale.

“Una chiamata nella chiamata”

Poi… “Il giorno di Pentecoste del 2002, durante l’Eucaristia, decisi di ritornare sui miei passi: guardando il sacerdote e guardami accanto alla mia fidanzata, ho sentito che il mio cuore era spinto lì. Abbandonai tutto, lavoro, fidanzata e anche la mia città”.

Si trasferisce a Ferrara, infatti, dove studia teologia e diventa sacerdote, nel 2009. “Nel mio percorso Diocesano, sono stato parroco per due volte, poi nel 2015 feci un ritiro proprio qui a Cascia, con Padre Vittorino Grossi. Sperimentare la vita fraterna e di comunione che avevo visto tra i frati mi colpì, tanto da rimettere in discussione la mia vocazione diocesana. Chiesi così al mio Vescovo di poter fare una prova nell’Ordine Agostiniano e, nonostante un primo no, feci i miei primi tre anni di prova a Tor Bella Monaca, Roma. Poi sono entrato nel quarto anni di pre-noviziato a Tolentino. Da lì, il noviziato a Pavia, dove ho emesso nel 2020 i miei primi voti. Dopo un altro anno a Tolentino, sono a Cascia da 3 anni come professo“.

Verso un nuovo percorso: tra comunità …

“Per me inizia un nuovo corso, bello, perché la vita comune è una cosa bella, che ti fa capire meglio come la Chiesa non è fatta da singoli ma da una comunità, che abbraccia tutti, fedeli laici e noi sacerdoti. E nella vita di comunità vedo la bellezza del Signore, soprattutto nella vita degli altri. Non vivi più per te: è un totale abbandono a Lui per il bene comune. Questo è il dono grande che il Signore mi sta facendo”.

Domani saranno tante le persone che si stringeranno attorno a Padre Gennaro, la sua famiglia e tutti coloro che lo hanno accompagnato finora, tra cui molti sacerdoti che non ci sono più e che lui porta nel cuore.

… e paternità

“Ripercorrerò nella consacrazione quelle che sono le virtù che Dio mi ha donato al mio Battesimo, perché la consacrazione è vivere ancora in modo più completo il proprio Battesimo.

E poi, anche se già da sacerdote ero “padre”, la paternità che mi offre questa giornata è ancora più forte, perché ci saranno tante persone verso le quali io dovrò essere padre. E questo mi fa sentire come se il Signore domani mi rigenera Padre e genera per me tante figlie e figli… perché il Signore non toglie nulla alla mia vita.

Spesso sentiamo dire “questi poveri preti, senza famiglia, senza affetti…”. Ecco non è così, perché il Signore quando dice che ci dà cento volte tante, in fratelli, sorelle, madri, padri, figli e figlie è verissimo… a me non manca l’affetto, non manca la paternità, che sento forte… e non mi ha tolto nulla di ciò che ogni essere umano può desiderare nella vita. Questo mi rende felice e mi fa vivere questo momento con grande emozione e responsabilità!”.

UNISCITI A NOI IN DIRETTA PER LA PROFESSIONE SOLENNE DI
PADRE GENNARO LIONE

Nella nostra rivista di gennaio-febbraio un articolo a firma di Suor Maria Giacomina Stuani, direttrice editoriale di Dalle Api alle Rose, ci racconta la storia di Suor Pierina Bella, che ha lasciato la comunità lo scorso settembre per raggiungere in Cielo Gesù e la Beata Fasce, che per prima l’aveva accolta a Cascia nel 1938, come Apetta…

Faceva freddo e la Fasce mi coprì col suo mantello

Anna Maria (il nome di battesimo di Suor Pierina) è entrata in Monastero come Apetta: aveva superato i dieci anni, veniva da Monteleone di Spoleto, un borgo situato nelle zone montuose vicino Cascia, (attualmente era l’unica monaca di origini umbre) e la Madre Fasce, essendo una giornata fredda, le mise addosso il suo mantello per coprirla. Lei ce lo raccontava così: “Nell’ormai lontano 1938, il 27 dicembre, venni qui a Cascia e mi ricevette la Madre stessa. Quel giorno era festa perché era il suo compleanno e onomastico (il nome di battesimo della Madre Fasce era Maria Giovanna, ma tutti la chiamavano Marietta). Mi accolse con il suo abbraccio materno e con un bacio. Faceva freddo e mi ricordo che mi coprì subito con un mantello e mi diede qualche dolcetto. Eravamo appena sette; con me c’erano Palma (poi monaca agostiniana anche lei con il nome di Suor Teresa) e Irma (divenuta poi Suor Arcangela)”.

Quando Suor Pierina – scrive Suor Giacomina – ci raccontava questo episodio le si illuminavano gli occhi! Poi la Madre l’ha fatta uscire perché riflettesse sulla sua vocazione… E quando è entrata definitivamente in Monastero per rispondere alla chiamata del Signore e farsi monaca, la Madre Fasce aveva già lasciato questo mondo per il Cielo.

La sua originalità spiazzava

Suor Pierina sarebbe piaciuta molto al Beato Carlo Acutis, il quale ha affermato che “nasciamo originali e moriamo fotocopie…”. Lei è sempre stata originale… in tutto… Un’originalità che spiazzava lasciandoti senza possibilità di ribattere… e che faceva sempre sorridere. Era molto precisa, amava l’ordine, pignola e critica ma con sentimento giusto… al punto che un giorno, in uno scambio di vedute tra me e lei, ricordo di averle detto queste parole, con un non so che di ironico: “Pierina, quando sarai con Gesù, troverai qualche difetto anche a Lui…”, e lei alzò le spalle con un sorriso altrettanto ironico. Fu molto originale anche in un’altra circostanza, quando ormai la memoria cominciava a vacillare. Era un giovedì e lei stava pregando con il breviario i salmi del martedì, mi avvicino e le dico: “Pierina, oggi è giovedì, tu sei al martedì, devi cambiare le pagine. Risposta: “che nostro Signore si offende se prego i salmi di un altro giorno?” … No comment…

Curiosa per desiderio di imparare le cose, non per altro, fai-da-te in tante cose, meccanico per riparare macchine da cucire e altro, appassionata raccoglitrice di immaginette e di oggetti vari, decoratrice e restauratrice per hobby… un vero e proprio factotumjolly a 360°…

Fedele alla preghiera e alla vita comunitaria

A febbraio sempre dello scorso anno avevamo festeggiato i suoi 70 anni di professione religiosa e a fine luglio i 95 anni di età… Due bellissimi traguardi vissuti nella gioia e assieme anche ai suoi familiari, una schiera di nipoti, pro-nipoti e pro-pro-nipoti, tutti che ancora le volevano davvero molto bene.

Grazie Pierina, sei stata una simpatica e fortissima compagna di cammino e una bellissima testimonianza di costanza e perseveranza.

Il Signore ti ricompensi con la gioia del Paradiso. Deo gratias!

LEGGI LA RIVISTA DI GENNAIO-FEBBRAIO QUI

La via giusta per cercare il Signore è la sollecitudine del mattino, perché la tiepidezza mai l’ha trovato… Cercare Cristo al mattino significa preferire lui a tutti i pensieri e i ragionamenti. Sempre verrà trovato, se niente viene cercato prima di lui o all’infuori di lui.

Beato Simone Fidati da Cascia

Oggi ricorre la festa di Simone Fidati da Cascia, predicatore agostiniano che, con Santa Rita e la Beata Fasce, è una guida preziosa dello Spirito!
Lo celebriamo con questa sua frase, con cui ci invita a dare la priorità al Signore nelle nostre vite e a non lasciarlo per ultimo nella lista di cose da fare!

Dedicarti alla ricerca spirituale e alla connessione con Cristo, vuol dire impegnarti a mettere la sua presenza e la sua guida al di sopra di tutte le altre questioni e preoccupazioni. Perché, come sottolinea il beato, la tiepidezza ovvero un impegno senza forza e senza sforzi non porterà mai alla vera esperienza di Cristo, suggerendo invece l’importanza di un impegno genuino e completo.

La vita di Simone: tutto di Dio e per Dio

Con tutta la sua storia, il Beato Fidati testimonia il suo coraggio e il suo impegno nel ricercare il Signore.
Simone nasce a Cascia alla fine del XIII secolo, dalla nobile famiglia Fidati. Giovane ventenne, dopo l’incontro con il famoso asceta Angelo Clareno, abbandona gli studi filosofici e storici ed entra nell’Ordine di S. Agostino (presente a Cascia dal 1256), dedicando tutto se stesso a Dio e alle cose di Dio.

I suoi biografi raccontano che un giorno gli apparve Gesù, che lo invitò a bere dal calice che gli porgeva. Ordinato sacerdote, Simone si dedicò instancabilmente alla predicazione del Vangelo, per tutto il centro Italia.

Simone Fidati fu un grande teologo e scrittore. L’opera principale è il “De gestis Domini Salvatoris”, monumentale commento al Vangelo in 15 libri. Numerose, sono le lettere del Beato a noi pervenute, che documentano la sua attività di direttore spirituale. Scrisse anche il primo catechismo per adulti in italiano: “Ordine della vita cristiana” (Firenze, 1333). È questa, un’opera molto importante nella storia della letteratura italiana, perché considerata una delle fonti della nostra lingua.

Simone morì di peste il 2 febbraio 1348. Dal 1361, le sue spoglie sono conservate a Cascia. Dal 1954, si conservano nella Basilica Inferiore, nell’abside di destra, dove si venera anche il “Miracolo Eucaristico” che è uno dei più grandi eventi della sua vita sacerdotale.

Il culto del Beato Simone ebbe inizio molto prima della sua approvazione, nel 1833, per volere di Papa Gregorio XVI.

Oggi alle 17.00 unisciti a noi per la Santa Messa Solenne in onore del Beato Simone Fidati

Oggi con il “mercoledì delle ceneri” parte per noi cristiani il cammino di fede verso la celebrazione della Pasqua. Ci accompagnano le riflessioni di Padre Pietro Bellini, dei padri agostiniani di Cascia.

Ci attende la risurrezione, di anima e corpo

Con la risurrezione di Gesù la sorte di tutta l’umanità è cambiata per sempre. Perché, come è avvenuto in Gesù, anche tutti noi risorgeremo nel nostro proprio corpo. La morte non è più l’ultima parola, la fine di tutto, il niente assoluto… ci attende la risurrezione e con essa la vita eterna, sia del corpo che dell’anima.

Il mercoledì delle ceneri è il primo di 40 giorni (quaresima), nei quali, partendo dall’asserto assoluto che prima o poi il nostro corpo morirà a questa vita (ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai) ci avviciniamo progressivamente, alla luce della Parola di Dio, all’evento della Pasqua di risurrezione di Gesù, che è la garanzia anche della nostra risurrezione personale.

Siamo gli atleti di Cristo: alleniamoci!

Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile


Dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi 9, 24-25

Questo cammino l’apostolo S. Paolo lo paragona alla corsa dell’atleta nello stadio. L’atleta corre per arrivare primo o tra i primi. Per ottenere ciò deve fare due cose: osservare una dieta ferrea; allenarsi ogni giorno nella corsa, con grande costanza e sacrificio.
Il cristiano è l’atleta di Cristo, e deve fare lo stesso allenamento, per arrivare alla Pasqua con frutto:

  • Digiunare”, cioè non affogare la mente, il cuore e il corpo nell’ingordigia, nell’abbuffarsi, nella frenesia dei sensi (gioco d’azzardo, violenze, volgarità, droghe, sesso…).

Il tempo e il danaro risparmiati siano utilizzati per aiutare chi ne ha bisogno.

  • Allenarsi con la Parola di Dio, per imparare le vie del Signore, leggendo ogni giorno un passo del Vangelo (4-5 righe) e ripensarci durante il giorno.

In tal modo, fra 40 giorni, celebreremo la Pasqua con la pace e la gioia nel cuore, in pace con gli altri, e la nostra esistenza sperimenterà una nuova primavera.

Buon cammino!

La prima cura è la vicinanza, ci ricorda il Papa per la Giornata Mondiale del Malato. Facciamo nostro il suo messaggio concretizzandolo nella Casa di Santa Rita, baluardo contro la solitudine dei malati, quelli che all’Ospedale di Cascia, polo d’eccellenza nazionale per la riabilitazione, affrontano lunghe cure lontani dagli affetti. Dopo l’avvio dei lavori a settembre 2022 e nonostante alcuni rallentamenti burocratici, abbiamo compiuto il passo decisivo con l’installazione della scala d’ingresso, che ci permetterà presto di dare vita a una roccaforte dei legami umani dove accogliere le famiglie dei malati, perché solo nella condivisione la sofferenza si trasforma in cammino collettivo di speranza e guarigione”.

Così Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia e Presidente della Fondazione Santa Rita da Cascia ets, trasmette la felicità provata nel visitare il cantiere della Casa di Santa Rita per la messa in opera della scala: l’operazione più complessa da realizzare, che ora garantirà la ristrutturazione interna e poi un ingresso separato agli ospiti, senza interferire con le attività sanitarie.  

Un progetto nato dall’ascolto dei bisogni dei malati e delle loro famiglie

“Il nostro progetto, sostenuto dalla generosità di molte persone – continua l’agostiniana – nasce come risposta a un bisogno condiviso dalle famiglie e dai malati, soprattutto quanti non hanno possibilità economiche per restare uniti durante le cure a Cascia, lontani da casa. Un bisogno colto quando dopo il sisma 2016 abbiamo ospitato l’ospedale in un edificio del monastero, riqualificato per l’uso.

Nell’ala nord di questa struttura da subito abbiamo sognato di creare un luogo dove i malati possano sempre contare sull’abbraccio di chi li supporta. Un luogo che continuerà a dare il suo contributo anche quando l’Ospedale di Cascia si trasferirà nel nuovo polo, in ricostruzione da maggio 2023.

Il nostro sogno, oggi più vicino a realizzarsi, sorgerà nel cuore della terra di Santa Rita che, da stigmatizzata, è esempio di come essere forti non vuol dire affrontare la malattia da soli, ma portare la croce insieme. A tutti, Rita ricorda che forza significa compassione, per soffrire con chi soffre e soccorrere da ogni dolore”.

Cos’è la Casa di Santa Rita?

È un progetto del Monastero, per la realizzazione del quale la Fondazione Santa Rita da Cascia ets ha accantonato 288mila euro, grazie all’aiuto di tanti donatori che, in particolare per la Festa di Santa Rita 2022, hanno sostenuto la missione. A dicembre 2023, sono stati erogati i primi 141 mila euro a copertura delle spese per l’allestimento della scala.

Il progetto prevede la ristrutturazione di un appartamento di 237 metri quadrati all’interno dell’attuale Ospedale di Cascia, ospitato dal sisma 2016 in una struttura del monastero, per accogliere le famiglie dei pazienti ricoverati, provenienti da tutt’Italia, che non possono permettersi di sostenere spese prolungate in albergo o affitto.

Le monache di Santa Rita hanno incaricato la Fondazione di raccogliere i fondi necessari alla creazione di un luogo dove famiglie e caregiver potessero restare accanto ai propri cari, affetti da malattie neurodegenerative o ricoverati a causa di traumi cranici, che richiedono tempo per la riabilitazione, anche tre mesi.

Nella Casa di Santa Rita nasceranno 7 camere con bagno privato, una sala da pranzo comune con angolo cottura, una lavanderia e un ripostiglio. Una vera seconda casa, dove assistere con la forza dell’amore i malati, in totale serenità.

Gli eventi a Cascia per la Giornata del Malato

Domenica 11 febbraio la Basilica di Santa Rita dedica degli appuntamenti speciali ai malati, accolti dalle 14:00.

Seguono il Santo Rosario alle 14:30, la Santa Messa con unzione alle 15:00 e l’ingresso all’urna che custodisce il corpo della santa.

PARTECIPA IN DIRETTA ALLA SANTA MESSA DEDICATA AI MALATI

Il Monastero Santa Rita e la città di Cascia hanno celebrato insieme il nuovo corso del Liceo Scientifico e dell’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato (IPSIA), che da gennaio 2024 sono “ospiti” delle monache nella rinnovata struttura, in via Beata Fasce, accanto all’Alveare di Santa Rita.

L’occasione è stata la giornata di open day, organizzata sabato 27 gennaio per le ragazze e ai ragazzi delle terze medie, che si preparano a una delle scelte più importanti per il loro futuro. Nei mesi passati, l’edificio di proprietà del Monastero è stato rimesso a norma grazie ad appositi lavori (finanziati con fondi erogati da Comune di Cascia e Provincia di Perugia e diretti dall’ingegnere Lanfranco Castellucci), che hanno fatto sì che la struttura potesse assolvere alla nuova funzione, secondo le esigenze delle scuole.

Le monache hanno visitato tutti i laboratori che arricchiscono l’offerta delle scuole

Le monache per i bisogni del territorio

Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero, e Suor Giacomina Stuani, hanno visitato con grande gioia la nuova casa di molti degli studenti di Cascia
Una casa che il Monastero ha messo a disposizione delle scuole, in attesa che la vecchia sede, danneggiata dal sisma 2016, sia demolita e che al suo posto nasca un nuovo polo scolastico.

La disponibilità delle monache, sempre in ascolto dei bisogni del territorio soprattutto per le conseguenze lasciate dal terremoto (già nel 2018 il Monastero ha permesso di tornare alla vita all’Ospedale di Cascia, grazie alla generosità di tanti di voi), ha garantito a Liceo e Ipsia non solo di portare avanti senza interruzioni le attività scolastiche, ma anche di accrescere la propria offerta formativa, attraverso numerose aule-laboratorio: Arte, CAD, Fab-Lab e Robotica, Impianti elettrici e automazione industriale, Lingue, Meccanica, Palestra, Scienze e nuovi laboratori quali un piccolo Teatro con palco e laboratorio di saldatura.

Nel laboratorio di elettronica

Sensibilità e disponibilità sono il valore aggiunto del Monastero, qui e nel mondo: parola della Dirigente scolastica

“Grazie alle monache – ha detto la Dirigente Scolastica, professoressa Rosella Tonti – abbiamo trasformato un problema in un’opportunità.
Questo edificio ha evitato che gli studenti finissero in strutture tipo container che non avrebbero avuto la stessa funzionalità e potenzialità. Infatti, il trasferimento ci fa beneficiare di un miglioramento, nell’ampliamento delle dotazioni tecniche e tecnologiche dei laboratori e nella sicurezza delle aule”.

Suor Maria Rosa e Suor Giacomina con il Sindaco, la Dirigente Scolastica e diversi docenti dell’Istituto

“La presenza del Monastero Santa Rita qui a Cascia è un valore aggiunto, in termini di sensibilità e disponibilità, due valori da sempre portati avanti nei confronti della comunità locale e mondiale. Noi abbiamo accolto subito la loro mano tesa e poi Comune e Provincia hanno fatto la differenza, con fondi specifici che hanno reso realtà la delocalizzazione.
Per sicurezza e qualità siamo, così, riusciti a fornire agli studenti che frequenteranno la nostra scuola dei livelli ancor più elevati“.

“Ringrazio – infine – tutto il personale dell’Istituto, le famiglie degli studenti e i ragazzi stessi, che si sono tutti impegnati nel trasloco, per ‘ricostruire’ simbolicamente qui la loro scuola“.

Ringraziamenti sono giunti anche da parte del sindaco di Cascia, Mario De Carolis, che, presente insieme a Niccolò Sabatini, assessore alle Politiche giovanili, ha ribadito il clima di grande collaborazione con le monache, definendole un punto di riferimento.

E’ stato inaugurato questa mattina il tratto, chiuso da molti anni, del Sentiero di Santa Rita. Si tratta del percorso escursionistico che collega Cascia con Roccaporena, la frazione in cui la santa è nata.

Da oggi, grazie ai lavori di Regione Umbria e Comune di Cascia, il sentiero è interamente percorribile. Per pellegrini e turisti diventa così più completa e piena l’esperienza di camminare sulle orme della santa tra natura e Spirito.

Il taglio del nastro

“Auguriamo a chi percorre il sentiero di ritrovare sé stesso seguendo i passi di Rita, anche lungo la strada della santità”

“Accogliamo con gioia la nuova vita restituita al sentiero di Santa Rita, traccia della sua presenza storica e spirituale.
Chi giunge a Cascia porta avanti una ricerca e lo fa sia ai piedi di Rita che esplorando i suoi luoghi, attraverso la meravigliosa natura che li abbraccia.
Confidiamo, perciò, che possa essere per molti un’occasione rinnovata per vivere Cascia come luogo dello Spirito. E, immaginando qui la santa a contatto col mondo della natura, per avvertire come lei in esso la presenza di Dio, che lo rende dono di cui prendersi cura.
Auguriamo a chi percorre il sentiero di trovare ciò che cerca. E ritrovare sé stesso seguendo i passi di Rita, anche lungo la strada della santità che la nostra piccola grande donna ha fatto sua”.

È il messaggio che Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, ha voluto far arrivare questa mattina all’inaugurazione.
Ha partecipato a nome della Madre e della comunità ritiana, Suor Annamaria Mannarà.

Un momento dell’inaugurazione, davanti ai resti del Molino di Santa Rita

L’intervento e la novità

Oggetto della cerimonia, un segmento dell’antico percorso, quello che va da Roccaporena ai resti del Molino di Santa Rita. Un mulino nei pressi del quale, secondo documenti storici, Rita visse col marito e i figli prima di entrare in monastero.

I lavori di ripristino e potenziamento sono stati finanziati dalla Regione Umbria, per la quale era presente l’assessore alle infrastrutture Enrico Melasecche e attuati di concerto col Comune di Cascia, per il quale ha presenziato il sindaco Mario De Carolis, con l’amministrazione.

“La riapertura di questo tratto del sentiero, chiuso da molti anni – ha dichiarato il sindaco De Carolis – risponde all’esigenza di coloro che vogliono vivere l’esperienza di percorrere il sentiero dove anche Santa Rita ha camminato, attraversando una vallata incontaminata bellissima che fa incontrare natura e spiritualità, nel nome della nostra santa.
È un’offerta pensata per un nuovo tipo di turismo che ha una forte richiesta nei nostri territori, che sarà incrementata dai lavori che seguiranno sul tratto già percorribile del sentiero, insieme a quelli per la realizzazione della Ciclovia di Santa Rita, che ci connetterà al percorso dell’ex ferrovia Spoleto-Norcia e alla rete cicloturistica regionale”.

È Padre Gabriele Pedicino il nuovo Priore della Provincia d’Italia degli Agostiniani. Il suo mandato inizierà ufficialmente durante il Capitolo Provinciale Ordinario, che si celebrerà proprio qui a Cascia, dal 15 al 19 aprile.

Nato a Roma, da quasi 28 anni nella famiglia agostiniana, Padre Gabriele attualmente è rettore, parroco e sacrista della Basilica Santa Maria dei Miracoli di Andria in Puglia, dove è arrivato dopo ben 19 anni vissuti nella Basilica di San Nicola da Tolentino, dove ha ricoperto il ruolo di priore.

Da parte della Famiglia Agostiniana e Ritiana di Cascia, i migliori auguri per questo nuovo importante cammino a Padre Gabriele!

Cogliamo anche l’occasione per ringraziare Padre Giustino Casciano, che attualmente ricopre l’incarico di Priore Provinciale, per i suoi anni di prezioso servizio!

Eccoci giunti insieme all’ultima tappa del nostro viaggio spirituale in preparazione al Natale, con la compagnia di Padre Pietro Bellini, della comunità dei padri agostiniani di Cascia.

Il Natale è rinnovamento

Siamo al termine del cammino di preparazione al Natale del Signore. Ora ce lo vogliamo godere tutto, questo Natale, nel senso veramente “magico” del suo più vero significato, non di shopping e di abbuffate, ma di “star bene” e vivere bene, di rinnovamento della nostra vita e del nostro essere più profondo e personale.

C’è solo un ultimo passo da fare per vivere bene il nostro Natale e ce lo indica il Vangelo di questa quarta domenica di Avvento.

La Parola di Dio illumina la strada

Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola

Vangelo di luca 1,26-38

E’ il vangelo dell’Annunciazione. Il Signore, tramite l’Angelo, dice a Maria, un’anonima ragazza di Nazareth, che ha bisogno di lei per realizzare il suo sogno-progetto di salvare l’umanità: nascere da un grembo di donna per venire sulla terra, uomo tra gli uomini, a salvarci.

Maria risponde che è disposta a fare quel che il Signore le chiede e si compie il prodigio: Dio viene in mezzo a noi, nel bambino Gesù: figlio di Maria e figlio di Dio.

Per la nostra vita: il Signore ha bisogno di te!

“Chi ti ha creato senza di te – diceva Sant’Agostino, grande maestro della fede – non può salvarti senza di te!”, perché Dio ti ha creato libero e rispetta la tua libertà.

Per salvarti, Dio ha bisogno di te. Lui bussa alla porta del tuo cuore per venire a salvarti; tu, per essere salvato, devi aprirgli la porta. Solo questo. Al resto ci pensa Lui.

Che significa tutto ciò per il mio prossimo Natale? In questa vita agitata che stai vivendo, con tante cose da fare e tanti affanni, ti sembra che Dio non c’entri nulla?

Dio sta precisamente dietro le tue paure, le tue ansie, le tue disperazioni, le tue stanchezze, il tuo non senso della vita che a volte ti avvolge, in attesa che gli apri la porta del cuore.

Riconciliati con il Signore, e se necessario fa’ una bella confessione, per ritrovare la pace del cuore, e il Natale sarà splendido.

Hai un sacco di problemi che non sai come affrontare e risolvere? 
Hai la mente confusa, il cuore in subbuglio?
Dio ti può aiutare, ma tu glielo devi chiedere e permettere che ti aiuti.

Ritrova la bellezza della preghiera, come sai fare tu, con semplicità,
perché Lui comprende bene quel che gli vuoi dire, anche se sei
impacciato. Lui legge nel tuo cuore.

Qualcosa ti amareggia nei confronti della tua famiglia, di un tuo parente,
di qualunque altra persona?

E’ il momento giusto per fare il primo passo per una migliore intesa, per una pacificazione, per mettere alle spalle situazioni difficili e ritrovare l’armonia, l’amicizia, la pace.

Fa una telefonata, manda un messaggio di auguri, invita chi non vorresti invitare: con semplicità, senza spiegazioni sul passato. E’ il primo passo per rompere il ghiaccio, per un cammino di pace e di riconciliazione.

Se così avviene, il tuo prossimo Natale sarà perfetto, e ti lascerà pace e gioia anche per il prossimo Anno!

DOMENICA 24 DICEMBRE SEGUI IN DIRETTA LA SANTA MESSAPER LA TERZA DOMENICA DI AVVENTO

A pochi giorni dal Santo Natale, molti si chiedono: quale è il vero valore, il senso profondo di questa festa? Cosa ci dona davvero?
A questo scopo, siamo molto felici di condividere una riflessione preziosa che ci ha inviato la signora Caterina Castorina da Riposto, provincia di Catania.

Dio viene per conversare con noi

Anche se, in momenti storici come quello che stiamo vivendo, possiamo pensare che Dio si vergogni di noi e che voglia tenerci lontani, Egli, invece, ci è vicino più che mai: desidera condividere la nostra vita, farci sentire il miracolo del suo costante amore, della sua vicinanza e della sua misericordia.

Il presepio che costruiamo nelle nostre famiglie non riproduce un idilliaco e poetico quadretto familiare, bensì è l’immagine concreta del vero Dio e vero Uomo che viene per conversare con noi, per suggerirci come riordinare le nostre esistenze, per completare con la sua presenza le nostre famiglie… e lo fa con la delicatezza e la discrezione che contraddistinguono il suo modo di rapportarsi con noi, per lasciarci liberi di accoglierlo pienamente.

Dovrebbe essere nostro vivo desiderio che questa conversazione portasse alla nostra conversione, così parteciperemmo all’opera di salvezza che Egli compì con la Sua passione-morte-resurrezione. Dunque, avviciniamoci alla mangiatoia con un cuore aperto al dialogo che si fa preghiera, al perdono che si fa amore.

Santa Rita ci chiede di deporre le armi

Rita incarna il Natale nel suo donarsi agli altri amando e perdonando, nella sua capacita di “fare famiglia” nonostante ogni difficoltà, nel rispetto nei confronti della vita in quanto dono del Padre.

Questa santa dalle doti straordinarie di donna, di moglie, di madre, di suora ci insegna, col suo sublime esempio, come si può davvero vincere ogni guerra e spegnere ogni violenza spargendo il meraviglioso profumo della pace.

Oggi i conflitti (e i rapporti conflittuali) non sono solo fuori e dentro i confini della nostra nazione, ma si verificano anche fuori e dentro i confini delle nostre stesse famiglie.

In questo Natale, Rita ci chiede di deporre le armi e di fasciare con bandiere di pace le ferite delle nostre nazioni e dei nostri cuori.

Tali armi non sono rappresentate solo da orridi strumenti bellici come fucili e bombe ma anche da scellerate leve psicologiche o da ricatti morali mascherati di falsa affettuosità all’interno di relazioni complicate o malate.

Preghiamo ed operiamo, vicini al cuore di Rita innamorato di Cristo, affinché i mali fisici e spirituali che affliggono l’umanità intera e ciascuna donna e ciascun uomo, siano leniti dall’amoroso balsamo effuso dalla mano benedicente del santo Bambino… un balsamo che, però, si fa sostanza concreta attraverso il lavoro degli operatori di pace.

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