La graduatoria del bando di Servizio Civile presso il monastero
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Da Pasqua, i nuovi orari del Santuario
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Il Cardinale Ernest Simoni, “martire vivente” del regime comunista albanese, alla Basilica di Santa Rita
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Domenica delle Palme: il sipario di un’opera che ci fa crescere
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Le celebrazioni della Settimana Santa 2024 alla Basilica di Santa Rita
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Verso la Festa di Santa Rita: la Fiaccola della Pace e del Perdono accesa a Enna
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La Priora per l’8 marzo: “Riscoprire e allenare una ‘intelligenza materna’, che chiama al coraggio, alla gioia e alla speranza della vita”
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5 MAGGIO, FESTA DELLA FAMIGLIA
Ore 16.00 – BASILICA DI SANTA RITA Ricordo degli anniversari di matrimonio (1, 5, 10, 15, 20, 25, 30, 35, 40, 45, 50 e singoli anni successivi – Prenotarsi all’Ufficio Informazioni 0743.75091). La Messa termina con una parola su Santa Rita per i più piccoli e benedizione dei bambini. (IN DIRETTA SU YOU TUBE)
Dal 12 al 20 maggio, alle ore 11.50, partecipa al ROSARIO CON LE MONACHE, solo online dal Coro del Monastero su Facebook, YouTube e Instagram
Ore 16.00 – Visita del Monastero e racconto della storia e del messaggio di Santa Rita Ore 17.00 – Possibilità di confessarsi
Ore 18.00 – Eucaristia e passaggio accanto all’Urna di Santa Rita (IN DIRETTA SU YOU TUBE)
19 MAGGIO, PROCESSIONE DELLO STENDARDO
Ore 21.00 – BASILICA DI SANTA RITA Processione per le vie della città, con il tradizionale Stendardo
FESTA DI SANTA RITA
20 MAGGIO
Ore 10.00 – SALA DELLA PACE “Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2024” – testimonianza e presentazione delle “Donne di Rita” 2024: Cristina Fazzi, Virginia Campanile, Anna Jabbour Presenta il noto conduttore televisivo e giornalista Roberto Giacobbo (PER LA PRIMA VOLTAIN DIRETTA, SU YOU TUBE)
Ore 21.00 – ROCCAPORENA Arrivo della Fiaccola della Pace e del Perdono, proveniente dalla Città di Enna. Preghiera e salita allo Scoglio
21 MAGGIO
Ore 16.30 – BASILICA DI SANTA RITA Santa Messa della Famiglia Agostiniana, celebrata dal Priore Generale degli Agostiniani, Padre Alejandro Moral Anton Al termine consegna del “Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2024” con il messaggio della Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, Suor Maria Rosa Bernardinis (IN DIRETTA SU YOU TUBE)
Ore 20.30 – PIAZZA GARIBALDI Corteo verso il Santuario di Santa Rita
Ore 21.30 – BASILICA DI SANTA RITA Accoglienza Fiaccola della Pace e del Perdono. Accensione tripode e preghiera di affidamento (PER LA PRIMA VOLTA IN DIRETTA, SU FACEBOOK, YUOTUBE E INSTAGRAM)
22 MAGGIO, FESTA DI SANTA RITA
La mattina del 22 maggio, ci saranno Sante Messe alla Sala della Pace, anche alle ore 6:00 – 7:00 – 8:00 – 9:00.
Ore 10.30 – VIALE DEL SANTUARIO Arrivo Processione da Roccaporena e Corteo Storico con la Statua di Santa Rita
Ore 11.00 – SALA DELLA PACE Solenne Pontificale presieduto dal Cardinale Robert F. Prevost osa, Prefetto del Dicastero per i Vescovi
Al termine Processione, Corteo e statua proseguono fino alla Basilica
Ore 12.00 – SAGRATO DELLA BASILICA DI SANTA RITA Supplica a Santa Rita e Benedizione delle Rose
Ore 18.00 – BASILICA DI SANTA RITA Messa per benefattori e benefattrici del Santuario, presieduta dal Rettore, Padre Mario De Santis (IN DIRETTA SU YOU TUBE)
Nei giorni più buii prima della luce di Pasqua, ci accompagna ancora Padre Pietro Bellini, della comunità agostiniana di Cascia.
Schiacciato dal male
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Arrestato nell’orto degli ulivi nella notte del giovedì, Gesù fu portato presso il tribunale dove subì il primo dei tre processi a cui venne sottomesso; vessato, sbeffeggiato e torturatoper tutta la notte dalla soldataglia.
Nella mattinata i processi prima davanti a Pilato, poi inviato ad Erode e di nuovo riportato a Pilato per la sentenza finale: la morte in croce. Flagellato e coronato di spine, deve percorrere la vita che lo porta al calvario, il luogo della crocifissione, con alle spalle il peso della croce.
Quindi l’atto crudele della crocifissione, l’agonia fra tremendi dolori, per tre ore. La disperazione dell’uomo Gesù, sintesi e compendio di ogni dolore umano.
La sensazione terribile di essere stato abbandonato perfino da suo Padre. Ma la sua fede e l’attaccamento alla vita sono più forti e a sua volta Gesù si abbandona interamente al Padre, come buttandosi nella sue braccia: “Padre, nelle tue mani affido la mia vita, il mio spirito”.
Si compie il delitto più grande di tutti i tempi, il delitto dei delitti. Il Male si compiace: “Ho vinto io!… Rimango il padrone del mondo”.
Il giorno del buio, del silenzio e del dolore
Possiamo soltanto immaginare come Maria, la madre di Gesù, i suoi discepoli e tutti coloro che erano stati beneficati da Gesù e credevano in lui abbiano passare il giorno di quella Pasqua ebraica: nel buio totale della mente e del cuore, nella paura di ciò che poteva capitare anche ad essi, nel dolore che aveva asciugato ogni lacrima e la capacità di poter continuare a piangere, ma che continuava a pesare come un macigno nel loro cuore.
“Noi speravamo che…” dicevano sconsolati i due discepoli che lasciarono quella sera Gerusalemme per far ritorno alo loro villaggio. Era caduta e si era frantumata ogni speranza, come il peggiore dei terremoti.
Tutto è finito ormai… quante volte anche noi lo pensiamo davanti ai dolori della vita… ma col Signore nulla finisce davvero! Aspettiamo, attraversiamo quel dolore, impariamo da esso e dal silenzio, affidiamoci come Gesù…
Oggi inizia il Triduo Pasquale e noi continuiamo il nostro percorso con le riflessioni di Padre Pietro Bellini, della comunità agostiniana di Cascia.
Con l’ingresso a Gerusalemme in groppa a un asinello, festeggiato dall’entusiasmo pacifico della gente, Gesù intendeva lanciare un ultimo messaggio ai capi del popolo sulla sua missione di amore e pace, che non intendeva togliere il potere a nessuno. Ma i farisei avevano già deciso di farlo fuori. Gesù sentiva che questi erano i suoi ultimi giorni.
Passava le notti con i discepoli a
Betania, presso la casa dell’amico Lazzaro, a 10 chilometri da Gerusalemme, e
di giorno andava al Tempio a pregare e a predicare.
I 4 punti forti dell’ultima cena
L’antivigilia della festa, Gesù fece preparare la cena della “sua” Pasqua, nel locale di un amico, il Cenacolo. Fu l’ultima cena insieme ai suoi amici, i 12 discepoli da lui scelti.
Fu una cena di commiato e di consegne; una sera di struggente amore e di tradimento.
1. Gesù si mette a lavare i piedi
degli apostoli,
servizio riservato ai servi e agli schiavi.
“No, Signore – protesta Pietro – io non te lo permetterò mai”. “Se non ti laverò – rispose Gesù – non avrai parte con me”. E la conclusione: “Se io, vostro Signore e maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri”.
2. “Uno di voi mi tradirà”. Un macigno sul cuore di Gesù e dei presenti. La peggiore cosa che può capitare ad un essere umano: essere tradito da un suo amico.
3. Il dono dell’Eucarestia. Prima di abbandonare il suo corpo alla morte, Gesù lo dona totalmente ai suoi amici. “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo; prendete e bevete, questo è il mio sangue”. L’amore di Gesù per i discepoli è infinitamente più grande del loro tradimento.
4. Il dono del sacerdozio. “Fate questo in memoria di me”. Fatelo per tutti coloro che, nei secoli, crederanno in me, come segno del mio amore anche per loro.
“Dopo queste cose, Gesù uscì con i suo discepoli verso l’orto degli ulivi” (Gv. 18,1).
Questi 4 segni sono presenti ancora oggi nella nostra vita di cristiani. Meditiamoli in questo giovedì santo e soprattutto mettiamo in pratica ciò che ci insegnano: a trovare l’umiltà verso l’altro, a non cadere in facili soluzioni o corruzioni, a donarci agli altri con tutti noi stessi e a farci strumento dell’amore di Dio. Queste sono le consegne di Gesù!
Pubblichiamo la graduatoria relativa al bando per il Servizio Civile Nazionale 2023, rivolto a giovani e giovane tra i 18 e i 28 anni, che riguarda anche presso il nostro monastero, col progetto “Percorsi di fede”.
ore 7.30 OGNI GIORNO, CANTATA DALLE MONACHE AGOSTINIANE Basilica superiore (Cappellina)
ore 9.00 DOMENICA E FESTIVI Basilica superiore (APRILE E OTTOBRE) Sala della Pace (DA MAGGIO A SETTEMBRE)
ore 10.30 DA LUNEDÌ A SABATO Basilica superiore
ore 10.30 DOMENICA E FESTIVI Basilica superiore (APRILE E OTTOBRE) Sala della Pace (DA MAGGIO A SETTEMBRE)
ore 12.00 DA LUNEDÌ A SABATO Basilica superiore
ore 12.00 DOMENICA E FESTIVI Basilica superiore (APRILE E OTTOBRE) Sala della Pace (DA MAGGIO A SETTEMBRE)
ore 16.00 OGNI GIORNO Basilica superiore
ore 18.00 OGNI GIORNO Basilica superiore
***
PREGHIERA PER I MALATI
Ore 18.00 PRIMO VENERDÌ DEL MESE Basilica inferiore
***
VISITE AL MONASTERO OGNI GIORNO
MATTINO ore 9.00, ore 10.00, ore 11.30 IN CASO DI GRANDE AFFLUSSO NEI GIORNI FESTIVI VISITA CONTINUATA DALLE ore 9.00 ALLE ore 12.15
POMERIGGIO ore 14.30, ore 15.30, ore 17.00
***
CONFESSIONI OGNI GIORNO
MATTINO dalle ore 7.00 alle ore 12.30 POMERIGGIO dalle ore 15.00 alle ore 19.00
Penitenzieria (DA MAGGIO A SETTEMBRE)
Basilica superiore (GIORNI FERIALI DI APRILE E OTTOBRE)
Sala della Pace (SOLO QUANDO UTILIZZATA)
ADORAZIONE EUCARISTICA OGNI MERCOLEDÌ
DALLE ore 9.00 ALLE ore 18.00 Cappellina
VESPRO
ore 17.30 MERCOLEDÌ SABATO E DOMENICA, PREFESTIVI E FESTIVI CANTATO CON LE MONACHE AGOSTINIANE Basilica superiore
ROSARIO
ore 17.30 LUNEDÌ, MARTEDÌ, GIOVEDÌ E VENERDÌ Basilica superiore
ore 17.00 SABATO E DOMENICA, PREFESTIVI E FESTIVI Basilica superiore
ore 21.00 NEL MESE DI MAGGIO Basilica superiore
INGRESSO ALL’URNA
ore 18.30 OGNI ULTIMO GIOVEDÌ DEL MESE E NEI GIORNI DELLA NOVENA DI S. RITA DAL 12 AL 20 MAGGIO: AL TERMINE DELLA S. MESSA DELLE ORE 18.00 Basilica superiore
CORONCINA DI SANTA RITA
DA GIUGNO A GENNAIO ore 21.00 SECONDO GIOVEDÌ DEL MESE RECITA COMUNITARIA
ore 17.30 NEI 15 GIOVEDÌ DI S.RITA DA FEBBRAIO A MAGGIO Basilica superiore
In caso di grande affluenza o di particolari manifestazioni possono essere aggiunte altre celebrazioni eucaristiche in Basilica inferiore, o anche semplicemente possono variare i luoghi delle celebrazioni, previa segnalazione con appositi cartelli sul sagrato della Basilica
Sarà la prima volta a Cascia, ai piedi di Santa Rita, per il Cardinale Ernest Simoni, che Papa Francesco ha definito “martire vivente”, per i quasi 28 in cui durante il regime comunista in Albania, sua terra natale, è stato prigioniero, subendo persecuzioni, lavori forzati, violenze e minacce.
Nel suo instancabile apostolato, a ben 95 anni di età, il porporato, che oggi risiede nell’Arcidiocesi di Firenze, ha accolto con gioia l’invito della Comunità Agostiniana di Cascia e presiederà la Santa Messa Solenne della Domenica delle Palme, nella Basilica di Santa Rita.
La celebrazione si terrà alle 10.30, preceduta dalla processione con le palme che partirà dall’inizio del viale del Santuario. Sarà trasmessa anche in diretta sul canale YouTubedel Monastero.
Nel suo pellegrinaggio, il Cardinale, incontrerà le monache di clausura e i padri agostiniani, portando la sua preziosa testimonianza umana e di fede a tutti, soprattutto all’alba della Pasqua.
Lui che ha sempre proclamato il perdono e la misericordia per i suoi aguzzini, pregherà davanti al corpo di Rita da Cascia, santa del perdono.
SETTIMANA SANTA NELLA BASILICA DI SANTA RITA
Simbolicamente, il Cardinale Simoni aprirà, quindi, la Settimana Santa della Basilica di Santa Rita, dove sono molti gli appuntamenti in preparazione alla Pasqua di Risurrezione. Tra i più importanti:
26 Marzo – MARTEDÌ SANTO
Celebrazione anticipata dell’8° GIOVEDÌ di SANTA RITA (I 15 Giovedì di Santa Rita sono il cammino di preghiera e riflessione, in preparazione alla festa del 22 maggio e a ricordo dei 15 anni in cui la santa portò la spina, ricevuta dalla corona di Gesù, sulla fronte)
Con la Domenica delle Palme si apre la Settimana Santa della Pasqua. A guidarci, per beneficiare a pieno del valore di queste giornate simboliche, le riflessioni di Padre Pietro Bellini, dei padri agostiniani di Cascia.
L’ora è giunta
Ora l’anima mia è turbata, che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome
Vangelo di Giovanni 12 27-28
I Vangeli ci dicono che nell’ultimo periodo della predicazione di Gesù il rapporto tra lui e i suoi avversari (scribi e farisei) era arrivato a un punto di rottura. Tale, che Gesù era costretto a misurare parole, gesti e spostamenti.
Verso la festa della Pasqua ebraica, Gesù era consapevole che “la sua ora era arrivata”. Ma allo stesso tempo era deciso a portare a termine a tutti i costi la missione che il Padre gli aveva affidato: dare la propria vita per la salvezza dell’umanità. Perciò, come ci racconta Giovanni, termina la sua frase rivolgendosi a Dio, come a dire: “Padre fai vedere ciò che sei capace di fare…”.
Ingresso a Gerusalemme
Gesù inventa un ingresso trionfale nella città santa, simulando, in modo provocatorio, il trionfo che la città di Roma organizzava per il rientro dell’Imperatore dalla guerra, circondato dalle truppe vincitrici in armi. Ma alla rovescia. Al posto del cocchio trainato da cavalli, un asinello. Al posto del soldati esultanti per la vittoria con le armi levate in alto, una ‘grande folla’, venuta per la festa, che gli andò incontro con rami di palme gridando: ‘Benedetto colui che viene nel nome del Signore’. Al posto dell’Imperatore, con il capo cinto di una corona d’oro e pieno di orgoglio per la sua impresa bellica, un umile Gesù, contento di quella povera gente che lo circondava di affetto e di incoraggiamento.
Una trappola di Dio al Maligno
Con una grande differenza: l’Imperatore trionfa solo se ritorna da vincitore; ma Gesù trionfa prima ancora del combattimento finale: sa che il Padre ha reso una trappola micidiale al Maligno. Il Maligno prevede che eliminato Gesù, l’umanità intera, già sua preda, sarà per sempre sua. Ma si sbaglia di grosso: quando comincerà a esultare per essere riuscito a uccidere l’uomo Gesù, si accorgerà che, con l’imprevista Risurrezione Gesù, la sua preda, e con essa tutta l’umanità, gli sfuggiranno per sempre. Dio ha vinto: Gesù ascende alla gloria del Padre e l’umanità sarà salva per sempre.
Rievocazione drammatizzata della storia dell’uomo
Se così è stato, e così è, la Settimana Santa è e va vissuta come una rievocazione drammatizzata di tutta la storia dell’umanità e della salvezza operata da Dio.
Di fatto tutta la liturgia è impostata come un dramma, con poche preghiere e invocazioni, ma con molto ascolto della Parola di Dio (lettura della passione, letture del sabato santo…), con gesti e cerimonie che chiamano alla partecipazione attiva tutti (processioni, fuoco, candele distribuite a tutti, lavanda dei piedi, adorazione della croce…).
Le cerimonie religiose dei giorni della Settimana Santa ci coinvolgono in maniera straordinaria, aiutandoci a crescere:
riguardo alla fede in Dio e nel nostro redentore Gesù, troppe volte in crisi;
riguardo alla nostra coscienza, che passa volentieri da un eccesso all’altro, e che stiracchiamo, secondo le nostre convenienze, come fosse il mantice di una fisarmonica;
riguardo alle nostre pene e sofferenze, alle quali non sappiamo dare una valenza positiva, rimanendone spesso oppressi e schiacciati.
In questo tempo in cui sembriamo abituarci alle guerre, smarrendo la speranza nel buio della violenza, la luce della Fiaccola di Santa Rita ci desta per ricordarci che oggi la pace ha tanti nomi, quelli di chi non accetta di vivere nell’odio, e nel quotidiano fa sì che essa sia la norma e non l’eccezione.
Che da Enna questo fuoco sacro raggiunga nella preghiera ogni popolo in conflitto, a partire da Ucraina e Terra Santa, per smuovere le coscienze di chi può porre subito fine alle ostilità e per riscaldare i cuori di quanti ne sono vittime.
Così Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia commenta dall’Umbria l’accensione della Fiaccola della Pace e del Perdono, simbolo dei festeggiamenti di maggio della patrona dei casi impossibili, avvenuta sabato sera a Enna, nel Duomo Maria Santissima della Visitazione, gremito di fedeli.
La città siciliana è stata scelta per il Gemellaggio di Fede e Pace, che ogni anno Cascia stringe con una località, per amplificare il messaggio e i valori della santa, attuali, universali e preziosi.
Il Duomo di Enna gremito di fedeli
UN’ALLEANZA, TANTE VOCI DI PACE
La Fiaccola, che la notte del 21 maggio tornerà a Cascia per dare vita alla Festa di Santa Rita, ha suggellato l’unione con Enna, dove la delegazione casciana è stata in visita la scorsa settimana. E’ rientrata a Cascia ieri (17 marzo) dopo la Messa, celebrata da Don Davide Travagli, parroco di Cascia, in rappresentanza dell’Arcivescovo di Spoleto-Norcia, nella Chiesa di Sant’Anna. Nella celebrazione è stata consegnata la Reliquia ex ossibus di Santa Rita, portata, a nome del Monastero, dall’oblata Alessandra Paoloni, anche segretaria generale della Pia Unione Primaria Santa Rita, realtà molto attiva a Enna nel rendere concreti i valori ritiani.
Padre Mario ha letto la preghiera di benedizione della Fiaccola, accesa dai sindaci di Cascia e Enna
“La Fiaccola ci dice che Santa Rita opera per la riconciliazione in tante comunità, che accolgono ogni anno la sua luce e nel cuore il suo esempio, per essere con lei e con Dio impronte di pace”. Lo ha evidenziato il Rettore della Basilica di Santa Rita da Cascia, Padre Mario De Santis, a Enna per la famiglia agostiniana.
Insieme anche Padre Giustino
Casciano, Priore Provinciale degli Agostiniani d’Italia, che ha
sottolineato: “In questo mondo lacerato dalle guerre, Santa Rita è un punto di
riferimento, perché la sua capacità di perdono e di pace è una grande luce per
tutta la società. Ringraziamo i rappresentanti religiosi e le autorità civili
di Enna che hanno accolto Rita come messaggera di pace, dialogo e perdono”.
A presiedere la celebrazione dell’accensione della Fiaccola, Monsignor Antonino Rivoli, Vicario Generale della Diocesi di Piazza Armerina: “Nella Parola del Signore, che stasera abbiamo ascoltato nel Vangelo di Giovanni, il popolo è diviso nel giudizio su Gesù. Oggi, che le fratture sono mondiali, Cristo ci chiama a scegliere da che parte stare. E, questa sera, insieme, abbiamo levato sulla Terra e al Cielo la nostra risposta: siamo col Signore per la pace, guidati da Santa Rita da Cascia. Una scelta da confermare e onorare ogni giorno”.
Parola ai sindaci
“Attraverso il
gemellaggio con Enna – ha detto il sindaco
di Cascia Mario De Carolis, in Sicilia con l’amministrazione, il Comitato Cascia
per Santa Rita e alcuni cittadini – viene rinnovato un messaggio molto importante e purtroppo
attuale, che porta in sé l’accensione della Fiaccola della Pace e del Perdono. Un
messaggio che dal 1958 si ripete in tante parti del mondo, fino ad arrivare a
Enna, dove c’è forte devozione verso Santa Rita, anche grazie al legame con la
Pia Unione”.
Ad accendere la Fiaccola, il sindaco di Enna, Maurizio Dipietro, che
ha dichiarato: “La scelta del gemellaggio
con il nostro Comune si basa sulla fortissima devozione della città di Enna a
Santa Rita. Facciamo voti affinché la luce e il calore della Fiaccola della
Pace e del Perdono, che celebra questo legame ed è simbolo della vittoria sulle
tenebre che Santa Rita è capace di portare in ogni cuore, raggiungano anche
l’Ucraina e la Palestina e siano foriere di dialogo, speranza e pace per queste
terre martoriate dalla guerra e per tutto il mondo”.
Per la Giornata Internazionale della Donna, il pensiero di Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, con un parallelo alle Donne di Rita, quelle che ogni anno sono protagoniste della festa del 22 maggio, modelli universali dei valori ritiani, attuali e preziosi.
Celebriamo le donne che sono culle di vita e ali di speranza
In questo 8 marzo, tra bilanci di morte e un clima di grande sfiducia, celebriamo le donne che sono culle di vita e ali di speranza. Da donna e per l’umanità, oggi che si fa un gran parlare di intelligenza artificiale, invito tutti a riscoprire e allenare una ‘intelligenza materna’, più tipica ma non esclusiva delle donne. Quella che chiama ogni essere umano al coraggio, alla gioia e alla speranza della vita, per costruire una fiducia ritrovata, nel domani e nella vita stessa, di cui c’è estremo bisogno.
… e custodi del futuro
Lo sanno bene le donne che ogni giorno sono terreni fertili e custodi di vita e futuro.
Come Cristina Fazzi, che da medico nello Zambia cura i bambini che sono gli ultimi della società. Virginia Campanile, che ha perso suo figlio ma è mamma per tanti genitori e ragazzi in difficoltà. E Anna Jabbour, profuga siriana che per sua figlia ha attraversato la guerra divenendo testimone di pace.
Sono le donne che premieremo a maggio alla Festa di Santa Rita: tre donne diverse ma unite, come tante nel mondo, dalla scelta di essere strumenti di vita oggi, come Rita ieri.
Donne di Rita: un piccolo anticipo della Festa di Santa Rita
“Donne di Rita”, sono chiamate le donne scelte per il prestigioso Riconoscimento Internazionale Santa Rita. Dal 1988 premia donne che, come Rita da Cascia, sanno incarnare i valori su cui si fonda il nostro presente, che è il domani del mondo.
Ecco le tre donne che, il 20 maggio alle 10.00 nella Sala della Pace del Santuario di Santa Rita a Cascia condivideranno le loro testimonianze.
E, il 21 maggio alle 17.30 nella Basilica, riceverannoil Riconoscimento:
Cristina Fazzi, medico di Enna (Sicilia), che riceve
il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2024 per il rispetto, la giustizia
e l’amore con cui nei suoi 24 anni di servizio, professionale e umano, nello
Zambia, in Africa, ha protetto la vita e costruito il futuro di tante persone
nelle aree di estrema povertà, con un’attenzione speciale ai bambini e ai
giovani, in una società dove sono ultimi tra gli ultimi, spesso abusati e
maltrattati: ha creato il primo centro di salute mentale del Paese per i minori e
progetti formativi, per generare opportunità di cambiamento e realizzazione;
Virginia Campanile, che vive a Otranto (Lecce) e riceve
il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2024 perché dal dolore
indescrivibile per la perdita del figlio Daniele e dalla libertà e pace
acquisite grazie al perdono offerto a chi ne ha causato la morte in un
incidente stradale, ha fatto nascere un ‘investimento d’amore’ che condivide
con gli altri: ascoltando e aiutando tanti genitori toccati dal lutto a
ritornare a vivere e impegnandosi coi giovani per tutelarli nella fragilità
sociale e psicologica, accompagnandoli a riscoprire la bellezza della vita;
Anna Jabbour, che è nata ad Aleppo (Siria) ma
oggi vive a Roma, che riceve il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2024
per la testimonianza di pace, fratellanza e fede che incarna con la sua storia,
da profuga di guerra a mamma di speranza e coraggio per sua figlia e allo
stesso tempo per tutti coloro che incontra, non avendo mai perduto il forte
desiderio di sognare e impegnarsi per un futuro di umanità e unione che possa
cancellare ogni odio e sofferenza.
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