78 anni dalla morte della Beata Fasce: esempio per chi vive la malattia

II 18 gennaio la nostra comunità agostiniana di Cascia festeggia ogni anno l’anniversario della nascita al cielo della Beata Madre Teresa Fasce. E’ la storica Badessa del Monastero di Santa Rita, che ha fatto opere meravigliose nel corso del 1900.

Dopo aver dato vita alla Basilica di Cascia, diffuso la devozione a Santa Rita in Italia e oltre anche grazie alla rivista Dalle Api alle Rose. E dato forma concreta alla carità e alla misericordia di Dio, accogliendo la prima bambina di quello che oggi è l’Alveare di Santa Rita, progetto per minori del monastero, la sua vita si chiuse nell’amore nel 1947.

La sua esistenza, tutta dedicata al Signore e a Santa Rita, ha fatto esperienza quotidiana anche della malattia. Per oltre venticinque anni, infatti, la Fasce ha portato con grande sacrificio un tumore al seno. E, così, pensando e celebrando lei ricordiamo anche chi è nella malattia o chi ha un caro malato, cercando di portare un messaggio di supporto.

Ha sposato, voluto e amato la malattia come un dono: come abbracciare la Croce

E’ una situazione difficile quella in cui si trova chi affronta una malattia, che riguarda anche gli affetti che decidono, volente o nolente, di condividere questa pesantissima croce. Ma, ripercorrendo con la mente, i 15 anni della stigmata portata da Santa Rita, fino ad arrivare alla malattia, sposata, voluta, amata come un dono dalla Beata Madre Maria Teresa Fasce, vediamo come queste due donne, sono state e sono ancora due straordinari strumenti del Signore. Abbracciando la Croce, hanno ricevuto indietro l’abbraccio di Cristo.

Per entrambe, infatti, la sofferenza non è stata né una prova, né una tentazione. E neppure una scelta difficile, ma un compimento, una realizzazione di vita proiettata nella gioia di Dio… Concepire e comprendere che il tormento, la durezza e l’asprezza dei mali vengono concessi dal Padre ai figli non è facile… Non è il caso di Madre Fasce e della sua Maestra Rita, che accolsero il dolore, raddolcito da Dio, con gratitudine, per farne ponte privilegiato del traguardo migliore.
Ecco lo sguardo che ognuno di noi può conquistare!

La malattia è un’esperienza del corpo, ma anche dell’anima

Ogni persona è sempre sintesi dei suoi due elementi, e l’uno influisce sull’altro. Quando siamo malati sperimentiamo, con triste sorpresa, che il nostro corpo non risponde al nostro desiderio di vita e che non siamo padroni dei nostri giorni, perché questi finiranno, anche se ne vorremmo ancora e ancora. La malattia ci porta ai margini, ai margini della vita e, spesso, anche ai margini della socialità: una persona ammalata non frequenta più i posti di ritrovo, non va al lavoro, né a spasso.

Eppure, malgrado la condizione di ammalato sia tanto dolorosa, può diventare l’occasione per imparare qualcosa di importante: la malattia, allontanandoci dal caotico flusso della vita, ci permette una riflessione su di essa che, come dono prezioso, può essere offerta a tutti.

Offrirsi con amore

Nella sua malattia, Rita prima e Teresa poi, hanno compreso che, ben oltre i mille bei discorsi che si possono pronunciare, ben oltre le molte cose che si possono fare, la cosa più importante, la molla segreta di ogni gesto veramente significativo è l’amore: un amore che prende a modello quello di Cristo che, per salvare il mondo, è salito, solo e abbandonato, sulla croce, fidandosi fino alla fine di Dio Padre.

Ed è proprio per amore che, nonostante le ampie distanze dettate dal tempo, noi monache le sentiamo qui, accanto a noi. E preghiamo affinché anche voi le sentiate vicine, le chiamiate, a guida verso la Luce, le invochiate per sentirvi meno soli e più vicini a Dio.

Appuntamenti per chi sarà a Cascia il 18 gennaio

Ricordo della nascita al cielo della Beata Maria Teresa Fasce

Celebrazione di ringraziamento della città di Cascia

Ore 17.30 – S. Rosario
Ore 18.00 – S. Messa nella Basilica Inferiore che custodisce il corpo della Beata. Anima la Corale Santa Rita

Seguirà un rinfresco con le Monache nel Parlatorio grande (ingresso all’inizio dei portici)

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