25 novembre – Contro ogni violenza sulle donne: un appello all’amore vero, alla responsabilità e alla pace

Il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, non è una data qualunque: è un richiamo forte che attraversa la nostra coscienza e quella dell’intera società. Ogni forma di violenza — fisica, psicologica, economica, verbale o spirituale — lascia ferite profonde non solo nelle donne che la subiscono, ma nella comunità intera.

Nel silenzio ogni giorno portiamo davanti a Dio le storie di tante donne ferite, sole, disorientate. E insieme a loro portiamo anche le domande dei giovani, che spesso cercano un risposte e un nuovo linguaggio per parlare di amore, rispetto e reciprocità.

Sensibilizzare i giovani: una responsabilità di tutti

Mai come oggi è necessario aiutare i più giovani a capire cosa significhi davvero amare. Viviamo in una società in cui spesso l’amore viene confuso con il possesso, l’attenzione con il controllo, la gelosia con la passione. Ma nessuna di queste cose è amore.

Senza un’educazione profonda alle relazioni sane e libere, il rischio è quello di crescere generazioni fragili, che non sanno distinguere tra cura e dominio, tra libertà e dipendenza. Il 25 novembre ci invita proprio a questo: a parlare ai giovani, a dar loro strumenti per riconoscere la violenza, per chiedere aiuto, per rispettare l’altro nella sua dignità.

La violenza non nasce improvvisamente: cresce quando si permette che la paura sostituisca il dialogo, che la rabbia prenda il posto dell’ascolto, che l’egoismo soffochi l’incontro.

Sant’Agostino: l’amore che libera, non che trattiene

Il nostro padre Sant’Agostino ci insegna che l’amore è ciò che ci orienta verso il bene. Non un bene “mio”, ma un bene “nostro”.
L’amore vero, dice Agostino, non imprigiona e non pretende: ama e lascia libero, perché solo nella libertà l’amore diventa autentico.

Quando una relazione si ammala di possesso, di gelosia, di paura dell’abbandono, non è più amore: è una catena. E le catene non vengono da Dio. Dio è relazione, è apertura, è dono. L’amore agostiniano è uno spazio in cui l’altro può respirare, crescere, fiorire, non un luogo di dominio o di soffocamento.

Santa Rita e la Beata Fasce: due donne che parlano al presente

In questa giornata, il nostro sguardo si posa su due donne che sono per noi compagne di cammino e modelli di speranza: Santa Rita e la Beata Maria Teresa Fasce.

Santa Rita conosce da vicino il dolore delle relazioni difficili e delle prove vissute in famiglia Eppure, ha scelto la via della pace, della misericordia, del perdono — non come debolezza, ma come forza capace di trasformare il male. Il suo esempio è di una potenza sorprendente ancora oggi, soprattutto per le donne che vivono momenti di paura e incertezza.

La Beata Fasce, donna di coraggio e visione, ha saputo guidare, ascoltare, costruire comunità e futuro con tenerezza e fermezza. Nei suoi scritti e nelle sue scelte c’è una grande lezione per i giovani: l’amore è responsabilità, è cura dell’altro, è desiderio del bene altrui.

Un impegno che continua

In questo 25 novembre sentiamo forte la chiamata a essere, nel nostro piccolo, sentinelle di pace. Preghiamo perché ogni donna possa vivere libera dalla paura; perché ogni giovane possa scoprire la bellezza di un amore autentico; perché ogni famiglia diventi luogo di rispetto, non di dominio.

Chiediamo a Santa Rita e alla Beata Fasce di accompagnare tutte le donne ferite, di illuminare i cuori di chi le incontra e di guidare la società — e soprattutto i giovani — a riconoscere che l’amore vero non fa male: libera, custodisce e fa crescere.

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