di Rita, Calabria

Nata nell’amore di Santa Rita

di Giuseppe Brisciana, Ribera - Agrigento

Il culto di Santa Rita a Ribera

di Giorgio Spadoni, Roccafluvione - Ascoli Piceno

Guarito dalla malattia

di Salvatore di Leo, Vibo Valentia

Una pallottola mi ha mancato

di Rita Giacalone, Voghera - Pavia

Camminare di nuovo

di Sr. Perangela Perre, Roma

Un figlio miracolato

di Filomena, Italia

Il sogno rivelatore

di Rosario Bottaro, Uruguay

Miracolo di uno sconosciuto

di Tamara, Roma

Per un’amica

di Elisabetta Tratti, Roma

Una gravidanza difficile

Per raccontare quanto è accaduto, devo tornare all’anno 2009, quando ero incinta.
La gravidanza era sopraggiunta quando ormai mio marito ed io eravamo considerati non fertili.

Mi chiamo Rita, ho quattro anni e ho una malattia rara, talmente rara che sono l’unica al mondo a averla. Visto che io sono troppo piccola, la mia mamma mi ha prestato la sua voce per raccontarvi la mia storia e quella della mia famiglia, che sono legate a doppio giro con quella di Santa Rita, nostra grande e amata amica.

Quando sono nata, il 24 maggio del 2015, sono stata la grande gioia di tutta la famiglia e soprattutto della mia sorellina Chanel Rita. I miei genitori si sono conosciuti a Cascia, durante un pellegrinaggio per visitare i luoghi di Santa Rita e anche se vivevano in due piccoli paesini della Calabria, uno accanto all’altro, si sono conosciuti sull’autobus diretto in Umbria. Si sono innamorati subito e in men che non si dica è nata mia sorella.

Poi sono arrivata io e con la mia micro variazione al cromosoma numero 13 ho rivoluzionato la vita di tutti loro, arricchendola però.

Quando avevo solo pochi mesi di vita, mamma si è accorta che non facevo le stesse cose che facevano i bambini della mia età. Il medico le disse che ero pigra. Invece, poi si è scoperto che ho una piccola, piccolissima variazione del cromosoma 13 che mi vorrebbe paralizzata a letto, come un vegetale. Ma io? Io cammino. Certo ho cominciato molto dopo i miei amichetti e solo ora comincio a parlare. Sì, è vero è tardi, molto più tardi della media, ma secondo la scienza non avrei dovuto parlare mai nella mia vita e pensare che non potrei nemmeno stare seduta.

Per i medici sono un caso inspiegabile, per mamma e papà sono un segno di Santa Rita, che sempre ci assiste, ci incoraggia e ci protegge. Per mamma e papà niente è strano. È tutto merito della fede.

Rita e la sua famiglia non mancano mai di far visita alla loro amica Santa Rita a Cascia, soprattutto il 22 maggio di ogni anno, per ringraziarla di tutto quello che fa per loro.

Dove arrivo io, con la mia breve vita, già piena di tanti sacrifici e battaglie, arriva anche la storia di Santa Rita. Tutti, tramite la mia esperienza, apprendono la storia della mia amica Santa Rita: i medici, gli infermieri, le maestre dell’asilo, le mamme dei miei amichetti.

Dai nostri numerosissimi pellegrinaggi a Cascia, la mamma ha portato in regalo alle mie maestre alcuni adesivi che ritraggono Santa Rita e uno di questi, le maestre lo hanno attaccato alla finestra della nostra aula. Quando mi chiedono Santa Rita dov’è, io le prendo per mano e le porto alla finestra. Che avvenimento per una bambina che doveva essere allettata non vi pare?

Quando la mamma mi aspettava fece uno strano sogno… Sognò una statua di Santa Rita immersa in una moltitudine di gente, che le disse in dialetto calabro: “Questa volta ti aiuto, la prossima volta no”. Non sappiamo quale sarà la prossima volta, questa, comunque, la stiamo già vivendo.

Mi divido tra le fisioterapie e le marachelle, gioco e litigo con Chanel Rita e con grande stupore di tutti la mia malformazione è sempre lì. Mamma e papà sono consapevoli di questo, ma nonostante tutto sono fiduciosi che tutto andrà bene, perché io malgrado tutto faccio sempre qualche piccolo progresso. Da poco dico mamma e papà, e per la loro gioia e per la mia dico anche Santa Rita.

Santa Rita è la nostra amica del cuore e il suo pensiero ci sostiene in ogni difficile circostanza: le mie analisi, un cambiamento nella terapia, lei è sempre lì e noi non manchiamo mai di ringraziarla recandoci nella Basilica dove è esposto il suo corpo per ringraziarla e per ricaricarci.

Una volta per esempio, io dovevo andare con la mamma in Sicilia per fare delle analisi di approfondimento, mentre papà sarebbe partito per andare a Cascia a prendere la reliquia di primo grado di Santa Rita che la nostra parrocchia avrebbe tenuto a disposizione per la venerazione dei fedeli per una settimana. Ebbene, papà partì, mentre io e mamma, tanta era la pioggia, non potemmo imbarcarci per traghettare fino in Sicilia. Insomma, quando Santa Rita arrivò in Calabria, la sua prima tappa, con il consenso del parroco, fu casa mia. Santa Rita passò a salutarmi a casa. Che privilegio, non vi pare?

Per questo, lo scorso 22 maggio sono stata a Cascia con tutta la mia famiglia e con la mia presenza ho voluto ringraziarla per tutto quello che fa per noi.

Mamma è consapevole che potrei non guarire mai del tutto, in effetti, quella micro variazione del cromosoma 13 non è rientrata, ma io imparo a fare sempre più cose. Tuttavia, la fede nel Signore e in Santa Rita le danno la forza di andare avanti e sperare e quando proprio è stanca va a Cascia, sola con papà o anche con me e mia sorella e la nostra battaglia sembra più lieve.

Perché la fede è più forte di qualsiasi teoria sul corpo umano.

Articolo scritto da Marta Ferraro
per la rubrica “Storie dal Santuario”
pubblicato sul n.1-2020 di Dalle Api alle Rose,
 la Rivista di Santa Rita.

Il culto alla santa degli impossibili a Ribera si perde nella notte dei tempi. Si è a conoscenza della devozione dei fedeli sin dal sorgere della chiesa dove il suo culto è maggiormente praticato, la Parrocchia Immacolata di via Roma.

Quella della popolazione di Ribera è una devozione viva e attiva. Numerosissimi i devoti che partecipano alla celebrazione del 22 maggio. Ma anche nei giorni che precedono la festa solenne di Santa Rita per la sua preparazione. Sin dagli anni quaranta, la buona riuscita della festa è stata sempre a cuore alla famiglia Sortino e in particolare alla signorina Rosaria.

Con la sua dipartita, un gruppo di devoti, sotto la guida del parroco Don Antonio Nuara, non volendo disperdere il patrimonio di fede e di devozione accresciutosi nel corso degli anni, ha voluto formare una Pia Unione Primaria, legata al Monastero di Cascia. La spinta su questa strada arriva anche dall’esempio della Pia Unione Primaria della vicina Calamonaci. Così il parroco invia una formale richiesta all’Arcivescovo di Agrigento, che concede il nulla osta.

La Pia Unione Primaria Santa Rita di Ribera

L’affiliazione avviene solennemente durante il raduno del 25 aprile 2016 a Messina. È nata la nostra Pia Unione Primaria Santa Rita di Ribera. Abbiamo indossato la fascia inviata dal monastero di Cascia.
Mentre Padre Ludovico Maria Centra, assistente generale della Pia Unione, ha apposto allo Stendardo la coccarda, segno di affiliazione a questa grande famiglia. Inoltre, il monastero di Cascia, per volontà dell’allora Badessa Madre Natalina Todeschini, ha donato alla comunità la preziosa reliquia ex ossibus della nostra amata santa.

La reliquia, con grande partecipazione di fedeli, il 22 maggio 2017 è stata solennemente accolta in chiesa: incastonata in un bocciolo di rosa, posta sul petto della nostra statua di Santa Rita.

Entrare nella famiglia della Pia Unione Primaria Santa Rita, per noi ha rappresentato non tanto un punto di arrivo, quanto l’inizio di un nuovo percorso spirituale, improntato alla preghiera nel nome di Santa Rita.

L’auspicio è che la devozione sostenga tutti i membri della Pia Unione, impegnati a promuovere i valori della famiglia, della pace, del perdono e della riconciliazione, caratteristiche tanto amate e praticate dalla santa.

Il nostro grazie va alla Madre Priora e alle consorelle del Monastero Santa Rita di Cascia, che pregano per la nostra crescita. Viva Santa Rita!

All’età di nove mesi, nel lontano 1944, mi ammalai di enterite.

A quell’epoca, quando la seconda guerra mondiale era in pieno svolgimento, non si trovavano i farmaci per curare tale malattia. Molti bambini della mia zona morirono; io ero sulla stessa strada, dato che, da come raccontava la mamma, da una decina di giorni, bevevo solo poche gocce di latte.

Ormai presa dalla disperazione, la mamma, devotissima a Santa Rita, pensò di affidarmi a lei e iniziò la Novena facendole le promesse che, in caso di guarigione, mi avrebbe portato a Cascia a fare la Prima Comunione.

Al terzo giorno di Novena, sognò che stavo affogando nel bottaccio del mulino ad acqua, antistante la nostra casa; non sapeva cosa fare perché, se si fosse buttata in acqua per tentare di salvarmi, rischiava di affogare anche lei, così sarebbero rimaste sole le due sorelle.
Ad un tratto vide che, nuotando, un cagnolino bianco si avvicinò a me, mi prese per il collo e mi portò a riva dove, ad aspettarmi, c’era Santa Rita vestita di bianco.

Mia madre, presa dallo spavento, si svegliò, corse al mio lettino ed osservò che dormivo tranquillo; da quella notte le mie condizioni fisiche migliorarono fino alla completa guarigione.

Il 15 agosto 1954, mantenne la promessa fatta, mi portò a Cascia, nella Basilica, per fare la Prima Comunione. Per me fu un’emozione fortissima; da quel giorno ho sempre mantenuto nel cuore Santa Rita, dalla quale, ne sono certissimo, non mi allontanerò mai.

Nel corso della mia esperienza, ho avuto molte occasioni di sentire la presenza spirituale, direi quasi fisica, di Santa Rita.

Una prima sua presenza – allora vivevo a Milano – la ebbi da bambino, con la guarigione miracolosa da una malattia polmonare, che avvenne in un giorno di maggio con l’inondarsi della mia stanza di sole e profumo di rose.

Negli anni ’80, sono stato letteralmente salvato da un tentativo di sequestro di persona.

Una pallottola mi ha sfiorato la testa non colpendomi, in quel tragico momento ho avuto la netta sensazione che una mano di Rita si frapponesse tra me e il proiettile.

Molti altri episodi di vita quotidiana, mi hanno fatto sentire la presenza di Santa Rita nella mia vita.

Nel 2009, sempre in maggio, mi sono ammalato in forma grave di endocardite, tanto da dover subire un’operazione a cuore aperto nell’ospedale di Sant’Anna, a Catanzaro.

Il dottore mi confermò che il mio caso certamente si era avvalso anche di un miracolo, unito alla scienza medica e al loro impegno.

Mia mamma [Teresa], ormai da parecchi anni, soffriva di artrosi ad entrambe le ginocchia con interessamenti alle cartilagini, alle rotule e, nell’ultimo periodo, le si erano formate delle calcificazioni ossee; tutto questo non le permetteva più di camminare normalmente e, molto spesso, le ginocchia non la reggevano e cadeva per terra.

Dopo infinite visite e vari esami, nel mese di ottobre [2010] siamo stati da un bravo professore, il quale, appena ha visto i referti e le lastre effettuate, ha dato subito parere ormai scontato: l’operazione con l’innesto di protesi ad entrambe le ginocchia.

Mia madre, appena sentito ciò, è stata presa dallo sconforto più totale per mille paure; lei, che ha un’enorme venerazione e fede nell’amata Santa le ha chiesto piangendo la grazia di guarirla senza sottoporsi all’intervento, di poter finalmente camminare come tutti.

Ebbene, la notte seguente la visita, mamma ha sognato Santa Rita che la invitava a camminare insieme a lei dicendole che era guarita… mia madre si è svegliata di colpo piangendo e si era accorta davvero che poteva camminare leggera e senza dolore e così fece, camminando come una bambina la prima volta!

Nemmeno io credevo ai miei occhi, saltellava, correva e faceva movimenti che solo due giorni prima con poteva nemmeno sognarsi di fare, bloccata dal dolore.
Per questo motivo, ringraziamo di cuore l’intercessione di Santa Rita, che ha aiutato più di una volta mia madre, la quale non fa altro che ringraziarla ogni giorno e a tutti la proclama a gran voce: “Grande donna, grande madre e la più grande Santa!”. Cara Santa Rita, non farci mai mancare la tua protezione sulla nostra famiglia.

Vorrei parlare di mia sorella, Teresa Perre Aloisi, emigrata in Australia e rimasta vedova (del fu Antonio Aloisi) in giovane età con sei figli. Donna carismatica, Teresa ha sempre condotto la sua vita con profonda fede e carità cristiana, in mezzo alle preoccupazioni e alle occupazioni giornaliere, aiutando la numerosa famiglia con dedizione e generosità.

Bella d’aspetto e sempre sorridente, affabile con tutti, parla e agisce con soavità e mitezza. Nonna premurosa, ama profondamente i suoi nipotini, di cui si prende cura. Inoltre è sempre disponibile con tutti. Vive la sua quotidianità in continua preghiera con digiuni e astinenze.

La sua costante preghiera verso Santa Rita, patrona dei casi impossibili, ha fatto sì che si compisse il miracolo verso suo figlio Francesco, che ormai era in coma da otto mesi e non dava più segni di vita.

Improvvisamente ha aperto gli occhi, tornando alla vita proprio nel momento in cui Teresa stava recitando la sua novena alla Santa, mentre diceva queste parole: “Fonte di ogni bene, fonte di ogni consolazione, ottienimi la grazia che desidero, tu, che sei la Santa degli impossibili, l’avvocata dei casi disperati. Santa Rita, per le pene da te sofferte, per le lacrime d’amore da te vissute, vieni in mio aiuto, parla e intercedi per me, che non oso chiedere presso il Cuore di Dio, Padre di misericordia. Non allontanare da me il tuo sguardo, il tuo cuore, tu, esperta nel soffrire, fa’ capire le pene del mio cuore. Consolami e confortami dandomi se tu vuoi la guarigione di mio figlio Francesco e questo ho chiesto e questo ho ottenuto!”.

Spero che possa essere di conforto a tutti coloro che, con molta pazienza, sapranno cogliere queste parole: la preghiera opera miracoli.

Tra i testimoni di questa grazia ricevuta: Michele e Maria Sergi e famiglia, Anna Romeo e famiglia, Lena e Rocco Catanzariti e famiglia, Domenica e Sam Ciampa.

Il 5 febbraio 2007, ero preoccupata per mia sorella, la quale sospettava una terza gravidanza.

La mia ansia veniva dal fatto che quando era incinta della seconda bambina, il medico aveva sospettato che sarebbe potuta nascere down, ma poi, per grazia ricevuta, andò tutto bene.

Mia sorella era venuta al paese e restò a dormire da me. Durante la notte, feci un sogno:

Guardavo in una stanza, c’era una donna robusta e con i capelli corti, come se li tagliano le suore. Era sulla porta che congedava un’altra donna e diceva: «Non ti preoccupare che andrà tutto bene!». Poi chiuse la porta, s’inginocchiò ai piedi del suo lettino per pregare.
Mentre pregava, la donna morì ed io vidi la sua anima uscire dal corpo come se fosse stata, nella forma, simile a un’ostia.
L’anima si lamentava: «Ancora un poco!», come se avesse dovuto fare qualcosa e andare via, senza lasciare un messaggio.
Allora Dio le concesse di ritornare nel suo corpo per un po’. Lei si alzò e si diresse vicino al muro e, sulla parete, tracciò un percorso.

A quel punto, mi svegliai.

In sogno, sapevo che la donna si chiamava Teresa Fasce. Io non avevo mai sentito questo nome e non sono mai stata (al Santuario di) Santa Rita.

Mia sorella ha avuto un bel bambino. Da allora, ogni anno, ho tentato di venire a ringraziarla.

(Testimonianza pubblicata sul n. 1-2013 di Dalle Api alle Rose)

Sono madre di quattro figli e, come madre, ho pregato per la salute di un ragazzo di 24 anni, senza conoscerlo.

Santa Rita stava lì come un’amica, la migliore delle amiche, che ti parla e sa ascoltarti in qualunque momento, ci fa sentire che sta, come una vera amica del cuore, nell’immenso amore di Dio Padre.

Questo ragazzo doveva affrontare una rischiosa operazione a causa di un tumore spinale, fissata per il due agosto scorso.

Si compì un miracolo, perché il tumore regredì e non fu più necessario intervenire chirurgicamente.

So con certezza che fu Santa Rita a proteggerlo, con la sua fede immensa, affinché i medici non dovessero arrivare ad operarlo.

Ho promesso che se ciò si fosse avverato avrei ringraziato pubblicamente per questo vero miracolo! Il mio cuore, la mia anima, la mia famiglia si godono la gioia di avere sempre Te e nostro Signore Dio tra di noi. Ti amiamo.

(Testimonianza pubblicata sul n. 3-2013 di Dalle Api alle Rose)

Per un’amica

Per raccontare quanto è accaduto, devo tornare all’anno 2009, quando ero incinta. La gravidanza era sopraggiunta quando ormai mio marito ed io eravamo considerati non fertili.

Santa Rita è entrata nella mia vita per caso. Un’amica della nostra parrocchia doveva sottoporsi a un esame diagnostico ospedaliero pericoloso.

Era veramente spaventata e chiedeva preghiere. Quel giorno era proprio il 22 maggio, festa di Santa Rita. Così, abbiamo detto un rosario in famiglia per lei, raccomandandola alla santa e abbiamo anche chiesto che smettesse di fumare.

Beh, inutile dire che la Santa degli Impossibili ci ha ascoltate senza tentennamenti. Mentre la signora veniva sedata con un calmante, un medico ha aperto la porta e ha detto: «Questa signora non ha bisogno di questo esame».

Inoltre da quel giorno ha smesso di fumare senza nessun problema. È una testimonianza piccola, fatta con il cuore.

(Testimonianza pubblicata sul n. 4-2013 di Dalle Api alle Rose)

Una gravidanza difficile

Per raccontare quanto è accaduto, devo tornare all’anno 2009, quando ero incinta. La gravidanza era sopraggiunta quando ormai mio marito ed io eravamo considerati non fertili.

All’inizio del 6° mese, a causa di forti contrazioni uterine, fui ricoverata al Policlinico Gemelli di Roma. Mi riscontrarono una dilatazione di 2 cm.
Si doveva con ogni mezzo impedire il parto, poiché la bambina che portavo in grembo difficilmente sarebbe sopravvissuta dopo la nascita. Mi venne chiesto di sottopormi ad un cerchiaggio d’urgenza in quanto il parto era imminente. Non avevo alcuna scelta. Se la bambina fosse nata in quel momento, a 23 settimane, avrebbe avuto possibilità di sopravvivenza quasi nulle.

L’intervento fu fissato per il 22 maggio e, appena seppi la data prescelta, provai un senso di fiducia nel mio cuore: mi affidai immediatamente a Santa Rita. Ma le cose non dovevano essere così semplici.
Il cerchiaggio venne eseguito, ma si era verificata la complicazione temuta: rottura delle membrane e perdita di liquido amniotico, che avrebbero potuto in qualsiasi momento indurre il parto prematuro.
Me la presi con Santa Rita, chiedendole perché mai il giorno della sua festa avesse permesso l’inizio della morte di mia figlia.

Intanto mia sorella Valentina, il giorno 22 maggio, si era recata a Cascia per partecipare alle celebrazioni in onore della Santa e, infine, era venuta da me in ospedale a Roma per portarmi le rose benedette.
Il 24 maggio, cominciai la Novena a Santa Rita per i casi disperati.
Misi i petali di rosa sul ventre e pregai. Sentivo vicinissima Santa Rita.
Il secondo giorno scomparvero le perdite di liquido amniotico e i medici ne furono stupiti.
Dopo due settimane, contro ogni aspettativa, il parto prematuro fu scongiurato. Nessuno però si aspettava che la gravidanza potesse procedere di molto, invece la bimba nacque nella 36esima settimana, quando ormai era perfettamente in grado di sopravvivere.

Oggi la mia bambina, che si chiama Mariam, è bellissima e l’ho già portata al Santuario di Santa Rita una prima volta! Lode al Signore che per mezzo dei santi fa cose meravigliose.

(Testimonianza pubblicata sul n. 5-2013 di Dalle Api alle Rose)

Iscriviti alla newsletter

Inserisci la tua mail per restare sempre aggiornato su tutte le novità e le iniziative del Monastero.