Per portarti il nostro messaggio di speranza, abbiamo pensato di farci guidare dalla parola dei Salmi, che sono il modo in cui Dio ci ha insegnato a pregare.
Salmo 63 (62) versi 2, 7-9
O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
Quando nel mio letto di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe l’anima mia:
la tua destra mi sostiene.
Nel salmo colui che prega è presentato come un assetato in mezzo al deserto. Però non si dispera, perché sa dove si trova la sorgente d’acqua più dissetante, ovvero il Signore!
Dio non è solo la sua fonte di vita, è la sua bussola, il suo punto di riferimento, il suo sostegno, la sua pace e la sua gioia. E il deserto in cui si trova è quello, simbolico, in cui ci troviamo tutti noi.
Il tempo di Quaresima che abbiamo iniziato ricorda proprio i 40 giorni in cui Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, dove continue furono per lui le tentazioni del maligno. Ma lui lo ha vinto! E lo ha fatto anche per noi, che ci troviamo ognuno nel suo personale deserto, dove siamo messi alla prova.
Ce lo ha ricordato anche il Papa, che le tentazioni di Gesù, sono anche le nostre e che come lui noi siamo chiamati a vincerle. In che modo possiamo farlo?
Santa Rita ci direbbe che nel nostro deserto dobbiamo andare alla ricerca di Dio, cercarlo non in un posto fisico ma dentro noi stessi, esercitando il silenzio e la preghiera ogni giorno e tendendo la mano a chi non ce la fa con le sue forze.
Solo così, come ha fatto la nostra Rita, cammineremo con lei sui sentieri di Dio e lì troveremo la strada che ci conduce fuori dal deserto, verso un’oasi di pace e vita nuova. Il deserto è allora importante per cercare e trovare Dio, che proprio lì ci parla dritto al cuore e aspetta la nostra risposta.
Nell’amore di Santa Rita non saremo mai soli!