Che cosa chiese Gesù ai suoi discepoli di imparare da Lui? Non a guarire i malati, a insegnare o a convertire gli altri. La sua sfida fu molto più profonda e allo stesso tempo semplice: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29).
L’insegnamento di Sant’Agostino
Sant’Agostino insiste sul fatto che tutti i cristiani devono coltivare l’umiltà, che non è altro che la capacità di essere onesti con sé stessi, riconoscere le proprie fragilità e ammettere quanto abbiamo bisogno di Dio. Scrive infatti: “Dio ha le mani legate quando cerca di relazionarsi con gli orgogliosi. Dio può avvicinarsi solo agli umili”.
Nessuno può essere aiutato, né aiutare sé stesso, se non è disposto a riconoscere la necessità di aiuto. Gli esempi della vita quotidiana lo confermano: i percorsi di riabilitazione di alcolisti e tossicodipendenti iniziano proprio dall’ammissione del bisogno. Gesù ci ha insegnato la stessa verità nella vita spirituale: non possiamo crescere da soli, ma solo accogliendo l’aiuto di Dio.
L’umiltà come custode dell’amore
Per Agostino, l’umiltà custodisce l’amore. In un passo della sua opera sulla verginità consacrata scrive: “Solo Dio, che l’ha concessa, custodisce la verginità, e Dio è amore. Il custode della verginità è l’amore e il luogo in cui l’amore la custodisce è l’umiltà” (La verginità consacrata 51,52).
Queste parole, universali e sempre attuali, possono essere applicate anche al matrimonio, al sacerdozio e a ogni condizione di vita: il custode è sempre l’amore, e il luogo in cui l’amore dimora è l’umiltà.
Orgoglio e umiltà: due strade opposte
Sant’Agostino ricorda che l’orgoglio fu il primo peccato di Adamo ed Eva, simbolo dell’uomo gonfio di sé stesso. L’umiltà, al contrario, porta salvezza. È la via scelta da Cristo e da Maria, che si sono affidati pienamente a Dio. Senza imparare la lezione dell’umiltà, non possiamo giungere alla meta del nostro cammino spirituale.
L’umiltà di Cristo come esempio
Il motivo principale per cui i cristiani devono essere umili è l’esempio stesso di Gesù Cristo. Agostino richiama spesso i contrasti presenti nella Scrittura: forza e debolezza, orgoglio e umiltà, umiliazione dei potenti ed esaltazione dei piccoli. E ammonisce: “Forse vi vergognereste di seguire un uomo umile, ma almeno imitate l’umiltà di Dio” (Commento al Vangelo di Giovanni 25,16).
In una delle sue lettere, Agostino consegna ai cristiani la sintesi della sua visione spirituale: “Questa è la chiave più importante per la vita cristiana: l’umiltà, poi l’umiltà e infine l’umiltà. E per quanto spesso me lo chiediate, vi darò sempre lo stesso consiglio” (Lettera 118,22).
Per lui, dunque, l’umiltà è la radice di ogni virtù, la via maestra che apre il cuore a Dio e custodisce l’amore vero.