Le nostre radici spirituali
Nella vita del nostro monastero custodiamo con gratitudine le lettere e le parole della Beata Madre Maria Teresa Fasce. In esse riconosciamo la sua sapienza spirituale e la sua attenzione materna verso le giovani che intraprendevano la via della consacrazione. Così si rivolse a Suor Ersilia Rosetti, un’educanda di Cascia che scelse poi di donarsi a Dio nell’Istituto delle Maestre Pie Filippini: parole di incoraggiamento, di forza e di fedeltà, che ancora oggi ci accompagnano.
La vocazione come dono
Per Madre Fasce la vocazione è prima di tutto una chiamata d’amore di Gesù, che sceglie chi vuole come sua sposa. Essa ricordava che il noviziato non finisce mai, ma dura tutta la vita, fino all’incontro definitivo con il Signore. Vivere la vocazione significa offrire ogni giorno la propria volontà al Padre, accettando con coraggio le prove che ci purificano e ci rendono più vicine al Crocifisso.
Una scelta sponsale
Con cuore di madre, la Beata amava parlare della vocazione come di un legame sponsale con Cristo. Per noi, che viviamo secondo la Regola di Sant’Agostino, questa immagine resta viva e vera: essere consacrate significa appartenere totalmente a Gesù, lasciarci trasformare dal suo amore e camminare con Lui anche nella fatica.
Un invito sempre attuale
Oggi sappiamo che Dio non ci chiede sacrifici impossibili, ma il dono libero e gioioso della vita. Tuttavia le parole di Madre Fasce conservano la loro forza: la vocazione è un sì che si rinnova ogni giorno, un atto di amore che sostiene nei momenti di difficoltà e apre alla gioia della comunione.
Le sue parole per noi
Madre Fasce scriveva a Suor Ersilia: “Tra tante giovanotte, e più buone e più virtuose, Gesù ha scelto te per renderti a Lui somigliante, non obliare questo tratto della Sua Divina bontà ed amalo molto, molto!”. Anche per noi oggi questa raccomandazione rimane viva: ricordarci sempre che la vocazione è grazia, è amore scelto e accolto, è cammino che porta alla santità.