Ogni figlio è un dono, un segno di speranza per i genitori. Ma a volte, i genitori – anche senza volerlo – rischiano di proiettare sui figli i propri sogni, le proprie aspettative. La Scrittura ci avverte con saggezza: “Non esasperate i vostri figli” (1 Gv). È un invito a fidarsi di loro, ad accompagnarli con amore, senza imporre.
Educare è un cammino difficile e pieno di imprevisti. I genitori possono sbagliare. Ma Dio conosce i cuori e, attraverso lo Spirito Santo, guida i figli a comprendere che tutto può diventare grazia: anche gli errori, se vissuti con amore, custodia e perdono. Il Signore ha fiducia nei genitori: sa che i figli, anche se tra fragilità e limiti, possono essere cresciuti nell’amore e aiutati a realizzare i loro sogni e la loro vocazione.
Maria e Giuseppe: genitori attenti e liberi.
Pensiamo a Maria e Giuseppe, educatori dell’umanità di Gesù. Quando Gesù, a dodici anni, rimane nel tempio di Gerusalemme, loro lo cercano con affanno. Quando lo ritrovano, nel loro rimprovero c’è tutta la cura e la responsabilità dell’essere genitori. Ma nella risposta di Gesù – “Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?” – c’è già una libertà interiore che Maria e Giuseppe hanno saputo coltivare. Poi, Gesù “tornò a Nazareth e stava loro sottomesso”: segno che l’amore vero educa alla libertà, ma anche al rispetto, ai ruoli, al tempo giusto per ogni cosa.
Tre parole fondamentali
Papa Francesco ci ha ricordato spesso quanto siano importanti tre parole nella famiglia: “Permesso, scusa, grazie”. Con queste parole semplici si cresce nel rispetto, nell’umiltà, nella gratitudine. La famiglia è una scuola di vita: se i figli vedono queste virtù nei genitori, le imparano più facilmente. Anche il silenzio va ascoltato, con pazienza e amore, per non spegnere lo spirito.
Quando i figli prendono un’altra strada
A volte, anche con il miglior esempio, i figli scelgono strade diverse. È il dolore di tanti genitori. In questi momenti, ci vengono incontro due grandi figure: Santa Monica e Santa Rita. Quando non bastano più le parole o i consigli, restano la preghiera e le lacrime, che parlano direttamente al cuore di Dio.
Le lacrime di una madre non sono mai perse: “Tu raccogli le mie lacrime nel tuo otre; sono tutte scritte nel tuo libro” (Sal 56,9). È un modo profondo di amare: senza giudicare, lasciando sempre la porta aperta, rispettando la libertà dei figli, confidando che Dio saprà toccare i loro cuori al momento giusto.