Nel 1930, la Beata Maria Teresa Fasce, badessa del Monastero di Santa Rita a Cascia, scriveva ai suoi familiari raccontando di alcune lettere ricevute da personaggi molto importanti del suo tempo. Tra questi, c’erano il dottor Giovanni Quirico, medico personale del Re d’Italia, e il Cardinale Pietro Gasparri, allora Segretario di Stato del Vaticano.
Un dono speciale
Come ogni anno, in occasione del Natale, il monastero inviava l’uva benedetta della vite di Santa Rita al Papa e alla famiglia reale. In quella lettera, Madre Fasce racconta che la Regina Elena, pur trovandosi lontana da Roma, a San Rossore, ricevette il dono con grande devozione grazie all’intervento del medico di corte. Nella stessa occasione si parla anche della Principessa Giovanna, figlia dei reali, che pochi mesi prima aveva sposato Boris III, re di Bulgaria.
Madre Fasce non aveva paura di scrivere ai potenti, ma non lo faceva per interesse personale. Era sempre rispettosa e diplomatica, ma mai servile. Il suo obiettivo era chiaro: diffondere la devozione a Santa Rita ovunque, anche tra le alte sfere. Alcuni la criticavano per questa vicinanza ai reali, ma lei restava coerente: non cercava favori, cercava fede.
Una donna concreta in tempi difficili
C’è chi si è chiesto se la Beata fosse fascista. In realtà, come molti italiani del tempo, accettò la situazione politica senza condividerne pienamente l’ideologia. Non si espresse contro il regime, ma nemmeno ne fu sostenitrice attiva. Per lei, contava andare avanti, costruire, affrontare la realtà con intelligenza e fede, soprattutto per portare a termine progetti grandi, come la costruzione del nuovo santuario di Santa Rita.
Anche se aveva contatti importanti, la Beata dovette affrontare molte difficoltà, sia con le autorità civili che con quelle ecclesiastiche. Ma non si arrese mai. Sapeva muoversi con equilibrio, cercando sempre il bene dell’opera che aveva a cuore: far conoscere e amare Santa Rita. Le sue lettere, ancora oggi, ci mostrano una donna forte, concreta, fedele alla sua missione. Una figura capace di parlare con i potenti senza perdere la semplicità del Vangelo.