Gli anziani sono cuori saggi capaci di attrarre alla fede

Su Dalle Api alle Rose di gennaio-febbraio, l’Anno Santo che si unisce ai 125 anni dalla Canonizzazione di Santa Rita viene celebrato con uno speciale, dal nome “Pellegrini di speranza”.

Di queste pagine, condividiamo quelle con il messaggio di speranza che Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia (prima della neo eletta Badessa Madre Maria Grazia Cossu) ha scritto pensando agli anziani.

La fede è un dono che può essere trasmesso con l’attrazione: ecco la vostra missione

Che cosa spera un credente, uomo o donna ormai “sazio di giorni” (Giobbe 42,17), di lasciare alle generazioni future? La fede è un dono di Dio, che va alimentato perché porti frutto, altrimenti si disperde e muore.

Può essere, però, trasmessa… non con l’imposizione, ma con l’attrazione; l’esperienza personale che ciascuno fa con il Signore la rende viva ed efficace. E chi ha più esperienza di un anziano o un’anziana: ecco allora la vostra e nostra missione, specialmente in questo Anno Santo.

Sull’esempio dei Patriarchi e Gesù

Leggiamo dalle prime pagine della Bibbia che i grandi patriarchi hanno trasmesso ai discendenti non solo i beni materiali, espressione della benevolenza divina, ma anche l’esperienza mistica che hanno vissuto con Dio, aggiungendo ciascuno un tassello a quella conoscenza.

Dio rivelandosi a Mosè sul Monte Sinai dice: “Dirai agli Israeliti, il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe mi ha mandato a voi” (Esodo 3,15). Gesù stesso ha scelto degli uomini che stessero con Lui perché dopo la sua morte, la sua risurrezione e l’ascensione, continuassero l’opera: far conoscere il Vangelo a tutti, sostenuti dalla forza del suo Spirito. Negli Atti degli Apostoli vediamo davvero l’attrazione che quest’annuncio ha esercitato su molte persone, fino al punto di morire per Cristo, pur di restargli fedeli.

Ma non solo uomini, anche donne. Pensiamo a quanta autorità esercitava la donna cristiana in quel tempo nell’ambito familiare! San Paolo nelle sue lettere presenta alcune di loro; noi abbiamo un esempio in Santa Monica, mamma di Sant’Agostino.

Sono certa anche oggi, possiamo attirare e attrarre le nuove generazioni alla fede, con la nostra testimonianza, facendo nostri i sentimenti e gli insegnamenti del Signore.

Per diventare punti di riferimento

Ricordo, anche con piacere, che per molti dei miei nipoti e pronipoti, gli insegnamenti dei nonni sono diventati dei punti di riferimento, di sensibilità umana e spirituale nelle loro scelte.

Un mio nipote, che allora aveva otto anni, alla domanda meravigliata del parroco, che l’aveva visto alla Messa della Veglia Pasquale e poi all’orario solito: “Perché non sei stato a dormire ancora, sarai stanco; c’è un’altra Messa più tardi”; ha risposto: “La nonna mi ha insegnato, che al Signore dobbiamo dare l’erba fresca, non il fieno”.

Io stessa, colgo tanto nell’esempio delle monache anziane del nostro monastero: serenità, pace, gratitudine, accettazione della fragilità crescente… frutti questi di un rapporto fedele con il Signore e di una preghiera silenziosa e continua per l’umanità.

Invito, allora, tutti gli anziani a dire con il Salmista: “Signore, insegnaci a contare i nostri giorni, e acquisteremo un cuore saggio” (Salmo 90,12).

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