Dio ha racchiuso in noi la speranza

Partiamo oggi per il nostro viaggio spirituale estivo, alla riscoperta della speranza, per esplorarla anche in vista del Giubileo 2025!

Unisciti a noi! Insieme a Suor Maria Rosa Bernardinis, Priora del Monastero Santa Rita e all’agostiniano Padre Pasquale Cormio, ci proponiamo di ritrovare il significato profondo della speranza cristiana, rinnovando il nostro Spirito e rafforzando la nostra fede.

Siamo fatti per sperare, come per sognare

Tutti coltiviamo motivi di speranza: essere felici, trovare un lavoro, godere un meritato riposo, sistemarci economicamente… In noi è racchiusa la speranza come attesa di un bene, che ci auguriamo si concretizzi nel futuro più immediato. Possiamo paragonarla ai sogni che portiamo nel cuore e che desideriamo diventino realtà. E, sognare è doveroso, così come non spegnere mai i sogni degli altri, soprattutto dei giovani, che hanno tutta una vita davanti.

Eppure, nonostante questa disposizione interiore alla speranzaspesso avvertiamo una forma di sfiducia e di disperazione. Tanto più che quanto accade nel mondo e le notizie che, ogni giorno, riceviamo dai media, tra guerre, femminicidi, gesti di disperazione, incidenti, non aiutano in questo senso.

Abbiamo sete di infinito

Se ci guardiamo intorno, infatti, ci viene da affermare che oggi ci troviamo in un presente che ha perso la speranza. Essa però è essenziale perché ci aiuta ad avere occhi aperti sul futuro, ci dona la forza di essere propositivi, creativi, ci inietta energia. Quando, invece, lasciamo spazio alla disperazione tutto diventa pesante, insostenibile e nei casi estremi si perde la voglia di vivere, di lottare, di costruire. Ci vuole una speranza solida.

E, capiamo allora, che la speranza umana non è sufficiente. Avvertiamo, dunque, il bisogno di una speranza che vada oltre le ristrettezze del nostro tempo, una speranza che si apra a qualcosa di infinito, che non passa. Ogni felicità umana reca con sé il marchio della fine, mentre nel cuore sentiamo una sete di infinito che non possiamo dissetare da soli. Questo infinito, solo il Signore ce lo può donare e solo chi ha saputo accogliere e alimentare la fede nell’amore misericordioso di Dio sa che c’è una speranza che non è come quella del mondo, ma ci viene donata dall’alto.

La vera speranza è ancorata nel Signore

La speranza cristiana, in effetti, non illude e non delude, perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino. Ecco perché questa speranza non cede nelle difficoltà: essa si fonda sulla fede ed è nutrita dalla carità, e così permette di andare avanti nella vita.

Sant’Agostino ci ricorda che “in qualunque genere di vita, non si vive senza queste tre propensioni dell’anima: credere, sperare, amare (sermone 198 augm., 2).

L’Amore è nostra garanzia

L’amore di Dio è per noi la garanzia di traguardi di vita e non di morte, è la resistenza ad ogni forma di scoraggiamento, di delusione, di disperazione. Perché, come ci dice San Paolo, niente ci potrà separare dall’amore di Dio in Cristo Gesù, nemmeno il peccato, nemmeno la morte, nemmeno il dolore, la disperazione; perché l’amore di Dio è infinito, immenso, è un amore che è sorgente di vita inesauribile. 

Se viviamo di questa certezza siamo donne e uomini risorti e liberi dalla paura della morte, perché ogni giorno sperimentiamo che Dio è Padre, e se anche dovessimo camminare in una valle oscura, non temeremmo alcun male, perché lui è sempre con noi. 

Questa, è la speranza che dobbiamo cercare, accogliere, custodire, alimentare. Nessun insuccesso te la potrà togliere, nessun fallimento umano la saprà offuscare.

Don Tonino Bello con queste sue parole ci aiuta a scoprire i tratti della speranza cristiana“Nonostante tutto; nonostante la malattia, nonostante la sofferenza, nonostante il pianto. Annunciare la speranza significa anche giudicare gli avvenimenti alla luce della Parola di Dio, e non semplicemente avallarli alla fioca lucerna dei calcoli umani. La comunione con Gesù Cristo, la comunione con i fratelli, il servizio e la convivialità, e infine, la gioia Pasquale: sono questi i segni della speranza”.

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