“Il consiglio che Gesù ha dato con maggiore frequenza ai suoi seguaci durante il suo ministero pubblico è: Non abbiate paura (Non Temere). La lettura del Vangelo di oggi ne è un esempio. Gesù dice al capo della sinagoga: “Non temere, abbi fede”.
Questo l’inizio dell’omelia di Padre Joseph Farrell, Vicario Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, durante la Santa Messa in diretta su Raiuno dalla nostra Basilica, domenica scorsa 30 giugno, in cui in seguito ha ricordato la fede di Santa Rita, portandola come esempio per superare le paure dei nostri tempi.
“Santa Rita, nella sua vita, ha certamente conosciuto la paura – ha commentato – La morte di suo marito, dei suoi figli, le stimmate che portava nella sua carne per partecipare alle sofferenze di Cristo e il momento in cui si avvicinava la sua stessa morte furono occasioni in cui la paura poteva prendere il sopravvento e abbattere ogni sicurezza. Tuttavia, Santa Rita conosceva qualcosa che è più forte della paura. Ella custodiva il prezioso dono della fede che aveva ricevuto dal Signore”.
Successo di ascolti, con il 21,5% di share
La Santa Messa in diretta ha fatto registrare ottimi ascolti, seguita da 1.306.000 spettatori, con il 21,5% di share, risultato superiore alla media.
Per l’occasione, le monache hanno vissuto eccezionalmente la Santa Messa in Basilica, insieme ai devoti presenti e in comunione con quanti l’hanno seguita da casa
La celebrazione, aperta alle 10:55 da un emozionante video che ha raccontato Cascia, i luoghi e l’eredità di Santa Rita, è stata presieduta da Padre Farrell, e animata dai canti della Corale Santa Rita di Cascia, diretta da Rita Narducci. La regia è stata di Padre Gianni Epifani e il commento liturgico di Orazio Coclite, con la sua voce inconfondibile.
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“Non lasciate che i vostri cuori siano turbati”
“Non temere appare 70 volte nel Nuovo Testamento – ha continuato Padre Farrell nell’omelia – Ma anche in molti altri casi Gesù ha utilizzato espressioni simili, come “Coraggio”. Ad esempio quando voleva incoraggiare i Suoi discepoli, sollevandoli dalla paura, dopo aver camminato sulle acque del lago. E ancora. In un’altra variante, Gesù parla ai Suoi discepoli della Sua morte imminente: “Non lasciate che i vostri cuori siano turbati”.
“Se si consulta un thesaurus per trovare sinonimi della parola “paura”, si trovano termini come: terrore, orrore, allarme, panico, trepidazione, timore, angoscia e preoccupazione. Nel Vangelo di oggi Gesù ci dà l’antidoto per tutti questi sentimenti. Non solo incoraggia il capo della sinagoga a non avere paura, ma anche lo invita ad avere fede. Le due cose vanno di pari passo. La fede, come sappiamo, è un dono di Dio, e Sant’Agostino ci mette in guardia dal non darla per scontata. Guai a . . . un [cristiano] se il Signore non custodisce la sua fede. (Enarr. in Ps. 120.2)”
Come superare le paure dei nostri tempi
“Nel 21° secolo, abbiamo qualcosa in comune con il capo della sinagoga, con Santa Rita, e con Sant’Agostino? – si è chiesto il padre – Certo che sì. Anche noi temiamo la morte dei nostri cari. Temiamo anche la guerra, le rivolte, i saccheggi, i cambiamenti climatici, le pandemie, condizioni economiche incerte, gli incendi, gli tsunami – la lista può continuare ad infinitum”
“Possiamo fare qualcosa per placare le nostre paure di questi tempi?”
“Sì – ha concluso – Lo facciamo ad ogni Messa quando, dopo aver finito di proclamare il Padre Nostro, il celebrante, a nome di tutti, dice “Liberaci, oSignore,datutti imali, concedi la pace ai nostrigiorni”. D’ora in poi, ricordiamoci durante ogni Messa tutti questi sinonimi di paura e impegniamoci a riflettere sull’esperienza di fede del capo della sinagoga. Egli ovviamente fece ciò che Gesù gli disse di fare, e anche noi dovremmo fare così. È così che anche nella nostra vita possono avvenire i miracoli che ci conducono a superare i momenti di paura per giungere ad esperienze meravigliose di fede”.