“Educare i figli è l’arte più bella di amare”

L’educazione dei figli è l’arte più bella di amare. Aiuta a scoprire la propria vocazione, iscritta nel cuore di ognuno di noi da Dio stesso. Tutti nasciamo unici, singolari, amati da Lui in modo esclusivo e l’amore è la forza motrice dell’esistenza”.

Inauguriamo la settimana con le parole di Madre Maria Rosa Bernardinis, la nostra Priora, che dalla pagine di Dalle Api alle Rose ci ricorda quanto sia fondamentale l’amore dei genitori per i propri figli, che così si fanno educatori sull’esempio di Dio, “il primo educatore!”

“Quanta pazienza, quanta prudenza, quanto perdono richiede quest’arte – continua la Madre – nell’attendere l’occasione perché l’altro scelga nella libertà, di rispondere all’amore mettendo a frutto i doni ricevuti da Lui! ”

La famiglia, culla dell’amore ricevuto e donato

Secondo la claustrale “la famiglia è il luogo privilegiato dell’educazione. È la culla dell’amore ricevuto e donato. È comprensibile l’amore di Dio, che la Bibbia descrive come quello di un padre, di una madre, di un amico, se si sperimenta in famiglia! Tutti i membri contribuiscono ad accrescere questo amore fino alla sua pienezza, che si realizza quando le facoltà umane, della mente, del cuore, della volontà, unificate, crescono armonicamente. Nessuno è escluso dal fare la sua parte, i genitori come i figli: ci sono persone che nascono con disabilità fisiche o cognitive; anche loro sono capaci di ricevere amore e di donarlo”.

“Dio ha scelto questo stato di vita per incarnarsi nella storia! – continua Madre Maria Rosa – Come bambino, Gesù, “cresceva in età, sapienza e grazia, davanti a Dio e agli uomini”; è vissuto in essa per trent’anni, prima di annunciare il Vangelo. La lezione che permane per tutte le famiglie è quella dell’esempio, accompagnato anche dalle parole”.

Il perdono è l’esercizio per ricostruire le relazioni

La fragilità e il peccato provocano purtroppo ferite che richiedono una costante purificazione del cuore. Riconoscere i propri errori e correggerli è segno di maturità e di crescita. Il perdono diventa l’esercizio per ricostruire le relazioni, per superare i conflitti, ritrovare la pace e l’equilibrio interiore ed esteriore.

Conclude la claustrale: “Tanti adulti fin dalla loro infanzia magari sono vissuti in un clima conflittuale, privo di affetto. Per loro c’è la possibilità di scoprire l’amore? Di imparare l’arte di amare? Sì, perché questa arte consiste nell’educarsi prima di tutto a credere nell’amore di Dio, che non viene mai meno e aprirsi all’azione dello Spirito. Lui colmerà le lacune, sanerà le ferite. Ci sono stati educatori, ci sono ancora e ci saranno, grazie a Dio!”

Leggi QUI tutta la rivista di maggio-giugno

Iscriviti alla newsletter

Inserisci la tua mail per restare sempre aggiornato su tutte le novità e le iniziative del Monastero.