Nel turbine della quotidianità, spesso ci troviamo immersi in una frenesia che ci porta a vivere gli eventi uno dietro l’altro, riuscendo con fatica a trovare un collegamento tra di essi. Tuttavia, è importante riflettere su una prospettiva diversa, in cui la quotidianità viene vissuta come una forma di preghiera, una prospettiva che la nostra amata Rita ci invita ad abbracciare.
È quanto ci ricorda Suor M. Lucia Solera OSA, superiora della comunità agostiniana di Rossano Calabro, in provincia di Cosenza, nella sua rubrica Tracce di Rita contenuta nel numero gennaio-febbraio 2024 della nostra rivista Dalle Api alle Rose e che andiamo ad approfondire.
Una riflessione che ben si inserisce nel percorso dei 15 Giovedì, quest’anno dedicato alla preghiera.
La sacralità del quotidiano
La preghiera, ci ricorda Rita, non dovrebbe essere vista come un’attività separata dalla nostra esistenza, bensì come un atteggiamento di profonda attenzione verso tutto ciò che ci circonda, proprio come fece Gesù nei suoi insegnamenti evangelici. Dal momento in cui ci alziamo al mattino fino a quando chiudiamo gli occhi per dormire, ogni gesto, ogni azione è intrisa di sacralità, poiché è permeata dalla presenza di Dio.
“Tutto, ma davvero tutto ciò che compone la nostra esistenza è sacro, cioè abitato dalla presenza di Dio – scrive Suor Lucia- Da parte nostra, non occorre tanto sottolineare questa verità attraverso, ad esempio, la ripetizione di giaculatorie o formule di preghiera; ci è chiesto, piuttosto, di avere occhi per questa sacralità in cui siamo immersi. Ecco il nostro compito: sentire e dare alle cose quello che le cose già hanno, ma che il nostro peccato ha loro tolto: la sacralità. Recuperare la trasparenza del cuore, perché tutte le cose veramente manifestino Dio e ci comunichino Lui. Questo è il clima che prepara e introduce a conoscere la paternità di Dio verso di noi”.
Imparare a coltivare l’attenzione del cuore come Rita
La vita di Rita stessa è stata un esempio di questa consapevolezza spirituale. Crescendo come moglie e madre, ha imparato a riconoscere la presenza di Dio in ogni aspetto della sua esistenza. Il suo cammino di santità è stato caratterizzato da una profonda attenzione al divino nel quotidiano.
Evidenzia la claustrale: “Rita diventerà l’umile santa di Cascia, configurata alla Passione di Cristo, attraverso un’intera vita in cui lei progressivamente cresce proprio così: sentendo la presenza di Dio attraverso tutte le cose. Il quotidiano vissuto come visita di Dio. E questo, sin dagli anni della sua giovinezza, come sposa e madre. È questa sorta di attenzione del cuore che dona unità al vivere, lo riscatta dalla dispersione, raccoglie ogni frammento e lo riconosce significativo, senza buttare via nulla”. Secondo Suor Lucia, anche noi, in un’epoca in cui c’è minore “dimestichezza nel vivere come religiosi gesti anche molto semplici, ordinari”. Possiamo coltivare l’attenzione del cuore, crescendo nella relazione con il Signore.