1° domenica di Avvento: coraggio e speranza per riprendere il cammino

Domenica 3 dicembre inizia l’Avvento. Ti invitiamo a vivere insieme questo tempo prezioso per meditare e crescere, in attesa di Gesù!! 
Ad aiutarci nell’aprire i cuori e nell’esercitare lo Spirito, c’è Padre Pietro Bellini, della comunità dei padri agostiniani di Cascia.

Cosa serve per riprendere il cammino?

L’Avvento segna anche l’inizio del nuovo anno liturgico. Perciò ci prepariamo a vivere allo stesso tempo l’essere cristiani, un percorso di fede da rinnovare. E, per intraprendere bene un viaggio occorre che ci mettiamo dentro due stati d’animo indispensabili.

Il coraggio di ricominciare daccapo. Coraggio perché guardando indietro, sentiamo magari ancora l’amaro e la delusione della nostra esperienza passata, dei fallimenti, delle mosse sbagliate fatte, degli sforzi ‘inutili’ (almeno ci sembrano), fatti nel proposito di migliorarci.

La speranza che dà la gioia, la speranza che non muore mai.
Se ancora non ho raggiunto gli obiettivi, la speranza mi dice che però posso farcela, allora ritento di nuovo. La speranza di potercela fare mi dona la gioia del cuore e sollecita la mia buona volontà.

La Parola di Dio illumina la strada

Quello che dico a voi lo dico a tutti: Vegliate!

DAL VANGELO DI MARCO (13, 33-37)

Il brano evangelico che apre l’Avvento ci esorta a essere vigili, a tenere gli occhi aperti e puntare il nostro sguardo al ritorno del Cristo risorto alla fine dei tempi. Gesù paragona i discepoli a dei servitori, ai quali il datore di lavoro ha affidato i suoi beni per gestirli (beni di natura e di grazia). Beni che i servitori debbono conservare e far fruttare per essi stessi e per gli altri. Il datore di lavoro arriverà non si sa quando e vuol trovare i servitori al loro posto. Quei servitori siamo anche noi oggi. E abbiamo il compito di vegliare nella gioia, ascoltando e vivendo la Parola di Dio, facendo in modo che Lui abiti in noi, fin da subito.

Per la nostra vita: Dio è all’uscio del nostro cuore

Di fronte alle terribili guerre che insanguinano molte nazioni e popoli del mondo; alla situazione disperata di milioni di donne e uomini che fuggono dalle guerre, dalla fame, dalle ingiustizie sociali, dagli eventi catastrofici naturali; di fronte alle tragedie che ogni giorno colpiscono bambini, ragazze e ragazzi, e distruggono la loro vita e quella delle rispettive famiglie: sentiamo nostalgia di amore, pace, fraternità, giustizia.

Verrebbe da chiedere: O Signore, perché non scendi sulla terra a mettere un po’ di ordine, tu che sei morto per fare del nostro mondo un regno di giustizia e di pace?

Ma penso che il Signore risponderebbe: Io vengo, anzi, sto già in mezzo a voi. Sono davanti all’uscio della tua casa, del tuo cuore. Busso e aspetto. Se mi apri la porta, io entro; ma non sono un ladro, non entro per forza, se tu non vuoi. Aprimi la porta… vienimi incontro, sulle strade del mondo e della tua vita. Collaboriamo insieme: se non ti muovi, se non fai nulla di nuovo, il mondo rimarrà com’è. 

Incomincia dai piccoli gesti della tua vita quotidiana. Muoviti dal tuo torpore e dalla paura che ti blocca. Cammineremo insieme, tu ed io: abbi fiducia in me, coltiva la speranza, diventa una piccola fabbrica di amore

DOMENICA 3 DICEMBRE SEGUI IN DIRETTA LA SANTA MESSA PER LA PRIMA DOMENICA DI AVVENTO

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