“Il 24 settembre 1938 arrivò al monastero di Cascia Edda Petrucci di 7 anni, la prima “apetta” di Santa Rita, come la Madre Fasce chiamò le bambine orfane che formavano l’Alveare. La Beata accolse diverse orfanelle in quegli anni, affidandosi totalmente alla Provvidenza di Dio in tempi durissimi […]”
Così Mauro Papalini, nel numero di settembre-ottobre della rivista “Dalle Api alle Rose”, nello speciale dedicato al suo centenario, commenta la nascita dell’Alveare così come viene raccontata nell’episodio del fumetto dedicato alla Beata Maria Teresa Fasce, ideatrice del magazine, attraverso la voce narrante di Santa Rita.
Le Apette di Santa Rita
“Ci prenderemo cura di voi, insieme a Edda, sarete le Apette di Santa Rita”.
Queste le parole della Beata nella seconda scena del fumetto, sottolineando l’aspetto del prendersi cura e ribadendo il nome dato alle orfane che decide di accogliere, in virtù dell’amore e della carità, rompendo le regole della clausura.
Le trasformazioni nel tempo
“…oggi, dopo 85 anni, l’Alveare non accoglie più orfane, ma bambine provenienti da famiglie con difficoltà economiche e sociali, rivolgendosi a giovani di tutte le nazionalità”.
Così commenta, invece, la voce narrante di Santa Rita nell’ultima scena, mettendo in risalto i cambiamenti che l’Alveare ha subito nel corso degli anni, per rispondere ai bisogni mutati dei suoi beneficiari.
Dal 1974 ha adottato due percorsi distinti: quello residenziale, per le Apette, bambine e ragazze dai 6 ai 19 anni, assicurando un ambiente familiare e accogliente in cui crescere; quello semiresidenziale, chiamato Millefiori, per bambini e bambine del territorio tra i 6 e gli 11 anni, garantendo doposcuola con attività scolastiche e di tempo libero. Oggi, nella sua parte residenziale, sta per diventare una comunità educativa, pronta ad accogliere bambine dagli 11 ai 17 anni provenienti dai servizi, nei casi previsti dalla legge, e dalle famiglie con problemi socio-economici e di integrazione.
La parola d’ordine: accoglienza
Ciò che non è cambiato, in questi anni, è l’attenzione al minore e ai suoi bisogni, mantenendo fede all’idea di accoglienza che aveva la sua fondatrice, Madre Fasce.