Continuiamo a rivivere la Festa di Santa Rita 2023 attraverso gli articoli dell’ultimo numero della rivista “Dalle Api alle Rose”, in questo caso attraverso l’omelia del cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, che ha presieduto il Solenne Pontificale, seguito dalla Supplica e dalla Benedizione delle rose.
Un’omelia, preparata prendendo dall’Archivio del Dicastero il volume della “Positio super virtutibus” stampata nel 1897 per la canonizzazione della santa, in cui ha ricordato come la taumaturga umbra abbia rappresentato un modello di Carità e Gioia, nonostante una vita segnata dalla sofferenza.
Un amore modellato sulla Carità di Gesù Cristo
«Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla»
Gv 15,4-5
Rifacendosi a questo brano del Vangelo, letto durante la celebrazione, Semeraro ha citato dal testo della Positio: “Essa (Santa Rita, ndr) attingeva la carità verso il prossimo dal cuore di Gesù, cui voleva assomigliarsi in tutto”. E ancora: “L’amore di Dio della nostra Beata non era ozioso, ma operativo e modellato sulla carità di Gesù Cristo”.
Il Cardinale ha ricordato così la carità ritiana che le monache agostiniane del monastero di Cascia portano avanti con dedizione, rendendola quanto mai concreta, anche attraverso la Fondazione a lei intitolata e da loro creata nel 2012.
Spina spes gloriae
Semeraro ha aggiunto, inoltre, che secondo Padre Agostino Trapé la frase che sintetizza la vita di Rita è “Spina spes gloriae”. Tanto che nonostante i drammi e i dolori che accompagnarono le vicende della sua vita, Trapé ricorda come ella “ebbe nel cuore la gioia e la diffuse intorno a sé”
“Questa medesima gioia, per sua intercessione – ha concluso – noi oggi la invochiamo per noi, per le nostre famiglie, per questa Comunità diocesana e per tutta la Santa Chiesa”.