Come ha sottolineato recentemente Papa Francesco in Ungheria, sembra essere paradossale, eppure nell’epoca dei social, è aumentato negli individui il senso di isolamento sociale.
“Possiamo considerare la solitudine come “una delle più diffuse “malattie” del nostro tempo”, esordisce Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del nostro monastero, tanto che spesso le monache ricevono telefonate o mail da persone che confidano di soffrirne.
È questo il tema che andiamo ad approfondire nel 13esimo Giovedì di Santa Rita.
Saper ascoltare la vita, abbracciarla e valorizzarla
“C’è chi vive lontano dalla famiglia per motivi di lavoro o di studio, scegliendo la solitudine, chi invece la subisce, per non aver trovato la persona giusta con la quale condividere la vita o per averla persa – sottolinea la Madre – È tuttavia importante riconoscere che per tutti, a prescindere dalla situazione in cui ci troviamo, c’è un disegno di amore che parte da Dio, una chiamata. Spesso la propria storia di vita non corrisponde a ciò che desideravamo, ma è fondamentale saper ascoltare la vita, abbracciarla, orientarla e valorizzarla per ogni opportunità che essa ci offre”.
La solitudine non è un male, purchè abitata da una Presenza
Riflette Padre Luciano De Michieli, Rettore della nostra basilica: “La solitudine di sé non è un male: imparare a stare bene con noi stessi, creando degli spazi di silenzio per entrare in contatto con il proprio io, ascoltare e accogliere le notre emozioni, ci aiuta a trovare le motivazioni che orientino il nostro vivere e a prendere le distanze di fronte a un problema o a un dolore ci affligge. Lo faceva Gesù, che si ritirava spesso in luoghi solitari per pregare, per stare in ascolto del Padre. La nostra Rita andava sullo Scoglio di Roccaporena”.
“Affinché il silenzio della solitudine non sia assordante, deve essere però abitato da una Presenza – evidenzia – Senza, il silenzio diventa un rumore intriso di sentimenti di rabbia, di rancore, di frustrazione, che si agitano nell’animo”.
L’esempio di Santa Rita
In nostro aiuto giunge come sempre, l’esempio della nostra amata Santa Rita, per voce di Padre Luciano.
“Come avrebbe potuto Rita affrontare il dolore della morte di Paolo e dei figli senza questa Presenza? – si chiede – Come avrebbe potuto credere all’amore di Dio, in tanta tragedia, se non fosse stata invasa dal Suo Amore? Come avrebbe potuto vivere e donarsi senza riserve a Lui, se non avesse creduto nella comunione dei Santi e che quei legami con i suoi cari, in Lui, non si sarebbero interrotti?”