“A ogni passo sentivo nel mio cuore una contentezza immensa. Ero con un mio amico ateo, che mi accompagnava per farmi compagnia. Sono partito con il panino, lo zainetto della scuola e la sfida di 100 km da percorrere a piedi per mantenere fede a quella promessa fatta”. Queste le parole con cui Piergiuseppe Vita, per tutti Piero, residente a Pollenza, nel maceratese, nel nuovo numero della rivista “Dalle Api alle Rose”, nella rubrica dedicata alle “Storie dal santuario”, racconta la tradizione di un pellegrinaggio a piedi, dal suo paese a Cascia, che ha superato la soglia dei 24 anni e richiama sempre nuove persone, da lui iniziata in nome di un voto a Santa Rita.
Da viaggio in solitaria a pellegrinaggio comunitario
Una tradizione che ha preso il via il 1 settembre del 1998, allo scopo di ringraziare la santa dei casi impossibili per la guarigione di una persona cara, dopo una promessa fatta da Piero in un momento drammatico, di fronte a una malattia definita dalla scienza proprio come un “caso impossibile”.
Nel 2000 erano già diventati in tre, ogni anno si è aggiunto qualcuno in più, per cui quello che era un viaggio in solitaria è diventato un pellegrinaggio comunitario, che non conta mai di meno 20-25 persone. Un’esperienza che non coinvolge solo i devoti, i quali ogni volta decidono di unirsi a Piero, ma anche persone con le quali nel corso degli anni ha fatto amicizia lungo il percorso, anche atee.
Sono tre giorni di cammino, riflessione e preghiera, con tappe a Valcimarra di Caldarola, Serravalle di Chienti e Mevale, che richiamano a ogni passo quella “prossimità che si sente palpabile tra la santa dei casi impossibili e i suoi devoti”.