Apriamoci alla speranza, confidando in Dio
“Il termine dell’anno è certo solo una convenzione ideata dagli uomini, e nemmeno la stessa per tutti gli abitanti della nostra terra, ma è un dono prezioso per fare il punto sulla nostra vita”, così esordisce Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Cascia, accompagnandoci nella riflessione di fine anno. “Dove siamo? Verso dove andiamo? – si chiede – Con quali speranze e con quale fardello da portare con noi?”.
C’è tanto da “conservare nel cuore”
Continua Padre De Michieli: “La fine dell’anno viene celebrata dalla Chiesa con il canto di un inno di ringraziamento a Dio e con la memoria grata di chi ci ha lasciato e degli eventi belli dell’anno trascorso: una nascita, un matrimonio, un anniversario particolare, la fine di un pericolo…”
“C’è sempre tanto da ricordare, o meglio come faceva la Vergine Maria, da “conservare nel cuore” – sottolinea il religioso – Solo un cuore pacificato può però conservare senza che quella memoria “vada a male”. Un cuore che perdoni, che riconosca la presenza di Dio in ogni avvenimento, solo così la nostra vita è pronta per il nuovo anno e capace di aprirsi alla novità e alla speranza”.
Affidiamoci alla Madre di Dio
“Come dice, infatti, Thomas Merton: “La vera speranza non è in qualcosa che noi pensiamo di poter fare, ma in Dio, che sta suscitando qualcosa di buono da tutto questo, in qualche modo a noi ignoto”, ci porta a riflettere il padre agostiniano. E conclude: “Nel nuovo anno quindi, affidiamoci alla Madre di Dio e coltiviamo sogni di pace, solo così saremo degni figli e figlie della nostra amata Santa Rita”.