In questi tempi che scorrono a grande velocità e pretendono che ognuno di noi stia al passo altrimenti viene lasciato indietro, imparare a fermarsi e a soffermarsi sembra impossibile. Eppure, solo vivere con lentezza, almeno ogni tanto, può darci l’occasione di entrare in contatto con il nostro cuore e il cuore del nostro prossimo.
Prendiamoci una pausa
Coi ritmi ai quali siamo abituati, oggi non aspettiamo gli eventi ma li inseguiamo e magari capita che poi ci sentiamo spossati o insoddisfatti, perché non li abbiamo davvero vissuti. La velocità non è sbagliata, ma il tempo risparmiato, come lo usiamo? Forse è riempito da altre cose da fare, vedere, ascoltare: aumenta il tempo libero, aumentano anche le cose con cui riempirlo, al punto che questo sparisce dalla nostra percezione. La lentezza, invece, ci può insegnare a guardare a noi stessi e a vivere con consapevolezza ogni momento.
Dobbiamo per forza andare veloci?
Giovanni Gasparini, poeta, scrittore e docente di Sociologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ci aiuta a rispondere a questa domanda: “La velocità è uno degli aspetti più caratteristici delle società industrializzate. Ma dobbiamo collegarla a altri elementi che distinguono la nostra società, ovvero la complessità, la connessione continua e la dimensione planetaria della comunicazione. Tutto ciò è straordinario, ma pone grossi problemi in termini di valori e di capacità di adeguamento da parte nostra”.
Accanto a questi aspetti, si nota un bisogno di tornare ad assaporare le piccole cose… “l’esigenza di tornare a dei valori profondi – continua il professore – è sempre più condivisa. Il che vuol dire: riprendiamoci il nostro tempo. Non è facile. Bisogna cercare il senso di quello che stiamo vivendo. Abbiamo bisogno di fermarci, di avere nella settimana un giorno di riposo”.
La rivoluzione della lentezza
Reagire per cambiare questo “culto della velocità” che abbiamo, è possibile. Bisogna fare dei gesti che sono, nel piccolo, rivoluzionari. Come fare una sosta o staccare il cellulare per un po’. Rivalutiamo la lentezza, perché è essenziale alla vita. Facciamo una pausa, tutti insieme, e guadagniamoci il diritto alla lentezza, almeno qualche volta.
E che facciamo di questo tempo ritrovato?
Dedichiamolo a noi stessi, al prossimo e a Dio. Rimettiamo ordine nella nostra vita, magari facendo un pellegrinaggio a piedi, per vivere l’esperienza, entusiasmante, di lunghi spazi di solitudine e silenzio. Possiamo scoprire che si può vivere in modo diverso e che alcune cose sono davvero più importanti. Questo cambiamento potrebbe aprici le porte alla dimensione religiosa e alla preghiera, come mai abbiamo fatto prima d’ora.