Dopo aver vissuto il dolore della Passione, con il Sabato Santo arriva il giorno del silenzio, nel quale non ci sono liturgie. Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita a Cascia, ci invita a meditare insieme sul valore di questa giornata.
Il senso dell’attesa
“Tutto tace, tutto è spoglio, anche gli altari. Nelle chiese – dice Padre Luciano – non c’è la presenza di Gesù Eucarestia: i tabernacoli sono vuoti, come le acquasantiere. Questo silenzio e questo vuoto, però non devono spaventarci, perché sono un simbolo che ci ricorda che, per trasformare il dolore in dono di salvezza, tutti abbiamo bisogno di percepire l’assenza, spogliarci di noi stessi e delle nostre false sicurezze fondate su ciò che passa. Questa, è l’attesa che ci purifica dal superfluo. Ci sentiamo impotenti, ma così capiamo che il dono tanto atteso non è mai scontato”.
Preparati all’immortalità: dal silenzio alla grande gioia
“Il Sabato Santo – sottolinea il Rettore – sostiamo presso il sepolcro del Signore, meditando la sua Passione e la sua morte, e aspettiamo la Risurrezione, nella preghiera e nel digiuno. Ma è nella notte, la veglia delle veglie, che tutto rinasce. Non c’è celebrazione più importante per il cristiano della Veglia Pasquale. Là nasce la vita alla quale la Chiesa attinge ogni suo gesto, nessuno dovrebbe mai mancare.
Luce, parola, acqua, Eucarestia sono le quattro colonne portanti. Ma il culmine è l’Eucarestia: la mensa a cui sedersi con Dio Padre come figli e fratelli, il pane che ci fa un unico corpo in Cristo, il sacrificio che ci invita a morire a noi stessi per trovare vita nel sevizio come dono totale di sé, il vero farmaco che ci guarisce per l’immortalità.
Dal grande silenzio all’urlo di gioia che squarcia le tenebre con il nuovo giorno: Cristo è risorto! Sì è veramente Risorto!”.