Ricorda che non fu in una ricompensa mondana che Rita credette d’aver trovato il suo tesoro ma solo nel Signore Gesù a quale tutta si consegnò
Questa è una delle frasi dell’elogio poetico scritto sulla Cassa Solenne di Santa Rita, che dal 1457 al 1947 ha contenuto il corpo della santa, oggi custodito all’interno della Basilica di Cascia, in un’urna d’argento e cristallo.
Conoscere la vita di Santa Rita è essenziale per capire come fare nostro oggi il suo prezioso esempio di vita!
Subito dopo la morte, Rita era per tutti già santa e coloro che accorrevano per venerarla erano così tanti che non fu possibile seppellire il suo corpo. Un pellegrinaggio che non si è mai interrotto, ma è anzi cresciuto nei secoli!
Nella Cassa Solenne, visibile all’interno del monastero delle agostiniane, troviamo anche l’immagine più veritiera del volto di Santa Rita, così come l’artista l’ha dipinta guardando il corpo incorrotto della santa.
Nell’immagine, Rita tiene in mano la spina che, come dono dalla corona del Cristo, portò per 15 anni. In quella spina, non dobbiamo vedere solo i dolori della Passione, ma anche la luce della risurrezione. Perchè lei stessa chiese al Signore di partecipare con amore alle sofferenze di Cristo e vivere così le sue… e dove c’è amore, c’è vita!
Della Cassa Solenne e dell’elogio hanno scritto l’archivista Caterina Comino e l’agostiniano Padre Rocco Ronzani nella rubrica L’Archivista della Rivista del Monastero Santa Rita da Cascia “Dalle Api alle Rose”. Leggi QUI il loro articolo. Cerca tra i vari numeri, quello di settembre-ottobre 2020.