monica – Santa Rita https://santaritadacascia.org Santuario di Santa Rita da Cascia Mon, 19 May 2025 20:55:24 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.0.16 https://santaritadacascia.org/wp-content/uploads/2019/11/cropped-monastero-32x32.png monica – Santa Rita https://santaritadacascia.org 32 32 125 anni dalla canonizzazione di Santa Rita: gli eventi https://santaritadacascia.org/news-eventi/125-anni-dalla-canonizzazione-di-santa-rita-gli-eventi/ Mon, 19 May 2025 07:50:03 +0000 http://santaritadacascia.org/?p=22800 A maggio Cascia è in festa per Santa Rita e quest’anno c’è un anniversario importante da celebrare, perché ricorrono i 125 anni dalla sua canonizzazione. Inoltre è in corso il Giubileo della speranza e, come […]

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A maggio Cascia è in festa per Santa Rita e quest’anno c’è un anniversario importante da celebrare, perché ricorrono i 125 anni dalla sua canonizzazione.

Inoltre è in corso il Giubileo della speranza e, come decretato dall’Arcivescovo della Diocesi Spoleto-Norcia, la Basilica di Santa Rita per tutto l’anno 2025 è chiesa giubilare.

Per questi motivi il programma della festa quest’anno si estenderà fino a sabato, con altri due appuntamenti.

Venerdì 23 maggio: rosario meditato in Basilica

Venerdì 23 maggio alle ore 17 nella Basilica di Santa Rita sarà recitato un rosario meditato. 

I padri agostiniani e le monache agostiniane si alterneranno nella recita dei cinque misteri. Come ogni venerdì, si ripercorreranno nella preghiera la passione e la morte di Gesù. 

Il rosario sarà trasmesso in streaming sul canale YouTube del Monastero.

Sabato 24 maggio: una serata dedicata a Santa Rita

Sabato prossimo, il 24 maggio, ricorreranno 125 anni esatti dalla canonizzazione di Santa Rita, avvenuta il 24 maggio 1900. Celebreremo questo anniversario con una serata evento dal titolo: “Rita, santa della speranza”

La serata ripercorrerà i principali momenti della vita di Santa Rita e i punti più importanti del suo messaggio in un alternarsi di scene teatrali e riflessioni spirituali.

Le rappresentazioni teatrali a cura dei giovani del Gruppo teatrale F.U.P.S. di Cascia introdurranno infatti le riflessioni di quattro religiosi e religiose della famiglia agostiniana (Padre Juraj Pigula, Padre Rocco Ronzani, Madre Giacomina Stuani, Suor Elisabetta Tarchi) che ci aiuteranno ad approfondire il messaggio di Santa Rita su temi fondamentali quali la speranza, l’amore, la fede, le scelte di perdono e di pace. La riflessione conclusiva ci permetterà inoltre di conoscere la storia del percorso della canonizzazione di Santa Rita. 

Sarà una serata da non perdere! L’appuntamento è per sabato 24 maggio alle ore 21 presso la Sala della Pace del Santuario di Santa Rita in Cascia per tutti i residenti e i pellegrini in visita. 

Chi non potrà essere a Cascia potrà seguire la serata in streaming sul canale YouTube del Monastero. 

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Colmi di gioia e forti nella fede: 15° Giovedì di Santa Rita https://santaritadacascia.org/news-eventi/colmi-di-gioia-e-forti-nella-fede-15-giovedi-di-santa-rita/ Wed, 14 May 2025 08:17:02 +0000 http://santaritadacascia.org/?p=22789 Il nostro percorso dei 15° Giovedì di Santa Rita giunge al termine ma deve essere preludio di una ripartenza con gioia ed entusiasmo, per essere testimoni autentici e credibili del Vangelo, sull’esempio […]

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Il nostro percorso dei 15° Giovedì di Santa Rita giunge al termine ma deve essere preludio di una ripartenza con gioia ed entusiasmo, per essere testimoni autentici e credibili del Vangelo, sull’esempio della nostra Santa patrona che ci assiste dal Cielo. 

La gioia profonda dell’incontro con Cristo

Riserviamo l’ultima riflessione al tema della gioia intima e profonda che l’incontro con Cristo suscita nel nostro cuore. Il discepolo che rimane unito a Cristo è come il tralcio unito alla vite, che si nutre della linfa vitale, lo Spirito Santo, dà frutti buoni e abbondanti, ovvero quei doni che edificano una comunità o una famiglia. San Paolo esorta a camminare nello Spirito, per produrre frutti spirituali: amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5,22). Il compito del discepolo è di rimanere in Cristo, perché è da questo attaccamento che deriva la fecondità nella nostra vita, la gioia vera del cuore, la bellezza di essere salvati.

Agli apostoli radunati nel cenacolo, prima della passione, Gesù promette il dono della gioia, che assicurerà nel momento della sua resurrezione. La gioia del Signore è la gioia piena, che viene dal compimento della salvezza. Gesù sperimenta questo bene per aver compiuto l’opera che il Padre gli ha affidato, ed è questa gioia che egli dona a chi accoglie il suo amore. Essa è perfetta, perché è donata da Gesù, fonte della verità e della vita, e nella misura più generosa possibile.

Sant’Agostino si interroga sulla natura di questa gioia:

«In che consiste la gioia di Cristo in noi… se non nell’essere in comunione con lui? […] La sua gioia in noi, quindi, è la grazia che egli ci ha accordato; e questa grazia è la nostra gioia. Questa nostra gioia cresce e progredisce ogni giorno, e, mediante la perseveranza, tende verso la sua perfezione. Essa comincia nella fede di coloro che rinascono, e raggiungerà il suo compimento nel premio di coloro che risorgeranno».

Sant’Agostino – (Commento al Vangelo di Giovanni, tr. 83,1).

La gioia che assicura il Signore è radicata nella comunione, nella condivisione e partecipazione dei doni, nella capacità di gioire del bene altrui. La gioia di sentirsi tanto amati da Gesù conduce il discepolo a mettersi a servizio degli altri.

La Parola di Dio è una carezza

Dai colloqui che intratteniamo in Santuario con i pellegrini, noi monache e frati agostiniani spesso ci accorgiamo che la Parola di Dio condivisa diviene una carezza per quanti hanno difficoltà ad accogliere la volontà di Dio; che un sacramento ricevuto è medicina e consolazione nei loro affanni; e dalla casa di Dio i pellegrini ripartono non tanto con la soluzione dei loro problemi, quanto con la certezza che il Signore non ci abbandona nel tempo della prova, ma che è vicino nella prova e che la testimonianza dei santi diventa fortezza, coraggio, gioia. Anche nella notte del dolore può accendersi una luce di speranza, per avere al proprio fianco il Signore, che sostiene ed incoraggia nella lotta, che ci fa desiderare una pace duratura.

Nella biografia di Rita non compare il tema della gioia; anzi, la sua vita sembra esserne la negazione, per tutte le prove e sofferenze che ha dovuto affrontare come sposa, madre e monaca agostiniana. Eppure possiamo essere certi che è il suo cuore sia stato abitato da una gioia stabile e permanente, la gioia di chi si sente amata da Dio; la gioia che scaturisce dal Cristo crocifisso che con il dono della sua vita ci salva dal peccato e dalla morte; la gioia di chi si sente perdonata; la gioia di chi intende rimanere fedele alla vocazione di Dio; la gioia di chi consola perché è stata consolata interiormente; la gioia di chi è partecipe della beatitudine di Dio.

Dio ci ama tutti

Dio ama tutti” ci ha detto il nuovo Pontefice, Leone XIV. Noi siamo i suoi figli prediletti, il suo sguardo d’amore è sempre rivolto a ciascuno di noi. La gioia nasce da questa accoglienza. Se lascio che lo sguardo del Signore penetri nel mio cuore e corrispondo al suo amore, in me si stabilisce la gioia che il mondo non potrà mai togliermi.

Costruiamo insieme un mondo dove la bellezza della santità ricrea e vivifica tutto ciò che tocca, come ci ha dimostrato la nostra amata Santa Rita, e che ancora oggi ci dice e continuamente ci fa sperimentare. Lasciamoci invadere anche noi da questa Speranza che ha guidato tutta la sua esistenza e accogliamo, come ha fatto lei, la grazia che il Signore Gesù ci dona attraverso la sua Santa Chiesa.

Oggi, dalle 18.00 partecipa alla Celebrazione della Novena di Santa Rita. Clicca qui


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Compiere un viaggio dentro di noi: 14° Giovedì di Santa Rita https://santaritadacascia.org/news-eventi/14-giovedi-di-santa-rita/ Wed, 07 May 2025 10:31:48 +0000 http://santaritadacascia.org/?p=22772 Siamo giunti al penultimo appuntamento con il 14° Giovedì di Santa Rita dove siamo chiamati a compiere un viaggio “dentro” di noi, nel nostro cuore attraverso le parole delle monache di Cascia e dell’agostiniano Padre Pasquale […]

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Siamo giunti al penultimo appuntamento con il 14° Giovedì di Santa Rita dove siamo chiamati a compiere un viaggio “dentro” di noi, nel nostro cuore attraverso le parole delle monache di Cascia e dell’agostiniano Padre Pasquale Cormio.

Compiere un viaggio dentro di noi

Per Sant’Agostino il cuore è la via privilegiata per poter conoscere sé stessi e Dio:

«Torna al cuore e dal cuore va a Dio. Se sarai tornato al tuo cuore, tu torni a Dio da un luogo che ti è assai vicino».

Sant’Agostino (serm. 311, 14.13)

Quando l’uomo si allontana da sé, da questo centro di unità, è destinato alla dispersione, a perdersi tra le realtà terreni e le passioni carnali. Il nostro tempo è contrassegnato da una forma di dispersione, che caratterizza le azioni e il pensiero e che spesso, come una malattia, affligge le giovani generazioni. La dispersione è una proiezione all’esteriorità, a ricercare tutto ciò che è fuori di noi; è l’incapacità di stare con sé stessi; più che impiegare il proprio tempo, lo si spreca. La dispersione spinge verso la realizzazione di sé ad ogni costo, ci distoglie dall’interrogarsi su ciò che ci rende pienamente felici, in modo stabile, sollecitandoci a cercare, piuttosto, ciò che ci emoziona per un momento o ci piace di volta in volta.

Rientrare nel nostro cuore

Ed ecco a questo punto l’indicazione sapienziale di Agostino: «Rientrate nel vostro cuore! Dove volete andare lontani da voi? Andando lontano vi perderete. Torna, torna al cuore… Rientra nel cuore: lì esamina quel che forse percepisci di Dio, perché lì si trova l’immagine di Dio; nell’interiorità dell’uomo abita Cristo, nella tua interiorità tu vieni rinnovato secondo l’immagine di Dio: nella di lui immagine riconosci il tuo Creatore» (Commento al vangelo di Giovanni, tr. 18, 10). Il cuore è il luogo in cui incontrare Dio, riconoscere il suo amore di predilezione per noi e per i nostri fratelli, in una relazione viva e personale con Cristo. Il viaggio in questa regione interiore ci consente di contemplare le realtà spirituali ed eterne, di metterci in ricerca di Dio, dell’amicizia, della comunione, della bellezza, della preghiera, della grazia, della relazione, della contemplazione. Il nostro cuore arde quando ci muoviamo con Cristo, come i discepoli di Emmaus, nell’ascolto delle parole del Maestro che infondono nuovamente fiducia e speranza.

L’esempio dei santi

Santa Rita è colei che si offre come modello di discepola che purifica e custodisce il suo cuore e il suo sguardo, entrambi centrati in Cristo crocifisso. Nella croce ritrova sempre l’unità in sé e con Cristo contro quella dispersione che invece potrebbero scatenare gli eventi traumatici della sua vita. Nel dialogo costante e nella preghiera con Dio la Santa è capace di risollevarsi da una condizione di paralisi spirituale, di perseverare nell’amore e ricercare la misericordia divina, desiderare la dolcezza della grazia per sé e per i suoi cari. Agostino e Rita ci invitano a compiere questo pellegrinaggio interiore, che si presenta come una vera avventura, nella quale si ritrova Dio, se stessi e il prossimo.

Questa è l’esperienza che hanno fatto tutti i santi convertiti, ma questo vale anche per noi che abbiamo necessità di convertirci ogni giorno, per arrivare ad amare come ci ama Cristo. Tutto ciò che si manifesta è luce. È Grazia! 

Oggi, dalle 17.30 partecipa alla Celebrazione Solenne del 14° Giovedì di Santa Rita, in DIRETTA DALLA BASILICA DI CASCIA, preceduta dalla recita della Coroncina di Santa Rita. CLICCA QUI!


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Il dono della grazia: 13° Giovedì di Santa Rita https://santaritadacascia.org/news-eventi/13-giovedi-santa-rita/ Wed, 30 Apr 2025 09:49:12 +0000 http://santaritadacascia.org/?p=22746 Nell’ 13° Giovedì di Santa Rita riflettiamo sul dono della grazia e la guarigione del corpo e dello spirito, che giungono a noi attraverso la giustificazione dei peccati nell’Anno Santo, con le parole […]

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Nell’ 13° Giovedì di Santa Rita riflettiamo sul dono della grazia e la guarigione del corpo e dello spirito, che giungono a noi attraverso la giustificazione dei peccati nell’Anno Santo, con le parole delle monache di Cascia e dell’agostiniano Padre Pasquale Cormio.

La grazia è un dono gratuito

La grazia, per definizione, indica qualcosa di gratuito, è un dono e proviene dalla libera iniziativa di Dio. Questa benevolenza va al di là di ogni aspettativa dell’uomo, essendo dono di amore. La grazia indica anche la salvezza offerta all’uomo, che è decaduto dalla sua fedeltà a causa del peccato: nella grazia è contenuta la dimensione del giudizio e del perdono dei peccati da parte di Dio.

La grazia di Dio si è manifestata in Gesù, dono del Padre all’umanità. In Gesù abbiamo la grazia, ovvero la vita eterna e la conoscenza del Padre; anzi, egli stesso è l’autore della grazia, quando comunica lo Spirito senza misura, quando si offre nell’eucarestia, quando accetta con la passione di morire per noi peccatori. Egli dona la grazia senza escludere nessuno, perché a tutti sia assicurata la salvezza. Tutto ciò che Cristo ha fatto, insegnato e mostrato è espressione del Vangelo della grazia, è annuncio di grazia, ovvero del perdono, che raggiunge ogni uomo. Ecco il senso autentico del Giubileo: una grazia immeritata che ci rende graditi a Dio.

La grazia ci guarisce

La grazia, che ci è data per mezzo di Cristo nel battesimo, è all’origine del processo di santità, ci libera dal peccato, ci fa vivere da figli di Dio e fratelli nella Chiesa. I sacramenti sono il canale privilegiato attraverso il quale la grazia di Dio ci sana e ci irrobustisce, non solo a livello di fede, ma anche di benefici corporali. C’è infatti una guarigione che la grazia assicura, toccando l’anima e di riflesso anche il corpo, che beneficia di effetti salutari che rinnovano interiormente il nostro vivere.

La grazia è anche libertà e liberazione, è essere sotto il dominio dello Spirito Santo. L’orizzonte di libertà, a cui ci apre lo Spirito è l’amore: siamo liberi per servire, liberi per amare, liberi per aderire a Cristo. Agostino fa spesso riferimento alla schiavitù in cui si trova l’uomo a causa del peccato: solo Cristo può salvare questa umanità, comunicando la grazia, quell’aiuto indispensabile affinché l’uomo possa operare il bene. L’aiuto divino è dato all’uomo gratuitamente e per questo viene chiamato “grazia”, la grazia dello Spirito Santo, che sana, libera, guarisce l’uomo nelle sue scelte e decisioni ultime.

«La grazia non ci viene data perché abbiamo già fatto opere buone, ma perché le possiamo fare».

Sant’Agostino – Lo spirito e la lettera 10.16.

Per fare il bene, noi abbiamo bisogno del costante sostegno della grazia divina. Perciò essa esclude ogni possibilità di gloriarsi davanti a Dio, dal momento che tutto ciò che siamo e abbiamo, è dono di Dio.

Per guarire bisogna abbandonare l’uomo vecchio

“Vuoi guarire?” disse Gesù al paralitico che si trovava nella piscina chiamata Betzaetà. Questa stessa domanda, ogni giorno, il Signore la rivolge a ciascuno di noi. La grazia che ci viene donata in questo anno giubilare, affinché porti effetto, ha bisogno del nostro contributo, richiede l’apertura del cuore che nasce da un sincero desiderio di guarigione. Il Verbo si è incarnato nella nostra storia per donarci una vita diversa da quella che il nostro egoismo e orgoglio ci suggeriscono. Questo richiede anche una certa fatica, una lotta continua, un incessante discernimento tra il bene e il male. Siamo chiamati a una trasformazione che ci fa compiere, non solo opere buone, ma che ci rende profondamente buoni, perché anche le opere buone possono essere compiute, mossi dalla superbia e dal desiderio di apparire.

Accogliamo questo tempo di grazia e lasciamo il nostro uomo vecchio con le sue passioni, che come catene ci tengono prigionieri e abbracciamo la fatica della lotta. Sostenuti dallo Spirito di Dio, possiamo vincere ogni battaglia e gustare la libertà dei figli di Dio, grati e riconoscenti, certi che il Signore risorto cammina sempre al nostro fianco e nelle Sacre Scritture ci indica la via da seguire.

Oggi, dalle 17.30 partecipa alla Celebrazione Solenne del 13° Giovedì di Santa Rita, in DIRETTA DALLA BASILICA DI CASCIA, preceduta dalla recita della Coroncina di Santa Rita. CLICCA QUI!


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Santa Rita, donna di speranza https://santaritadacascia.org/news-eventi/santa-rita-donna-di-speranza/ Mon, 28 Apr 2025 12:43:48 +0000 http://santaritadacascia.org/?p=22729 Per i 125 anni dalla Canonizzazione di Santa Rita, Suor Maria Lucia Solera ci aiuta a rileggere la sua vita come donna di speranza. Sperare è aver fiducia negli altri […]

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Per i 125 anni dalla Canonizzazione di Santa Rita, Suor Maria Lucia Solera ci aiuta a rileggere la sua vita come donna di speranza.

Sperare è aver fiducia negli altri

In Santa Rita hanno preso carne le parole di Agostino:

«Sperare significa credere all’avventura dell’amore, aver fiducia negli uomini, compiere il salto nell’incerto e affidarsi completamente a Dio». 

Sant’Agostino

Ci soffermiamo sull’affermazione: “sperare è aver fiducia negli uomini”. Questo avviene, quando si prende a considerarli nella loro dignità, che rimane sempre: può essere sfregiata, sfigurata, imbrattata; cancellata, mai. C’è come un punto buono che dice della tua dignità, della tua identità più vera e profonda. Restiamo e saremo per sempre creature fatte a immagine e somiglianza di Dio-Trinità. 

Stuzzicare l’altro nel bene

Questo aver fiducia negli uomini, probabilmente Rita lo ha assimilato dai suoi genitori: erano pacieri a Cascia, punti di riferimento per una convivenza giusta e pacifica. Non si può essere pacieri se non si è mossi da quella particolare fiducia, intrisa di speranza, per la quale c’è sempre qualcosa di buono che ognuno può trarre da sé, se stuzzicato nel bene. 

Sappiamo bene cosa significhi provocare: stuzzicare a una reazione risentita o addirittura violenta. I provocatori sono, fondamentalmente, quelli che vanno a toccare i “punti deboli” di altre persone. 

Occorre tanta delicatezza…

Rita raccoglie dai suoi genitori la missione di farsi paciera e la porta avanti cercando di far vibrare le corde che sanno ancora esprimere il bene, solo se toccate nel modo giusto. Occorre tanta delicatezza per questo, e una dose di scaltrezza tutta evangelica che non si improvvisa, ma si acquista attraverso la preghiera, tanto ascolto e affinando uno sguardo buono. 

Pensiamo a come Dio stesso ci considera: Egli ci guarda sempre come i suoi figli, le sue figlie predilette. Attingiamo da Lui l’attitudine a restituirci uno sguardo di considerazione, apprezzamento, benevolenza ad oltranza; «Gareggiate nello stimarvi a vicenda», raccomandava San Paolo (Lettera ai Romani 12, 10). 

Preghiera

Santa Rita, donna di speranza, aiutami ad aver fiducia negli altri, anche dopo tante delusioni e infinito soffrire; ottienimi di crescere nella capacità di toccare le corde buone dell’altro, nella certezza che ciascuno è sempre in grado di esprimere note positive. Amen!

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La comunione: perché ognuno di noi è un dono per l’altro – 12° Giovedì di Santa Rita https://santaritadacascia.org/news-eventi/12-giovedi-di-santa-rita/ Wed, 23 Apr 2025 14:16:25 +0000 http://santaritadacascia.org/?p=22715 Nell’ 12° Giovedì di Santa Rita riflettiamo sul dono della Comunione con le parole delle monache di Cascia e dell’agostiniano Padre Pasquale Cormio. Il Giubileo favorisce la Comunione tra i fratelli Dopo aver parlato degli effetti della riconciliazione con Dio e […]

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Nell’ 12° Giovedì di Santa Rita riflettiamo sul dono della Comunione con le parole delle monache di Cascia e dell’agostiniano Padre Pasquale Cormio.

Il Giubileo favorisce la Comunione tra i fratelli

Dopo aver parlato degli effetti della riconciliazione con Dio e con i fratelli, il Giubileo ci consente di riflettere su un altro bene per la nostra vita di fede: la comunione con Dio e con i fratelli nella Chiesa. La comunione è l’elemento portante del nostro vivere in relazione con gli altri, in unità, coltivando lo spirito della fraternità. Il discepolo di Cristo si propone giorno per giorno di essere costruttore di comunione: è il suo modo specifico di annunciare il Vangelo, di servire la Chiesa, di rendere percepibile il dono della fraternità dato da Cristo all’intera Chiesa.

La comunione è l’antidoto a ogni forma di individualismo

Sant’Agostino ha fatto della comunione il principio costitutivo delle sue comunità religiose, l’asse portante della vita nella Chiesa, perché la comunione è propria di Dio, Uno e Trino. I consacrati, vivendo insieme, devono risaltare per la loro unità e carità:

«Il motivo essenziale per cui vi siete insieme riuniti è che viviate unanimi nella casa e abbiate unità di mente e di cuore protesi verso Dio»

Sant’Agostino (Regola 1.2)

In un tempo in cui risaltano più le divisioni e le differenziazioni, Agostino ci richiama ad un’esperienza di comunione ecclesiale che è possibile quando tutti tendono a ricercare Dio come bene unico ed esclusivo. Anzi, è Dio stesso a volere e a realizzare l’unità e la concordia dei suoi figli nella Chiesa. La comunione, infatti, è l’antidoto ad ogni forma di individualismo o di solitudine, che oggi ci ammala.

Siamo predisposti a vivere in comunione con gli altri

La comunione è possibile attuarla, in quanto l’uomo porta in se stesso una predisposizione a viverla, essendo stato creato come essere relazionale, capace di amare e di essere amato: in quanto persona, egli “è” in comunione con Dio e con gli altri. L’uomo non può fare niente di valido prescindendo da questa sua costituzione: per natura è in relazione ad un “tu”, che afferma la sua esistenza e la sua alterità; è persona e non individuo, è nella sua struttura un “essere in comunione”, in quanto voluto ad immagine e somiglianza non di un Dio isolato, solo e indistinto, ma di un Dio che è comunione di Tre Persone. Ne consegue che l’uomo è chiamato a realizzare la sua vocazione comunionale, a condividere la fede con i fratelli: se si rifiuta il bene della comunione, non si è parte viva della Chiesa, non si è una parte sana del Corpo di Cristo.

Ogni fedele è un dono particolare per i fratelli

La comunione nella Chiesa non si presenta come uniformità, ma come unità nella diversità dei carismi: si può definire questa unità come “composita”, perché in molti concorrono a formarla, ciascuno con i propri doni spirituali. San Paolo paragona la comunità ecclesiale al corpo umano, caratterizzato dalla molteplicità e dall’armonia delle membra. Allo stesso modo, nella Chiesa ogni singolo fedele è un dono particolare, che gode di uno specifico carisma a servizio del bene altrui.

Ciascuno di noi deve trovare il suo posto nella Chiesa, riconoscere quale servizio può svolgere: si può essere ministri o consacrati, ma anche catechisti, testimoni ed annunciatori della fede, missionari, formatori dei giovani, cantori… Qualunque sia il compito assunto, per Agostino tale compito deve essere svolto per amore dell’unità della Chiesa, non in modo da esaltarsi, ma nella forma di un servizio.

Oggi, dalle 17.30 partecipa alla Celebrazione Solenne del 12° Giovedì di Santa Rita, in DIRETTA DALLA BASILICA DI CASCIA, preceduta dalla recita della Coroncina di Santa Rita. CLICCA QUI!


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Il programma della Festa di Santa Rita 2025, gli eventi più importanti in diretta social https://santaritadacascia.org/news-eventi/il-programma-della-festa-di-santa-rita-2025-gli-eventi-piu-importanti-in-diretta-social/ Sat, 19 Apr 2025 08:21:57 +0000 http://santaritadacascia.org/?p=22703 È iniziato il conto alla rovescia per la Festa di Santa Rita del 22 maggio, promossa dalle Comunità agostiniane di Cascia, con la collaborazione del Comune. Dopo il successo delle […]

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È iniziato il conto alla rovescia per la Festa di Santa Rita del 22 maggio, promossa dalle Comunità agostiniane di Cascia, con la collaborazione del Comune.

Dopo il successo delle edizioni passate, sarà possibile partecipare in diretta streaming agli eventi, non solo sul canale youtube Santa Rita da Cascia Agostiniana, ma anche sui nostri canali social Fb e Instagram.

Il Rosario delle monache dalla clausura anticipa la Festa

Uno degli eventi più attesi che anticipano la Festa, sarà l’apertura della clausura da parte delle monache, in via eccezionale durante la Novena di Santa Rita, dal 12 al 20 maggio. Alle ore 11.50 sarà possibile seguire il Rosario, in modalità virtuale, dal Coro del monastero, il luogo della preghiera.

Le Donne di Rita, il Transito e la Fiaccola

I festeggiamenti entreranno nel vivo martedì 20 maggio alle ore 10, con la presentazione delle donne insignite del Riconoscimento Internazionale Santa Rita da Cascia. Un premio unico nel suo genere che, dal 1988, per volontà delle monache, dei padri agostiniani e dell’amministrazione comunale, viene conferito alle “Donne di Rita”, donne di ogni Paese e religione che incarnano i valori alla radice del messaggio della nostra santa.

Mercoledì 21 maggio alle ore 17 si svolgerà la consegna del premio, accompagnata dal messaggio della nostra Badessa, e, infine, il Solenne Transito di Santa Rita. In serata, alle ore 21.30, i fedeli accoglieranno il ritorno a Cascia, da Piacenza, della Fiaccola della Pace e del Perdono, accesa lo scorso 16 marzo, con l’accensione del tripode votivo e dell’avvio ufficiale dei festeggiamenti 2025.

La festività solenne del 22 maggio

Nel giorno solenne della santa degli impossibili del 22 maggio si inizia con il Corteo Storico in processione da Roccaporena a Cascia, ore 10:30. A seguire, tutta la nostra grande famiglia sarà in preghiera durante il Solenne Pontificale delle ore 11.00, presieduto dal Sua Eminenza Cardinale Reina Baldassare Vicario Generale per la Diocesi di Roma.

Al termine della Santa Messa, il rito si concluderà sul sagrato della Basilica con la Supplica a Santa Rita e il momento tanto atteso della Benedizione delle Rose, ore 12:00.

Per il programma completo, scarica il pdf in allegato.

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Ascolto e tempo: vie per accogliere figli fragili. https://santaritadacascia.org/news-eventi/ascolto-e-tempo-vie-per-accogliere-figli-fragili/ Wed, 16 Apr 2025 10:15:06 +0000 http://santaritadacascia.org/?p=22692 Un messaggio di speranza, forte, fatto di fiducia in sé stessi, tempo, ascolto, ricerca di senso, per poter ricostruire un dialogo autentico con i propri figli. È quello che emerge […]

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Un messaggio di speranza, forte, fatto di fiducia in sé stessi, tempo, ascolto, ricerca di senso, per poter ricostruire un dialogo autentico con i propri figli. È quello che emerge dalla chiacchierata con il professor Dino Mazzei, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Terapia Familiare di Siena, il quale invita così i genitori a superare le difficoltà che sempre di più si manifestano nel rapporto con figli in condizioni di fragilità. Situazioni che portano a un doloroso distacco emotivo, quella “perdita” silenziosa che si consuma giorno dopo giorno. E che si esprime spesso attraverso varie forme di dipendenza (da social, sostanze, gioco), autolesionismo o isolamento sociale. 

Genitori fragili, figli fragili

“La fragilità dei figli riflette quella dei genitori, e non viceversa”, specifica Mazzei “e per risolverla non esistono formule magiche, soluzioni facili”, aggiunge. La nostra società è sempre più complessa, con punti di riferimento incerti. In particolare, il ruolo della donna è molto cambiato. Da un lato, questo le ha permesso di realizzarsi. Dall’altro, ha meno tempo da dedicare ai figli, come già accade alla figura paterna. Secondo Mazzei, “per compensare questa assenza, i genitori ‘saturano’ i pochi momenti condivisi e trasformano la vicinanza emotiva in controllo ansioso, invece di sintonizzarsi sui bisogni dei figli”. 

Il ruolo dei “no” e l’impatto dei social

Un nodo cruciale è la difficoltà di dire ‘no’. “Molti genitori, spinti dal bisogno di essere riconosciuti come ‘buoni’, evitano di porre limiti, mentre i ‘no’ sono fondamentali. I figli devono sperimentare la frustrazione connessa al limite, base di desiderio e motivazione”. E poi c’è l’impatto dei social network, che accrescono ansie e frustrazioni: “L’eccesso di investimento genitoriale sui figli e le aspettative di successo e popolarità si scontrano con i cambiamenti dell’età, aumentando il rischio di crollo psicologico. I social amplificano l’intolleranza alle frustrazioni, con il meccanismo del ‘mi piace’, mentre la pandemia ha aggravato le difficoltà relazionali”. 

Impariamo ad ascoltare

Come affrontare il disagio? “I giovani vivono un’ansia generalizzata nella costruzione della propria identità, con genitori che non garantiscono stabilità, spesso in famiglie allargate che fanno fatica a essere un porto sicuro, e pressioni dalla società dei consumi”, sintetizza Mazzei. “Isolamento, dipendenze, autolesionismo possono essere le conseguenze di questo disagio. Il rischio è cercare subito una diagnosi medica, un’etichetta che patologizza e deresponsabilizza i genitori, impedendo la ricerca di senso. Ogni sintomo è invece una comunicazione da comprendere, nel contesto familiare, allargando il campo di osservazione e, nei casi in cui sia necessario un percorso psicoterapeutico, deve coinvolgere l’intera famiglia”. 

Ritrovare la fiducia

C’è speranza? “Assolutamente sì. I genitori devono ritrovare fiducia nelle proprie competenze relazionali e intuizioni, comprendendo la propria esperienza come figli, per deve distinguere i propri bisogni passati da quelli attuali dei figli”. 

Come in ogni cammino pasquale, la rinascita passa attraverso l’accettazione e la sofferenza redentrice: “Serve tempo per stare accanto ai nostri figli, contenendo e accettando le loro fragilità: questa è la chiave per ricostruire un rapporto autentico. Solo così la vulnerabilità diventa opportunità di crescita condivisa”, conclude Mazzei. 

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“Cercando Federico, ho trovato Dio”: la storia di Elisabetta https://santaritadacascia.org/news-eventi/cercando-federico-ho-trovato-dio-la-storia-di-elisabetta/ Tue, 15 Apr 2025 10:43:36 +0000 http://santaritadacascia.org/?p=22670 “Volevo che la terra mi ingoiasse”: descrive con queste parole Elisabetta Forlenza, da Torrevecchia Pia in provincia di Pavia, il dolore, la rabbia, la disperazione, il senso di impotenza che […]

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“Volevo che la terra mi ingoiasse”: descrive con queste parole Elisabetta Forlenza, da Torrevecchia Pia in provincia di Pavia, il dolore, la rabbia, la disperazione, il senso di impotenza che vive quando perde suo figlio. Federico, un ragazzo spensierato, di neanche 16 anni, uscito di casa con il suo motorino e travolto da un’auto guidata da un ubriaco. Un abisso fatto di tanta gente che provava a dare conforto ma che a Elisabetta sembrava solo ricordare l’assenza del figlio e che la rassegnazione fosse l’unica soluzione.

E invece Elisabetta ha lottato. “Nessuno può immaginare il vuoto che si sperimenta a non vedere più un figlio, ab- bracciarlo, sentirne la voce, condividere momenti, ma sentivo una voce che mi diceva «Cercalo tuo figlio»”. Così, nel buio più profondo, Elisabetta ha cominciato a leggere la Bibbia, a conoscere la vita dei santi, a cercare risposte nelle parole di chi aveva attraversato il dolore prima di lei. “Quando leggevo questi libri mi dicevo che non potevano essere tutti pazzi questi santi a donare la vita per un Dio invisibile”. 

Le strade possono essere due

È stato un cammino di resurrezione, non immediato, non facile, ma necessario. Elisabetta ha compreso che chi si abbandona solo alla sofferenza rischia di perdere sé stesso, mentre chi sceglie di affidarsi a Dio tro-va una nuova luce. E lo dice anche alle altre mamme che vivono il suo stesso dolore. Le strade sono due: una vita di disperazione, in cui ti mantieni in piedi con le terapie, per dimenticare, per cancellare; o la ricerca della verità, chiedersi se questo figlio sia veramente scomparso, dove lo posso trovare. Perché rischiare di rimanere prigioniera del dolore quando c’è un Dio che ci ha detto che risorgeremo? Perché nonfare un tentativo? Cercando Federico, io ho trovato Dio e alcune risposte”.

L’incontro con Santa Rita

In questo percorso di rinascita, l’incontro con un padre agostiniano fa conoscere ad Elisabetta anche Santa Rita, una donna che ha affrontato il dolore e lo ha trasformato in amore; una donna di cui Elisabetta apprezza il coraggio avuto nel non lasciarsi abbattere dalle tragedie ma nell’offrirsi tutta a Dio, trovando nella preghiera la forza per andare avanti. “Santa Rita aveva capito che solo Lui poteva darle la pace, non c’erano altre strade”.

La rinascita e la scoperta della preghiera

Oggi, dopo quattordici anni, la famiglia di Elisabetta è rinata. Nella sua casa si prega ogni giorno, suo figlio Giuseppe ha ritrovato la fede e la Messa domenicale è diventata un appuntamento imprescindibile. La recita del rosario scandisce le sue settimane, come un dialogo costante con Dio e con Federico. La preghiera è diventata il ponte tra la terra e il cielo, il filo invisibile che tiene uniti madre e figlio, testimoniando che la resurrezione è un cammino quotidiano. “Non si tratta di dimenticare il dolore, ma di trasformarlo, di offrirlo, di trovare un senso più grande. Oggi vado incontro a Dio con il pensiero di offrirgli il mio amore. Sono in pace, riconoscente per tutte le volte che mi ha aiutato”.

Elisabetta oggi non ha più paura di cadere nel dolore, nella disperazione, perché sa che la vita non finisce qui. “Dio è risorto; noi risorgeremo e riabbracceremo i nostri figli: questa è la speranza che bisogna coltivare giorno dopo giorno”. Federico non è solo un’assenza, ma una presenza viva, che si manifesta quotidianamente nella fede, nella preghiera, nell’attesa di un nuovo abbraccio. 

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La riconciliazione ci dona la gioia di una vita nuova: 11° Giovedì di Santa Rita https://santaritadacascia.org/news-eventi/11-giovedi-di-santa-rita/ Mon, 14 Apr 2025 11:08:02 +0000 http://santaritadacascia.org/?p=22652 Nell’ 11° Giovedì di Santa Rita riflettiamo sul dono della Riconciliazione con le parole delle monache di Cascia e dell’agostiniano Padre Pasquale Cormio. Il Giubileo favorisce la Riconciliazione Il tema della riconciliazione va compreso alla luce del peccato […]

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Nell’ 11° Giovedì di Santa Rita riflettiamo sul dono della Riconciliazione con le parole delle monache di Cascia e dell’agostiniano Padre Pasquale Cormio.

Il Giubileo favorisce la Riconciliazione

Il tema della riconciliazione va compreso alla luce del peccato dell’uomo, che rappresenta sempre una rottura dell’alleanza che Dio si attende dai suoi figli, con conseguenze negative che si ritrovano nelle relazioni fraterne e nel rapporto con le realtà del creato. Il peccato non è mai solo una scelta sbagliata del peccatore, ma ha una incidenza nella sfera religiosa ed umana, nella giustizia sociale e nel bene del creato.

Proprio perché si origina una frattura, occorre recuperare il valore della unità e della comunione: in questo modo emerge il senso della riconciliazione, che significa rimettere Dio al centro della propria esistenza, muovendosi verso di Lui e riconoscendone il primato, e alla luce di questo primato stimare il valore secondario di tutti gli altri beni terreni.

San Paolo, nella seconda lettera indirizzata alla comunità di Corinto, svela che è proprio di Dio il desiderio di riconciliarsi con il popolo:

Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” .

(2Cor 5,20)

Nella morte in croce del suo Figlio Gesù Cristo, Dio Padre ci ha dato la prova suprema del suo amore, riconciliandoci in Cristo con sé. Anche noi, nonostante gli errori che ci scoraggiano o le false certezze che ci illudono, possiamo lasciare che la misericordia di Dio guarisca il nostro cuore e ci renda finalmente liberi di condividere questo tesoro con gli altri.

La Riconciliazione è un dono di Dio

Siamo portati a pensare che la riconciliazione dipenda solo da noi: in parte è vero, ma prima di tutto è un dono di Dio. Dio ha mandato suo Figlio nel mondo per farci il dono della riconciliazione. Cristo, attraverso il suo sacrificio sulla croce, segno dell’amore infinito del Padre per ciascuno di noi, ha riconciliato il mondo a sé, non imputando a noi i nostri peccati.

Alla luce di questo, se vogliamo accogliere questo dono, possiamo essere ogni giorno creature nuove, non più schiave del peccato e delle passioni della carne che ci portano lontano dalla nostra autentica umanità. Vivere riconciliati con Lui in un atteggiamento di fiducia e di gioia continua, perché ci sentiamo amati e non giudicati, perché gustiamo questo amore nelle piccole cose che ci circondano, nella bellezza della natura, nelle persone che incontriamo, nelle varie difficoltà, perché anche lì, sperimentiamo la sua presenza e il suo costante aiuto. La nostra amata Santa Rita ha sempre desiderato e ricercato la riconciliazione e l’ha accolta divenendo donna di pace e di amore sempre, anche nelle prove più dure.

Abbiamo l’opportunità di una vita nuova

Dio chiede a ciascuno di noi di porre fine a lotte e contese a partire da noi stessi, perché la mentalità della “riconciliazione” possa estendersi, come per cerchi concentrici, prima a livello domestico e familiare, poi tra popoli, culture e religioni, spingendo ogni persona a fare un passo verso l’altro, superando le tensioni e cercando di costruire una comunità più giusta e pacifica. È un invito a riflettere sulla necessità di curare le relazioni, di perdonare chi ci ha offeso e di cercare un’armonia che venga da Dio.

Il dono della riconciliazione, quest’anno ci viene donato in modo particolare attraverso il Giubileo che stiamo vivendo. Non lasciamo cadere questa opportunità che può trasformare la nostra vita, liberando il nostro cuore appesantito da tante zavorre. Lasciamo che l’amore di Dio ci avvolga. Fermiamoci e rileggiamo la nostra vita.

In questo tempo di grazia del Giubileo prepariamoci e impegniamoci a ricevere il sacramento della Riconciliazione, come evento di grazia e di vita nuova in Cristo.

Oggi, dalle 17.30 partecipa alla Celebrazione Solenne del 11° Giovedì di Santa Rita, in DIRETTA DALLA BASILICA DI CASCIA, preceduta dalla recita della Coroncina di Santa Rita. CLICCA QUI!


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